vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Il sionismo e l’idea della patria ebraica
Alla fine del XIX secolo in Europa, a causa dei violenti pogrom antiebraici scatenati in Russia e in Polonia, oltre che alle manifestazioni di antisemitismo nell’Europa Occidentale, nacque un movimento conosciuto come “Sionismo”.
Il nome del movimento deriva da “Sion” il nome del colle su cui sorse Gerusalemme e che talvolta è usato per indicare la città stessa.
Il movimento sosteneva la conservazione dell’identità ebraica tra gli israeliti sparsi nel mondo e la loro riunificazione in uno stato nazionale, che avrebbe posto fine alla Diaspora millenaria. Secondo i sionisti il nuovo stato per gli ebrei sparsi nel mondo doveva essere costituito nell’area della Palestina (allora facente parte dell’Impero Ottomano), ossia l’antica Terra Promessa da Dio al patriarca Abramo secondo quanto era scritto nell’Antico Testamento. Tuttavia la scelta per quanto riguarda il territorio del futuro stato non cadde subito sulla Palestina: alcuni esponenti del movimento pensavano a una “patria ebraica” in Africa, America Meridionale, Stati Uniti o Australia. L’idea della Palestina si affermò stabilmente solo dal 1917.
Il fondatore del Sionismo fu il giornalista ebreo austriaco Theodor Herzl. Egli era a Parigi nel 1895 per assistere al famoso “Caso Dreyfus”, scoppiato nel 1894. Dreyfus era un capitano dell’esercito francese di famiglia ebraica ed era stato falsamente accusato di essere una spia al soldo del governo tedesco. Il caso fece molto scalpore e dimostrò ancora una volta quanto fosse diffuso tra la gente il sentimento antisemita.
Il sionismo e l’idea della patria ebraica
(fine del XIX sec. – inizi del XX sec.)
Alla fine del XIX secolo in Europa, a causa dei violenti pogrom antiebraici
scatenati in Russia e in Polonia, oltre che alle manifestazioni di antisemitismo
nell’Europa Occidentale, nacque un movimento conosciuto come “Sionismo”.
Il nome del movimento deriva da “Sion” il nome del colle su cui sorse
Gerusalemme e che talvolta è usato per indicare la città stessa.
Il movimento sosteneva la conservazione
dell’identità ebraica tra gli israeliti sparsi nel
mondo e la loro riunificazione in uno stato
nazionale, che avrebbe posto fine alla Diaspora
millenaria. Secondo i sionisti il nuovo stato per gli
ebrei sparsi nel mondo doveva essere costituito
nell’area della Palestina (allora facente parte
dell’Impero Ottomano), ossia l’antica Terra
Promessa da Dio al patriarca Abramo secondo
quanto era scritto nell’Antico Testamento. Tuttavia
la scelta per quanto riguarda il territorio del futuro
stato non cadde subito sulla Palestina: alcuni
esponenti del movimento pensavano a una “patria
ebraica” in Africa, America Meridionale, Stati Uniti
o Australia. L’idea della Palestina si affermò
stabilmente solo dal 1917.
Il fondatore del Sionismo fu il giornalista ebreo austriaco Theodor Herzl. Egli era
a Parigi nel 1895 per assistere al famoso “Caso Dreyfus”, scoppiato nel 1894.
Dreyfus era un capitano dell’esercito francese di famiglia ebraica ed era stato
falsamente accusato di essere una spia al soldo del governo tedesco. Il caso
fece molto scalpore e dimostrò ancora una volta quanto fosse diffuso tra la
gente il sentimento antisemita.
Theodor Herzl espose il suo pensiero nel libro intitolato “Der Judenstaat” (Ted.
“Lo stato ebraico), uscito nel 1896. Nel libro l’autore afferma l’impossibilità di
una piena e definitiva integrazione degli ebrei all’interno della società nei Paesi
in cui essi erano presenti, o per meglio dire afferma che essa sarebbe possibile
a una condizione impossibile, ossia che agli ebrei, da secoli vittime di pregiudizi
e persecuzioni, fosse stato permesso di vivere in pace per almeno due
generazioni.
Tra la fine dell’Ottocento e lo scoppio della prima guerra mondiale si assisté ad
un flusso migratorio sempre più consistente di ebrei verso la Palestina. Nel
periodo suddetto si possono identificare due distinte ondate migratorie,
chiamate “Aliyah”, un termine derivante dalla lingua ebraica e che si può
tradurre come pellegrinaggio. Furono soprattutto ebrei provenienti dall’Europa
dell’Est a stabilirsi in quello che poi diventerà Israele, persone desiderose di
fuggire da una vita segnata da violenze gratuite e pogrom.
Con i finanziamenti della comunità ebraica mondiale e di una Banca Nazionale
Ebraica appositamente istituita, i migranti iniziarono ad acquistare terre in
Palestina per stabilirvisi. La popolazione di fede ebraica della regione passò