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Concetti Chiave

  • L'unificazione economica dell'Italia iniziò nel 1862 con un decreto che stabiliva l'unità monetaria, estendendo la lira piemontese a tutto il paese.
  • Le dogane interne furono abolite per favorire la circolazione delle merci, e fu adottata la tariffa doganale piemontese, una delle più basse d'Europa, per il commercio estero.
  • Trattati commerciali con Francia e Gran Bretagna nel 1863 inserirono l'Italia nell'area commerciale franco-inglese, distanziandola dall'area austro-germanica.
  • L'industrializzazione favorì il Nord più avanzato, mentre il Sud rimase agricolo e arretrato, accentuando la divisione economica del paese.
  • La creazione di infrastrutture era necessaria per unificare il paese, affrontando la sfida del pesante debito pubblico per raggiungere il pareggio di bilancio.

Indice

  1. Le scelte economiche post-unitarie
  2. Unificazione economica e monetaria
  3. Sfide del libero scambio
  4. Divisione economica tra Nord e Sud
  5. Necessità di infrastrutture
  6. Sfide finanziarie e debito pubblico

Le scelte economiche post-unitarie

Le scelte compiute dai governi dopo l'Unità d'Italia dal punto di vista economico andarono in tre direzioni:

- l'unificazione economica del paese;

- la creazione di infrastrutture;

- il raggiungimento del pareggio di bilancio.

Unificazione economica e monetaria

Le basi dell'unificazione economica furono gettate nel 1862 con un decreto che stabiliva l'unità monetaria (la lira piemontese fu estesa a tutto il paese); i capoluoghi delle principali regioni unificate conservarono il diritto di coniare moneta fino al 1893, quando fu fondata la Banca d'Italia.

Sfide del libero scambio

Allo scopo di aprire l'economia italiana al mercato europeo furono abolite le dogane interne, in modo che le merci potessero circolare senza dazi su tutto il territorio nazionale, e nel commercio con l'estero fu estesa a tutto il paese la tariffa doganale piemontese, fra le più basse d'Europa.

Inoltre, nel 1863 furono firmati dei trattati commerciali con Francia e Gran Bretagna, che inserivano l'Italia nell'area commerciale franco-inglese e la allontanavano da quella austro-germanica. Gli uomini della Destra erano consapevoli che queste scelte basate sul libero scambio avrebbero esposto l'economia italiana alla concorrenza delle più sviluppate economie europee, ma ritennero che solo accettando questa difficile sfida si sarebbe potuto trasformare l'Italia in un paese industriale avanzato.

Divisione economica tra Nord e Sud

Beneficiarono di questa situazione soprattutto le industrie settentrionali, più moderne e avanzate. Le poche industrie meridionali non furono in grado di reggere la concorrenza di quelle settentrionali e di quelle straniere. L'Italia, unita dal punto di vista politico, era destinata a restare divisa dal punto di vista economico, con un Nord industriale e più moderno e un Sud agricolo più arretrato e più povero.

Necessità di infrastrutture

Una delle cause del ritardo dell'Italia, rispetto alle economie europee che proprio nel decennio 1850-1860 stavano realizzando il loro decollo industriale, era costituita dalla frammentazione territoriale. Occorreva non solo sviluppare l'economia, ma anche e soprattutto "cucire lo stivale", cioè creare le infrastrutture (strade, ferrovie, servizio postale e telegrafico) necessarie a mettere in comunicazione le molte "Italie" che per secoli la dominazione straniera aveva tenuto divise e lontane.

Sfide finanziarie e debito pubblico

Per realizzare tali obiettivi, però, sarebbero stati necessari enormi investimenti: esigenza che si scontrava con il pesante debito pubblico che gravava sul bilancio italiano, dovuto soprattutto ai costi sostenuti dal Piemonte per le guerre di unificazione ed ereditati dal nuovo stato. Il governo della Destra, inoltre, aveva deciso di onorare tutti i debiti pubblici contratti dagli stati che erano confluiti nel Regno d'Italia e si era proposto l'obiettivo del pareggio di bilancio.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali direzioni economiche intraprese dai governi dopo l'Unità d'Italia?
  2. Dopo l'Unità d'Italia, i governi si concentrarono sull'unificazione economica del paese, la creazione di infrastrutture e il raggiungimento del pareggio di bilancio.

  3. Come fu realizzata l'unificazione economica in Italia?
  4. L'unificazione economica fu avviata nel 1862 con l'adozione della lira piemontese come moneta unica e l'abolizione delle dogane interne, facilitando la libera circolazione delle merci.

  5. Quali furono le conseguenze delle scelte economiche basate sul libero scambio?
  6. Le scelte basate sul libero scambio favorirono le industrie settentrionali, mentre quelle meridionali non riuscirono a competere, accentuando la divisione economica tra Nord e Sud.

  7. Quali sfide economiche affrontò l'Italia post-unitaria?
  8. L'Italia affrontò la sfida di sviluppare infrastrutture per unire il paese e gestire un pesante debito pubblico ereditato dalle guerre di unificazione.

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