Concetti Chiave
- Lo Statuto Albertino del 1848 era breve, flessibile, concesso dall'alto e confessionale, riconoscendo il cattolicesimo come unica religione di Stato.
- Nel 1861 fu proclamato il Regno d'Italia, con Vittorio Emanuele II come re, segnando l'inizio del periodo liberale con separazione dei poteri.
- Durante il periodo liberale, il potere legislativo era condiviso tra il re e il parlamento, mentre il potere esecutivo era del re e il giudiziario dei giudici.
- Nel 1922, con l'ascesa del fascismo, Vittorio Emanuele III affidò a Benito Mussolini l'incarico di formare il governo.
- Le leggi fascistissime del 1925 abolirono le libertà sindacali e civili, rafforzando il potere del Duce e mettendo fuori legge tutti i partiti tranne quello fascista.
Lo statuto albertino
Nel 1848 fu emanato lo Statuto Albertino da Carlo Alberto di Savoia.
Lo Statuto Albertino è:
- breve, poiché esso dedicava uno spazio abbastanza limitato ai diritti di tutti i cittadini;
- flessibile, poiché esso poteva essere anche modificato tramite alcune leggi ordinarie;
- ottriata, poiché esso è concesso dall'alto e non è votata da nessuno dei rappresentanti dei cittadini;
- confessionale, poiché esso riconosceva la religione cattolica come unica religione di stato possibile.
Il regno d'Italia
Nel 1861 ci fu il Regno d'Italia con a capo il re Vittorio Emanuele II.
Inizialmente c'era il periodo liberale in cui c'era la separazione dei poteri:
- il potere legislativo, andava al re e al parlamento, quest'ultimo composto dal Senato e dalla Camera dei Deputati;
- il potere esecutivo, andava al re;
- il potere giudiziario, andava ai giudici.
Poi, si instaurò la monarchia parlamentare, in cui il potere del re andò gradualmente attenuandosi.
Il periodo fascista
Nel 1922 iniziò il periodo fascista, in cui Vittorio Emanuele III diede incarico a Benito Mussolini di formare il governo.
Nel 1925 furono emanate le leggi fascistissime in cui ci fu:
- la soppressione di tutte le libertà sindacali e di tutte le libertà civili;
- il rafforzamento del potere al capo del governo, che era chiamato Duce;
- la messa fuori legge di tutti i partiti tranne il partito fascista;
- l'abolizione della libertà sindacale.