francycafy93
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Concetti Chiave

  • Josif Stalin, leader dell'URSS dal 1929 al 1953, ha trasformato il paese in un regime totalitario dominato dal Partito Comunista.
  • Stalin ha imposto il collettivismo, abolendo la proprietà privata e organizzando i contadini in aziende agricole collettive.
  • Il lavoro è stato regolamentato con disciplina ferrea, premiando la produttività e punendo il basso rendimento con misure severe.
  • Le "grandi purghe" tra il 1936 e il 1939 hanno eliminato qualsiasi opposizione, consolidando il potere di Stalin attraverso violenze e deportazioni.
  • La cultura e l'arte sono state indirizzate verso il "realismo socialista", celebrando i progressi del regime e nascondendone le contraddizioni.

Josif Vissarionovič Džugashvili, il cui vero nome era Ioseb Jughashvili, detto Stalin (in russo, "uomo d'acciaio"), nato a Gori, Tiblisi, Georgia nel 1878 e morto a Mosca, Russia il 5 marzo 1953, fu un rivoluzionario bolscevico, capo del Partito Comunista e dell'Unione Sovietica, fondatore dello Stalinismo e dittatore del paese dal 1929 al 1953.

Indice

  1. Politica e regime totalitario
  2. Collettivismo e agricoltura
  3. Disciplina del lavoro e purghe
  4. Cultura e seconda guerra mondiale

Politica e regime totalitario

Dal punto di vista politico, nello svolgere di un ventennio, l’URSS assunse le caratteristiche di un regime totalitario dominato dal partito Comunista.

Per consolidare il socialismo in Russia, secondo Stalin, sarebbe stato necessario trasformare il paese in una grande potenza economica a livello mondiale. Per raggiungere questo obiettivo egli non esitò ad imporre con forza e violenza i propri programmi. Lo Stato fu fortemente centralizzato e i principi autoritari furono introdotti in ogni aspetto dell’organizzazione sociale ed economica, oltre che politica.

Collettivismo e agricoltura

Con l’ascesa al potere di Stalin, l’Unione Sovietica passò a realizzare integralmente il collettivismo, prevedendo la totale abolizione della proprietà privata.

In agricoltura tutte le terre furono espropriate e i contadini si organizzarono in aziende agricole collettive e i proprietari terreni che si opponevano alla trasformazione, furono oggetto di violenze e deportazioni: alcuni milioni di persone finirono uccise e deportate nel gulag (campi di lavoro forzato).

Disciplina del lavoro e purghe

La disciplina del lavoro fu resa ferrea: nel 1938 il Governo emanò provvedimenti contro i lavoratori con scarso rendimento, deliberandone la riduzione di ferie e salari, il licenziamento o addirittura l’internamento nei campi di lavoro forzato. Furono introdotte differenze salariali che premiavano i lavorati più produttivi.

Tra il 1926 e il 1940 la produzione industriale sovietica crebbe di circa nove volte. In campo politico, lo Stato si trovò completamente subordinato al partito Comunista, al cui interno non era tollerata alcuna posizione divergente da quella espressa da Stalin.

Stalin acquistò l’immagine di capo infallibile e ogni opposizione fu eliminata: tra il 1936 e il 1939 le “grandi purghe” staliniane comportarono l’uccisione o la deportazione nei gulag di dirigenti politici, ufficiali dell’esercito, comunisti antistaliniani e semplici cittadini.

Cultura e seconda guerra mondiale

La cultura e l’arte dovettero uniformarsi ai principi del “realismo socialista”, in base ai quali si dovevano esaltare i progressi del regime e tacerne le contraddizioni, i limiti e i soprusi.

Allo scoppio del seconda guerra mondiale, l’unione Sovietica trasformata in uno Stato totalitario era ormai una delle principali potenze industriali.

Ma a seguito della seconda guerra mondiale lo Stato si era indebolito e il regime totalitario crollò.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Josif Vissarionovič Džugashvili e quale ruolo ha avuto nell'Unione Sovietica?
  2. Josif Vissarionovič Džugashvili, noto come Stalin, era un rivoluzionario bolscevico e dittatore dell'Unione Sovietica dal 1929 al 1953. Fu il fondatore dello Stalinismo e capo del Partito Comunista, trasformando l'URSS in un regime totalitario.

  3. Quali furono le principali politiche economiche e sociali implementate da Stalin?
  4. Stalin centralizzò lo Stato, abolì la proprietà privata e collettivizzò l'agricoltura. Introdusse una disciplina lavorativa rigida e differenze salariali per incentivare la produttività. La produzione industriale crebbe significativamente sotto il suo regime.

  5. Come influenzò Stalin la cultura e l'arte durante il suo regime?
  6. La cultura e l'arte furono costrette a seguire i principi del "realismo socialista", esaltando i progressi del regime e nascondendone le contraddizioni e i soprusi. Ogni forma di opposizione culturale fu eliminata.

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