Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Il cavaliere medievale era un personaggio centrale nella società e nella letteratura, appartenente alla classe nobile e proprietario di ampie tenute.
  • Il giovane diventava cavaliere attraverso un rito di iniziazione a 14 anni, ricevendo simbolicamente la cintura e la spada.
  • Le principali attività dei cavalieri includevano la caccia e la guerra, che richiedevano abilità fisiche e accesso a cavalli e armature costose.
  • L'evoluzione dell'armatura, da tuniche di cuoio a cappotti di maglie di ferro, ha influenzato le tattiche di combattimento dei cavalieri.
  • Dopo uno scontro, il cavaliere vincitore poteva negoziare un riscatto con il vinto, basato su un codice cavalleresco di lealtà e rispetto.

Indice

  1. Il ruolo del cavaliere
  2. Iniziazione e addestramento
  3. Equipaggiamento e battaglie
  4. Il codice cavalleresco

Il ruolo del cavaliere

Nella società del Medioevo, il cavaliere era una figura fondamentale e nella produzione letteraria del tempo, costituiva un personaggio molto ricorrente.

Nella realtà sociale, il cavaliere apparteneva alla classe dominante e quindi alla nobiltà; pertanto era proprietario di numerose e vaste tenute e che egli o i suoi antenati avevano ricevuto dal “signore, o feudatario, a cui rimaneva pur sempre in qualche modo legato, anche se non proprio strettamente.

Queste terre erano lavorate dai contadini posti alle sue dipendenze. Il cavaliere si opponeva a questi ultimi perché non lavorava, ma si limitava a consumare i prodotti e a spendere. Le sue attività prevalenti erano la caccia e la guerra.

Iniziazione e addestramento

All’età di circa 14 anni, il giovane acquisiva lo status di cavaliere, di solito ereditario, e si sottoponeva alla vestizione, cioè ad un vero e proprio rito di iniziazione durante il quale un anziani (di solito il padre o uno zio, gli consegnava solennemente la cintura e la spada, poi gli dava un colpo in viso (chiamato “palmata”). Questo atto era un ricordo dei vecchi tempi per provare la robustezza e il controllo di sé del giovane. Successivamente, egli era tenuto a cimentarsi in prove o in esercizi cavallereschi che dimostravano la sua abilità fisica.

Come si è visto, fra le attività principali del cavaliere c’era la caccia; non solo essa dava un importante contributo di forma di alimentazione, ma serviva anche allenamento in previsione di una guerra o di uno scontro armato, soprattutto se gli animali da cacciare erano grossi. Per andare a caccia era necessario poter disporre di un cavallo, che era il segno più evidente della superiorità sociale del cavaliere e di un’armatura assai costosa.

Equipaggiamento e battaglie

Nel corso dei secoli, l’armatura subì delle modifiche; tuttavia, intorno all’anno Mille, essa era costituita dall’elmo, da una tunica di cuoio rinforzato, chiamata “brunia” e dello scudo di cuoio, dalla forma rotonda o triangolare. Completava l’armatura una lancia corta che veniva scagliata come se fosse un giavellotto, contro l’avversario. Nel caso in cui lo scontro con il nemico si fosse risolto in un corpo a corpo, il cavaliere doveva avere a portata di mano anche una spada, molto lunga e pesante.

Lo sviluppo della metallurgia, permise più tardi, di sostituire la brunia con l’usbergo, cioè una lunga cappa fatta di maglie e di anelli di ferro che copriva tutto il corpo. Inoltre l’invenzione della staffa e della grande sella modificò le caratteristiche dello scontro. Infatti, il cavaliere poteva allora correre contro l’avversario, armato di tutto punto e con la lancia lanciarsi con di lui per disarcionarlo. In sintesi lo scontro si trasformava in una giostra di cui resta oggi il ricordo nella “giostra del Saracino” di Arezzo.

Il codice cavalleresco

Fra il cavaliere vincitore che restava sul suo cavallo e l’avversario ormai disarcionato e quindi giacente a terra, poteva essere avviato un dialogo. Si trattava di una sorta di mercanteggiamento che, col tempo, si trasformò in un riscatto: il vinto, con un giuramento solenne si impegnava a versare al vincitore una certa somma perché quest’ultimo gli aveva risparmiato la vita. Il codice cavalleresco, molto rigido e articolato, prevedeva la massima lealtà del rispetto di questo patto

Domande da interrogazione

  1. Qual era il ruolo sociale del cavaliere nel Medioevo?
  2. Il cavaliere apparteneva alla classe dominante e alla nobiltà, possedeva vaste tenute e si dedicava principalmente alla caccia e alla guerra.

  3. Come avveniva l'iniziazione di un giovane cavaliere?
  4. All'età di circa 14 anni, il giovane subiva un rito di iniziazione in cui riceveva la cintura e la spada, e doveva dimostrare la sua abilità fisica attraverso prove cavalleresche.

  5. Quali erano le principali attività di un cavaliere?
  6. Le principali attività del cavaliere erano la caccia e la preparazione per la guerra, che richiedevano un cavallo e un'armatura costosa.

  7. Come si è evoluta l'armatura del cavaliere nel tempo?
  8. L'armatura si è evoluta da una tunica di cuoio rinforzato a una cappa di maglie di ferro, con l'introduzione della staffa e della grande sella che hanno modificato le caratteristiche dello scontro.

  9. Qual era il rapporto tra il cavaliere vincitore e il vinto dopo uno scontro?
  10. Dopo uno scontro, il cavaliere vincitore poteva avviare un dialogo con il vinto, che spesso si trasformava in un riscatto, con il vinto che giurava di pagare una somma per la sua vita risparmiata.

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