Concetti Chiave
- Nel marzo 1943, a Torino, scioperi e proteste portarono Mussolini ad annunciare un aumento dei salari, segnando una perdita di consensi per il regime fascista.
- Lo sbarco alleato in Sicilia nel luglio 1943 e il bombardamento di Roma furono eventi chiave che portarono alla caduta di Mussolini e alla sua destituzione.
- L'armistizio dell'8 settembre 1943 trasformò l'Italia in un paese cobelligerante, ma causò caos e perdite tra le truppe italiane lasciate senza ordini.
- Dopo l'armistizio, la Resistenza italiana si organizzò per liberare il paese dai nazisti, culminando nella liberazione di Milano il 25 aprile 1945.
- Nel 1944, in risposta all'attentato di via Rasella, le forze tedesche effettuarono la strage delle Fosse Ardeatine, un episodio di brutale repressione contro i partigiani.
Indice
Crisi economica e scioperi
La situazione economico-sociale all’interno del paese era divenuta insostenibile: i prezzi erano cresciuti in maniera esponenziale, mentre i salari erano bloccati.
Proprio per questo motivo agli inizi del marzo 1943 a Torino scoppiarono tutta una serie di scioperi e proteste che portarono Mussolini ad annunciare un aumento generale di tutti i salari, il 2 aprile.
A questi scioperi parteciparono anche molti fascisti, a dimostrazione del fatto che il regime perdeva via via sempre più consensi.
Un sensore preoccupante fu già lo scarso entusiasmo con cui gli italiani risposero all’ intervento in guerra, ma ben più allarmante furono le dimissioni di alcuni fidatissimi del Duce: attorno a lui si stava creando un vuoto.Invasione alleata e reazione italiana
Nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1943 le truppe alleate approdarono sulle coste della Sicilia.
Non potendo contare sull’aiuto di Hitler (impegnato in Russia), il generale Ambrosio consigliò a Mussolini di intavolare al più presto le trattative di pace con gli angloamericani, ma il Duce rifiutò categoricamente quest’alternativa.
Il 19 luglio Roma fu pesantemente bombardata dalle truppe alleate, ma Mussolini, incontratosi a Feltre con il Fuhrer non ebbe il coraggio di porre la questione dello sganciamento dell’Italia dalla guerra.
Caduta di Mussolini e armistizio
Queste azioni decretarono la fine del regime mussoliniano in Italia. Il re, infatti, temendo seriamente per la sopravvivenza della monarchia, decise di convocare il Gran Consiglio del Fascismo, che, guidato da Dino Grandi e Galeazzo Ciano, destituì il Duce nella notte tra il 24 e il 25 luglio.
Mussolini fu arrestato e portato in una località segreta sul Gran Sasso e il governo fu dato in mano a Badoglio.
Il 3 settembre 1943 Badoglio firma con gli Alleati, a Cassibile, un’ armistizio con il quale veniva siglata la resa incondizionata dell’Italia che da quel momento diventava un paese cobelligerante.
L’annuncio dell’armistizio venne dato l’8 settembre via radio. A partire da questo momento le truppe italiane furono mandate allo sbaraglio e lasciate senza ordini: tutto ciò causo migliaia di morti.
Il 9 settembre il Re e Badoglio abbandonano in gran segreto Roma per rifugiarsi a Brindisi dove nasce “lo stato del sud”.
Repubblica di Salò e resistenza
Il 12 settembre un reparto di paracadutisti dell’esercito tedesco libera Mussolini e lo porta in Germania. Qui ottiene dal Fuhrer il permesso di ricostruire uno stato fascista italiano e, sulle sponde del Lago di Garda, fonda la Repubblica di Salò. Questo stato riscosse solamente i consensi di quella parte del popolo profondamente fascista.
Dal momento in cui venne annunciato l’armistizio, nacquero i primi movimenti popolari che avevano come scopo quello di liberare il paese dagli occupatori nazisti. Per quasi 2 anni, migliaia di partigiani lottarono strenuamente per liberare la patria, senza alcun sostegno da parte del regno e avendo come solo punto di riferimento il Comitato di liberazione nazionale, formato dal partito d’Azione, dal Partito socialista di unità proletaria, dalla Democrazia cristiana insieme al Partito Liberale e dal Partito comunista.
Nei territori liberati vennero fondate delle “Repubbliche partigiane”.
Al movimento partigiano è dovuta la liberazione della città di Milano, il 25 aprile 1945, ma soprattutto il tentativo di salvare la reputazione dell’Italia nel panorama internazionale.
Divisione dell'Italia e lotta partigiana
Nel biennio 1943-1945 l’Italia si presentava divisa in tre realtà:
- Il sud del paese risentiva della presenza degli alleati che risalivano verso la capitale;
- Nella stessa zona risiedeva lo Stato del Sud, presieduto dal sovrano;
- Nel nord della nazione era forte la presenza nazi-fascista e, inoltre, va ricordata la presenza della Repubblica di Salò.
Nel 1944 Vittorio Emanuele III, nel tentativo di salvare la monarchia, decise di abdicare a favore di Umberto I, suo figlio.
Il leader del Partito comunista, Palmiro Togliatti, rispose a questo gesto tendendo una mano nei confronti di chi avesse voluto formare un governo di unità nazionale una volta liberato il Paese.
Attentato di via Rasella e Fosse Ardeatine
Le forze partigiane continuavano la loro lotta con qualsiasi mezzo a loro disposizione. Nel 1944 diedero vita all’attentato di via Rasella a Roma, nel quale persero la vita 33 ufficiali tedeschi. Come risposta a questo gesto, furono prelevati 335 reclusi dalle carceri romani e furono uccisi in quella che viene ricordata come l’operazione delle Fosse Ardeatine.
Tra maggio e giugno dello stesso anno, da alcuni generali tedeschi furono emanati una serie di ordini che imponevano la repressione di tutti i movimenti partigiani.
Cattura e morte di Mussolini
Mussolini venne catturato nei pressi di Dongo, mentre cercava di fuggire in Svizzera. Lì fu ucciso insieme all’amante Claretta Petacci. Entrambi furono portati a Milano, dove vennero appesi a testa in giù in Piazza Loreto.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali degli scioperi a Torino nel marzo 1943?
- Cosa accadde dopo lo sbarco degli alleati in Sicilia nel luglio 1943?
- Quali furono le conseguenze dell'armistizio firmato da Badoglio il 3 settembre 1943?
- Come reagì il movimento partigiano all'occupazione nazista dopo l'armistizio?
- Quali furono le conseguenze delle stragi del 1944?
Gli scioperi a Torino furono causati dall'insostenibile situazione economico-sociale, con prezzi in aumento e salari bloccati, portando Mussolini ad annunciare un aumento generale dei salari.
Dopo lo sbarco, Mussolini rifiutò di negoziare la pace, Roma fu bombardata, e il Gran Consiglio del Fascismo destituì Mussolini, portando all'arresto del Duce e alla formazione di un nuovo governo sotto Badoglio.
L'armistizio portò alla resa incondizionata dell'Italia, che divenne cobelligerante, ma causò disordine tra le truppe italiane, lasciate senza ordini, e migliaia di morti.
Il movimento partigiano si formò per liberare l'Italia dagli occupatori nazisti, fondando repubbliche partigiane e contribuendo alla liberazione di Milano il 25 aprile 1945.
Le stragi del 1944, come l'attentato di via Rasella e l'operazione delle Fosse Ardeatine, portarono a una dura repressione dei movimenti partigiani da parte dei tedeschi.