Anna Rainoldi
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Concetti Chiave

  • Negli anni Sessanta, le superpotenze si orientarono verso la coesistenza pacifica, impegnandosi a risolvere le controversie diplomaticamente e a promuovere il disarmo.
  • Il discorso del 1959 di Nikita Kruscëv all'ONU suggerì un nuovo inizio per la pace globale, basato sulla diplomazia e sul disarmo progressivo.
  • John F. Kennedy, presidente degli Stati Uniti dal 1960, propose un programma di governo che includeva disarmo graduale e dialogo con il Blocco orientale.
  • La Chiesa Cattolica, sotto Giovanni XXIII, promosse il dialogo e la comprensione tra diverse fedi e ideologie, sostenendo il progetto di pacificazione mondiale.
  • La pace era delicata, dipendente dagli arsenali armati e dalle dispute su chi avrebbe controllato le armi nucleari della NATO.

Indice

  1. Coesistenza pacifica negli anni Sessanta
  2. Kennedy e il disarmo
  3. Contributo della Chiesa Cattolica

Coesistenza pacifica negli anni Sessanta

Negli anni Sessanta iniziò un nuovo corso nei rapporti fra le due superpotenze orientato alla coesistenza pacifica; ogni Stato si impegnava a risolvere in modo diplomatico le controversie internazionali e a procedere a un progressivo e generalizzato disarmo. Questi principi costituirono il contenuto di un discorso, tenuto nel 1959 all'assemblea dell'Onu dal presidente sovietico Nikita Kruscëv, che sembrò essere un buon avvio per raggiungere la pace nel mondo.

Kennedy e il disarmo

Nel 1960 fu eletto presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy, del Partito Democratico, che presenta un programma di governo orientato verso un graduale disarmo, l'incremento dell'occupazione, l'integrazione della popolazione di colore e, in politica estera, l’avvio del dialogo e della distensione con il Blocco orientale.

Contributo della Chiesa Cattolica

Apparve dunque più vicino l’avverarsi di un progetto di pacificazione mondiale, a cui diede il suo contributo la Chiesa Cattolica: il nuovo pontefice Giovanni XXIII raccomandò il dialogo e la reciproca comprensione tra fedi e ideologie diverse. Ma la speranza di pace si basava su equilibri molto fragili, sui reciproci arsenale di armamenti e su chi avesse il compito di controllarli. Gli USA pretendevano che i paesi europei si limitassero a potenziare le armi convenzionali mentre solo loro avrebbero avuto pieno controllo dei dispositivi nucleari della NATO.

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