Concetti Chiave
- Negli anni Trenta, la Turchia introduce riforme legislative che promuovono la parità di genere, abolendo la poligamia e concedendo alle donne il diritto di voto e di partecipare alle elezioni.
- La modernizzazione turca include una campagna per scoraggiare l'uso del velo tra le donne, enfatizzando la laicizzazione e l'occidentalizzazione del paese.
- Nonostante le riforme, la Turchia affronta ribellioni curde, motivate da aspirazioni nazionali e religiose, contro la divisione del Kurdistan e le politiche laiche di Kemal.
- Il regime di Kemal reprime duramente le ribellioni curde, temendo che il dissenso minacci l'omogeneità nazionale turca e metta in discussione l'identità etno-religiosa del paese.
- Le riforme sociali, soprattutto quelle sui diritti delle donne, sono viste come provocazioni dai musulmani osservanti, sia dentro che fuori dalla Turchia, a causa del loro distacco dai principi islamici.
Indice
Ammodernamento e diritti delle donne
Nel corso degli anni Trenta una parte essenziale del processo di ammodernamento in Turchia riguarda anche la legislazione relativa alla componente femminile della popolazione turca. Il nuovo diritto di famiglia varato nel 1926, abolisce la poligamia e stabilisce una sostanziale parità dei sessi in fatto di divorzio. Il regime attua una campagna per dissuadere le donne dall'uso del velo. Nel 1934 viene concesso alle donne diritto di voto cioè il diritto di partecipare alle elezioni plebiscitarie per l'elezione dei candidati del Prp, nel 1935 diciassette donne sono eletti al parlamento turco.
Nazionalismo e ribellioni curde
La laicizzazione e occidentalizzazione vanno di pari passo con la costruzione di un forte nazionalismo turco. Parlare turco e, paradossalmente, essere musulmani sono i tratti che decretano l'appartenenza di un individuo alla nazione turca. A questa pretesa compattezza della nazione turca si oppongono i curdi, una popolazione dell'interno, che anima continue ribellioni sempre duramente represse. I motivi per l'inquietudine curda sono due. Uno è di tipo nazionale nel senso che dopo la Grande Guerra il Kurdistan ottomano è stato suddiviso tra Turchia, Iraq e Siria mentre i curdi, specie gli intellettuale di formazione occidentale, vorrebbero la ricostituzione di un autonomo Stato curdo. Il secondo motivo di inquietudine è di tipo religioso: i curdi sono musulmani essere osservanti e considerano la politica religiosa del regime di Kemal come una sequenza di atti sacrileghi. Protesta politica e protesta religiosa si fondono in un movimento indipendentista curdo che per tre volte nel 1925, nel 1930 e tra il 1936-38 promuove grandi ribellioni.
Repressione e tensioni etno-religiose
Il regime di Kemal reagisce organizzando violentissimi interventi militari. La violenza che spira queste spedizioni repressive turche deriva da una sorta di ossessiva paura che l'omogeneità nazionale turca sia in qualche modo minacciata. Che il dissenso curdo abbia caratteri non puramente politici ma etno-religiosi è inaccettabile per Kemal e i suoi collaboratori, proprio perché mette in discussione la coerenza della Turchia come nazione. Peraltro va aggiunto che il sentimento religioso nutrito da molti curdi è condiviso anche da numerosi altri musulmani dentro e fuori la Turchia: molto più del carattere autoritario del sistema politico turco, è il suo netto scostamento dall'Islam e la sua apertura alle abitudini occidentale che sconcerta e offende i musulmani osservanti. La legislazione favorevole alle donne è così in contrasto con le indicazioni del Corano da sembrare quasi una deliberata provocazione.
Domande da interrogazione
- Quali cambiamenti legislativi riguardanti le donne sono stati introdotti in Turchia negli anni Trenta?
- Quali sono le cause principali delle ribellioni curde contro il regime di Kemal?
- Come ha reagito il regime di Kemal alle ribellioni curde?
Negli anni Trenta, la Turchia ha introdotto il nuovo diritto di famiglia nel 1926, che abolisce la poligamia e stabilisce la parità dei sessi nel divorzio. Nel 1934, alle donne è stato concesso il diritto di voto, e nel 1935, diciassette donne sono state elette al parlamento turco.
Le ribellioni curde sono motivate da due cause principali: una di tipo nazionale, legata alla divisione del Kurdistan ottomano tra Turchia, Iraq e Siria, e una di tipo religioso, poiché i curdi considerano la politica religiosa del regime di Kemal come sacrilega.
Il regime di Kemal ha reagito alle ribellioni curde con interventi militari violenti, spinti dalla paura ossessiva che l'omogeneità nazionale turca fosse minacciata, rifiutando di accettare il carattere etno-religioso del dissenso curdo.