Concetti Chiave
- La caduta delle Termopili permise ai Persiani di avanzare verso l'Attica, lasciando Atene isolata e portando alla decisione di evacuare la città.
- La flotta ateniese, guidata da Temistocle, si preparò strategicamente nell'isola di Salamina per affrontare l'attacco navale persiano.
- Nello stretto di Salamina, le grandi navi persiane furono intrappolate e vulnerabili agli attacchi delle agili triremi ateniesi.
- La vittoria greca nella battaglia di Salamina fu un punto di svolta, portando alla ritirata delle forze persiane e al ritorno degli Spartani al fianco degli Ateniesi.
- Le forze congiunte greche ottennero ulteriori vittorie a Platea e presso il capo Micale, consolidando la salvezza della Grecia dalla minaccia persiana.
L'invasione persiana
La caduta delle Termopili aprì ai Persiani la strada della Recide, dell'Attica: l’esercito di Serse straripò verso il Sud, seminando distruzione e morte. In Atene la «Bule» prese la decisione drammatica di far sgomberare la città. Nel frattempo Sparta decideva di richiamare le proprie truppe per la difesa del Peloponneso ed Atene restava nuovamente sola.
La strategia di Temistocle
Fortunatamente c’era la grande flotta voluta da Temistocle. A pochi chilometri dal Pireo, nel golfo di Egina, vi è l’isola di Salamina: lì le navi sbarcarono la popolazione di Atene e nel piccolo stretto che separa l'isola dal continente attesero l’arrivo delle navi persiane. Intanto i Persiani entravano nella città deserta, la saccheggiavano; poi Serse scagliò le sue navi contro quelle dei Greci.
La battaglia di Salamina
Avvenne quello che Temistocle aveva previsto: nello stretto canale le grandi navi dei Persiani restarono imbottigliate, senza la possibilità di manovrare. Assalite dalle agili e più piccole triremi ateniesi, molte colarono a picco, altre si speronarono tra loro. Serse, che si era fatto portare un trono d’oro dal quale assistere alla sconfitta dei Greci, dové invece vedere la disfatta dei suoi. Fra l’esultanza della popolazione ateniese che dall’isola seguiva la battaglia, le navi persiane superstiti fuggirono verso il mare aperto. La vittoria venne coronata da altri due successi: vista la ritirata dei Persiani, gli Spartani tornarono ad unirsi agli Ateniesi ed i loro eserciti congiunti, comandati dallo spartano Pausania, batterono a Platea i resti dell’esercito persiano, mentre la flotta ateniese sgominava definitivamente, presso il capo Micale, quanto restava della flotta di Serse.
Finalmente la Grecia poteva dirsi salva.