Concetti Chiave
- Nel 1791 viene introdotta una costituzione che limita l'autorità del re, riconoscendolo ancora come capo dello Stato, ma trasferendo il potere legislativo a un'assemblea eletta.
- La sovranità nazionale è teoricamente riconosciuta, ma il diritto di voto è limitato ai benestanti, escludendo operai, artigiani e contadini.
- Nel 1792, le tensioni crescenti portano a un'insurrezione a Parigi, con le masse popolari e i giacobini che sfidano apertamente l'autorità del re.
- L'assalto del 10 agosto 1792 al palazzo reale segna la fine della monarchia francese, con il re e la sua famiglia imprigionati.
- Con la caduta della monarchia, la Francia si trasforma in una repubblica, sebbene il dibattito sulla sua natura borghese o proletaria rimanga aperto.
La costituzione del 1791
Nel 1791 è finalmente pronta la costituzione. Costituzione rivoluzionaria, ma sino a un certo punto. Il re perde una gran parte della sua autorità, ma è ancora riconosciuto come capo dello Stato. Le leggi non sono più l’espressione dell’autorità del re, ma emanano dà una assemblea legislativa, composta dai rappresentanti del popolo francese.
In teoria dunque la Nazione è sovrana; e anche il re deriva la sua autorità dal volere della Nazione. Ma in pratica, per essere elettori, bisogna essere benestanti o quasi: nessun operaio, nessun umile artigiano, nessun contadino può andare alle urne. Ci si può chiedere se la sovranità risiede in borghesia di Francia.
L'inizio del secondo atto
Ma tra il 1791 e il 1792 ha inizio il secondo atto della rivoluzione. Le masse popolari, che la costituzione non ammette neppure al voto, incominciano ad agitarsi; i capi giacobini, benché borghesi, si appoggiano su queste truppe improvvisate per impaurire gli avversari e preparare l’azione decisiva contro il re.
Il re, che ha tentato di fuggire all’estero nel giugno 1791, ma senza riuscirvi, vede ogni giorno svanire la poca autorità che la costituzione gli concede.
La caduta della monarchia
Nella primavera del ‘92 egli acconsente a dichiarar guerra all’Austria e alla Prussia, nella speranza che l’esercito vittorioso possa riportar l’ordine a Parigi; ma la realtà smentisce ogni speranza e le truppe francesi, disorganizzate, subiscono una dura rotta. Allora a Parigi scoppia l’insurrezione. L’assemblea non conta più nulla. Bande armate, dirette dai giacobini, sono padrone della città. Viene dato l’assalto al palazzo reale (10 agosto 1792); il re e la sua famiglia, prigionieri, sono rinchiusi nella torre del Tempio.
Crolla così, dopo tanti secoli di gloria, la monarchia francese, difesa debolmente dai suoi pur numerosi partigiani, attaccata ben più risolutamente dai suoi avversari. La Francia è ormai una repubblica. Repubblica borghese o proletaria? La risposta non si fa attendere troppo.
Domande da interrogazione
- Quali cambiamenti ha portato la costituzione del 1791 in Francia?
- Come hanno reagito le masse popolari alla costituzione del 1791?
- Quali eventi hanno portato al crollo della monarchia francese?
La costituzione del 1791 ha ridotto l'autorità del re, riconoscendolo ancora come capo dello Stato, ma le leggi sono emanate da un'assemblea legislativa rappresentante del popolo francese. Tuttavia, solo i benestanti potevano votare, escludendo operai, artigiani e contadini.
Le masse popolari, escluse dal voto, hanno iniziato ad agitarsi tra il 1791 e il 1792. I giacobini, sebbene borghesi, si sono appoggiati su queste masse per impaurire gli avversari e preparare l'azione decisiva contro il re.
Il tentativo fallito del re di fuggire all'estero, la dichiarazione di guerra all'Austria e alla Prussia, e la sconfitta delle truppe francesi hanno portato all'insurrezione a Parigi. L'assalto al palazzo reale il 10 agosto 1792 ha segnato la fine della monarchia, trasformando la Francia in una repubblica.