Concetti Chiave
- Le città fenicie, come Sidone, Tiro e Biblo, erano centri indipendenti con infrastrutture come magazzini e arsenali.
- I Fenici erano più interessati al commercio e al guadagno piuttosto che ai problemi politici o all'unificazione statale.
- Le industrie fenicie includevano fonderie metallurgiche, concerie e tintorie, in cui lavoravano principalmente schiavi.
- La produzione della porpora, una tintura famosa, era un segreto ben custodito dai Fenici e un elemento distintivo del loro commercio.
- I cantieri navali fenici erano rinomati per la loro eccellenza nella costruzione di navi e carri, grazie alla maestria dei carpentieri.
Le città fenicie
Sulla costa del territorio fenicio sorsero grandi città: Sidone, Tiro, Acri, Biblo, Alep, Berito, con magazzini, silos (parola che deriva dal latino e serve ad indicare grandi fosse o torri in cui si deposita e si conserva il grano), depositi, cantieri, arsenali (dove si costruiscono e si riparano le navi da battaglia).
Indipendenza e commercio
Le città fenicie restarono sempre indipendenti l'una dall'altra e non si unirono mai in uno Stato; ai Fenici poco interessavano i problemi politici: essi erano esclusivamente preoccupati di comprare, vendere, trafficare e soprattutto guadagnare.
Industrie e segreti fenici
I Fenici crearono anche grandi industrie per produrre oggetti da smerciare nel mondo allora conosciuto.
Ebbero officine e fonderie metallurgiche (officina dove si lavorano i metalli), ove facevano lavorare gli schiavi, concerie (officina ove si conciano le pelli; conciare le pelli significa sottoporle a trattamenti speciali, in modo che divengano morbide e pieghevoli) e tintorie nelle quali si produceva la famosa porpora, una tintura ricavata da un mollusco e della quale i produttori fenici conservavano gelosamente il segreto, fabbriche di pergamena, cantieri navali (i carpentieri fenici, specializzati nella lavorazione di carri e di navi, erano i migliori del mondo di allora).