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Concetti Chiave

  • Durante il periodo post-bellico, l'Italia fu segnata da cambiamenti sociali significativi, tra cui la riduzione dell'analfabetismo e l'emergere di una lingua italiana comune.
  • L'ascesa del fascismo fu favorita dalla violenza paramilitare dei fasci di combattimento e dalla mancanza di opposizione efficace da parte dei governi liberali.
  • Benito Mussolini trasformò progressivamente l'Italia in uno stato autoritario, eliminando la democrazia e instaurando leggi che abolivano partiti e sindacati non fascisti.
  • Le politiche economiche di Mussolini puntarono sull'autarchia e sul controllo statale, causando problemi economici significativi e un aumento della disoccupazione.
  • L'espansionismo fascista culminò con l'invasione dell'Etiopia e l'alleanza con la Germania nazista, segnando la partecipazione dell'Italia all'asse fascista.

1917 – 1921: rivoluzione sovietica, vincita dell'armata rossa nella guerra civile; ripercussione sull'Italia; rivoluzione sociale del costume e delle coscienze.

Indice

  1. Trasformazioni sociali durante la guerra
  2. Proteste e cambiamenti post-bellici
  3. Biennio rosso e lotte contadine
  4. Ascesa del fascismo e Mussolini
  5. Mussolini e la marcia su Roma
  6. Consolidamento del regime fascista
  7. Leggi fascistissime e repressione
  8. Corporazioni e patti lateranensi
  9. Politiche economiche e autarchia
  10. Espansione coloniale e alleanze

Trasformazioni sociali durante la guerra

Durante la guerra la donne proletarie sono state costrette a lavorare nei campi e nelle fabbriche per sostituire gli uomini al fronte.

L'esigenza del mantenimento del contatto tra i soldati e i militari ha fatto scendere l'indice dell'analfabetismo di quasi la metà.

L'accomunamento dei soldati nelle zone di guerra rimescolò' i dialetti facendo nascere così la prima lingua italiana popolare comune.

La guerra costrinse il trasferimento di milioni di persone.

Proteste e cambiamenti post-bellici

Le prime proteste, nel 1917, furono proteste di massa delle donne.

Nel 1918 scioperarono anche gli uomini.

Nacquero i cinegiornali. Prima della proiettazione di un film venivano mostrate immagini direttamente dal fronte.

Queste trasformazioni diedero alla società moderna l'istinto di mirare alla costruzione di una società perfetta, di impronta marxista (es. abolizione della proprietà privata), delle classi sociali e delle guerre.

La società di massa e la produzione in serie gratificarono le famiglie borghesi ma invenzioni come il tram costringevano le varie classi sociali a mescolarsi e questo non andava bene a quelle più ricche. La società media aveva quindi paura di essere degradata voleva raggiungere il benessere politico ed economico.

Le prime elezioni dopo la guerra si tennero nel 1919 e segnarono il successo del partito socialista e di quello popolare, un partito cattolico. Tra il 1919 e il 1920 si sviluppa il “biennio rosso

Biennio rosso e lotte contadine

Nelle campagne iniziarono a combattere contadini organizzati in leghe rosse occupando e lavorando terre incolte al fine di ottenere contratti collettivi discussi dalle leghe stesse.

Nel 1920 si conclusero 8000 contratti. Nelle città, dopo i contadini, la rivoluzione colpì gli operai → sciopero generale. Gli imprenditori chiusero le imprese in segno di protesta ma gli operai occuparono le fabbriche continuando a lavorare. Questi ottennero la giornata lavorativa di 8 ore e aumenti salariali.

Ascesa del fascismo e Mussolini

Nel congresso di Livorno, 1921, una parte del partito socialista guidata da Antonio Gramsci fondò il partito comunista che cercò di sollevare le masse proletarie abbattendo il governo borghese.

Gli ideali dei partiti di destra erano quelli di vendicare la vittoria mutilata e stroncare la violenza rivoluzionaria.

Per la rivendicazione della vittoria mutilata Gabriele D'Annunzio occupò la città di fiume bloccando il passaggio della Iugoslavia. Il problema venne risolto da Giolitti che nel 1920 fece un accordo con la Iugoslavia la quale rinunciò alla città di fiume e la nominò stato indipendente.

Di stroncare la violenza bolscevica se ne occupò Benito Mussolini, ex socialista. Questo e' stato il più spregiudicato trasformista della storia italiana. Durante il biennio rosso era direttore del giornale “il popolo d'italia” con il quale ricercava un pubblico di sostenitori. Nel 1919 Mussolini fondò i fasci italiani di combattimento, organizzazione paramilitare armata di manganelli e pugnali. Caratteristica dei fascisti era la camicia nera. Erano organizzati in squadre d'azione le cui parole d'ordine erano nazionalismo e antisocialismo. Mussolini non aveva un'idea ben precisa, il suo scopo era: impadronirsi del potere in qualunque forma e in qualunque prezzo.

Nel novembre del 1920 Mussolini condusse i fasci a Bologna dove si scontrò a fuoco con i socialisti. Ne approfittò così per organizzare spedizioni punitive contro le leghe rosse. La spedizione di Bologna venne considerata l'atto di nascita del fascismo. Da quel momento Mussolini offrì i propri servizi ai contadini, per organizzare spedizioni punitive contro gli scioperanti ottenendo in cambio denaro. Tra il 1921 e il 1924 prestò servizi anche a banche e industriali. L'offensiva antisocialista dei fasci attaccò tutti i socialisti picchiandoli con il manganello e facendo bere loro olio di ricino, un purgante.

Il successo del fascismo fu anche a causa di Giolitti che non condannò le azioni dei fasci pensando che indebolendo i socialisti li avrebbe indirizzati a seguirlo. Mussolini ebbe successo e dal 1920 al 1921 gli scioperi dei contadini dimezzarono. Il prezzo pagato fu di 1500 morti.

I fasci, simbolo dell'illegalità, apparirono all'opinione pubblica come emblema della legge e dell'ordine.

Nel 1921 i fascisti parteciparono alle nuove elezioni ed entrarono in parlamento. Caduto il governo di Giolitti, Mussolini trasformò i fasci in partito nazionale fascista.

Mussolini e la marcia su Roma

Il 1°agosto 1922 la CGL proclama uno sciopero generale. Mussolini scatenò per tutta l'estate le camice nere contro gli scioperanti.

Dopo tutto questo successo Mussolini organizzò la marcia su Roma che consisteva nell'occupazione della capitale con lo scopo di farsi affidare il governo dal re, Vittorio Emanuele III. Trentamila fascisti, il 28 ottobre 1922, si misero in marcia ma vennero bloccati dall'esercito. Il re ordinò però alle truppe di ritirarsi. Il 30 ottobre Mussolini venne nominato presidente del consiglio.

Consolidamento del regime fascista

Mussolini prese una serie di provvedimenti che iniziarono a trasformare lo stato liberale in stato autoritario:

1. Ridusse il numero di ministeri (per liberarsi di funzionari fedeli allo stato liberale);

2. Istituì il Gran consiglio del fascismo, incaricato di individuare le modifiche da apportare alla costituzione;

3. Trasformò le squadre d'azione in Milizia, sua diretta dipendente;

4. Fondò la Ceka, squadraccia, aspirante polizia segreta, il cui nome era uguale a quella sovietica;

5. Modificò la legge elettorale , avvantaggiando il proprio partito;

6. Si fece chiamare duce, ovvero capo (dal latino dux)

Nel 1924 ci furono le nuove elezioni ed il fascismo ottenne il 65% dei voti, i quali erano stati ottenuti attraverso gravi irregolarità scoperte e denunciate pubblicamente da giacomo Matteotti che chiese di annullare il voto. Pochi giorni dopo Matteotti fu rapito e assassinato dalla Ceka.

I deputati dell'opposizione al fascismo abbandonarono il parlamento. Questo fatto venne chiamato “secessione dell'Aventino”. Senza l'opposizione però il parlamento non poteva funzionare. Questo cessò di riunirsi e Mussolini colse l'occasione per riaprirlo e attraverso degli atti legislativi togliere a questo tutti i poteri che la costituzione gli aveva dato. Il delitto di Matteotti rafforzò quindi il fascismo segnando la disfatta dei partiti democratici e di sinistra.

Leggi fascistissime e repressione

Mussolini si diede quindi alla costruzione del regime: il governo si impadronisce di tutte le leve del potere abolendo la democrazia. Questo si costituì con le leggi fascistissime, nel 1926, attraverso le quali Mussolini:

1. Aggiunse il potere legislativo e giudiziario a quello esecutivo del capo del governo;

2. Abolì tutti i partiti tranne quello fascista;

3. Identificò lo stato con il partito fascista: oltre che giurare fedeltà al partito fascista, i lavoratori dovevano possedere la tessera del partito;

4. Sciolse tutte le associazioni trasformandole in appendici dello stato controllate dai fascisti.

5. Trasformò la Ceka in Ovra, polizia politica autorizzata a perquisizioni, arresti e torture;

6. Abolì la libertà di stampa e controllò' tutti i mezzi di comunicazione di massa.

Molti membri del ceto medio trovarono lavoro come burocrati dello stato

Le leggi fascistissime permisero a Mussolini di effettuare i pestaggi senza alcun problema. Fu assassinato il liberale Piero Gobetti nel 1926. Vennero arrestati antifascisti come Antonio Gramsci e Giancarlo Pajetta. Alcuni socialisti e liberali riuscirono a fuggire all'estero come Gaetano Salvemini e Sandro Pertini, presidente della repubblica tra il 1978 e il 1985.

Le pene degli antifascisti erano:

1. Il confino = obbligo di abitare in una località ristretta privata di elettricità;

2. L'esilio;

3. Il carcere;

4. L'assassinio;

Mussolini, deciso a mostrare la faccia buona agli italiani, smantella i fasci di combattimento, e in un discorso dice di dire stop alla violenza.

Corporazioni e patti lateranensi

Mussolini, per sradicare il movimento operaio e contadino abolì il diritto di sciopero, sciolse i sindacati e li sostituì con le corporazioni. La differenza stava nel fatto che i sindacati erano regolati dai cittadini mentre le corporazioni erano regolate da appositi ministeri. Con le corporazioni ridusse i salari e stipendi e applicò le differenze retributive tra diverso sesso e regione.

Nel 1929 attraverso i patti lateranensi (detti anche concordato), Mussolini concilia lo stato italiano con la chiesa, rinunciando alla laicità dello stato. Si rinunciò quindi alla parità di tutte le religioni affermando il cattolicesimo religione di stato. Mussolini ottenne quindi il consenso dei cattolici.

Politiche economiche e autarchia

Mussolini cercò di puntare molto sull'economia. In favore dell'agricoltura bonificò territori rendendo le terre coltivabili (ed eliminando la malaria) e costruì acquedotti per l'acqua potabile e l'irrigazione. In favore dell'industria costruì nuove centrali elettriche e ampliò strade e ferrovie.

Mussolini era ossessionato dalla crescita della popolazione ed il fatto di ritornare ad un'Italia contadina; fece una campagna demografica, sgravò fiscalmente le famiglie con molti figli. Voleva raggiungere l'autarchia: voleva un'Italia autosufficiente. Mussolini, nell'intento di realizzare quest'autarchia prese come pilastro la battaglia del grano trasformando frutteti, vigne e oliveti in terreni cerealicoli dominato dal pensiero “se l'Italia produce il pane con cui sfamarsi e' autosufficiente”. Distrusse quindi le colture specializzate destinate all'esportazione.

Il fascismo, anticapitalista, era contro l'industria. Nel 1930 si sentivano in Italia gli effetti della crisi del '29 che aveva colpito l'America. Aziende e banche fallirono.

Mussolini varò un programma di protezione dell'industria, oggi lo chiameremo statalismo ovvero il controllo dello stato sull'imprenditoria privata nazionalizzando alcune aziende come quella dell'energia elettrica, evitando l'apertura di nuove fabbriche senza il consenso del governo limitando così la libertà d'impresa e bloccando definitivamente il progresso industriale del paese; aumentò la disoccupazione vertiginosamente.

Espansione coloniale e alleanze

Attorno agli anni '20 vengono riaffermati gli iniziali ideali fascisti: la guerra e la creazione di un impero coloniale. Mussolini invase l'Etiopia e l'Italia venne definita paese aggressore dalle nazioni unite che ne bloccano il rifornimento di materiale bellico. Questo provvedimento e' stato inutile. La guerra d'Etiopia continuò quindi dal 1935 al 1936 conclusasi con la sconfitta di Haile' Selassie'. Vennero utilizzati gas e lanciafiamme. Venne quindi proclamato l'impero coloniale italiano costituito da Etiopia, Libia, Eritrea e Somalia. Mussolini si alleò poi con la Germania, dove si era stabilito un altro regime autoritario.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le conseguenze sociali della Prima Guerra Mondiale in Italia?
  2. La guerra portò a una rivoluzione sociale, con le donne proletarie che lavoravano nei campi e nelle fabbriche, una diminuzione dell'analfabetismo e la nascita di una lingua italiana popolare comune.

  3. Come si sviluppò il movimento fascista in Italia?
  4. Il movimento fascista, guidato da Benito Mussolini, nacque come reazione alla violenza rivoluzionaria e si consolidò attraverso azioni paramilitari e politiche, culminando nella marcia su Roma e l'ascesa al potere di Mussolini.

  5. Quali furono le principali azioni di Mussolini per consolidare il regime fascista?
  6. Mussolini ridusse i ministeri, istituì il Gran Consiglio del Fascismo, trasformò le squadre d'azione in Milizia, fondò la Ceka, modificò la legge elettorale e si fece chiamare duce, tra altre misure autoritarie.

  7. Come reagì l'opposizione al regime fascista?
  8. L'opposizione al fascismo, dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti, abbandonò il parlamento in quella che fu chiamata "secessione dell'Aventino", ma senza successo nel fermare l'ascesa del regime.

  9. Quali furono le politiche economiche e sociali di Mussolini?
  10. Mussolini promosse l'autarchia, bonificò territori agricoli, costruì infrastrutture, e attraverso i Patti Lateranensi ottenne il consenso della Chiesa, mentre limitava la libertà d'impresa e aumentava la disoccupazione.

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