Concetti Chiave
- On September 1, 1939, Germany invades Poland without a formal declaration of war, using the "blitzkrieg" technique to divide Poland between Germany and the USSR, imposing a brutal occupation regime.
- On May 10, 1940, Hitler bypasses the Maginot Line by attacking neutral Belgium, the Netherlands, and Luxembourg, leading to the fall of France and the establishment of a collaborative regime in Vichy.
- On June 22, 1941, Germany launches Operation Barbarossa against the Soviet Union, aiming for a quick victory, but the operation turns into a war of attrition due to the harsh Russian winter and Soviet resistance.
- On December 7, 1941, Japan attacks Pearl Harbor, prompting the United States to enter World War II, while initially achieving numerous successes in the Pacific.
- On June 6, 1944, the Allies launch the Normandy landings (D-Day), marking a turning point in the war with the start of the liberation of Western Europe from Nazi occupation.
Indice
- Invasione della Polonia e reazioni internazionali
- La strana guerra e l'Italia impreparata
- Conflitti in Scandinavia e Francia
- L'operazione Seelowe e la resistenza inglese
- Espansione dell'Asse e intervento tedesco
- Operazione Barbarossa e guerra in Oriente
- Carta atlantica e alleanze antifasciste
- Svolta nella guerra: Stalingrado e Africa
- Conferenze alleate e sbarco in Normandia
- Avanzata alleata e resistenza tedesca
- Conferenza di Jalta e resa tedesca
- Fine della guerra e resa giapponese
Invasione della Polonia e reazioni internazionali
Senza nessuna dichiarazione formale di guerra la Germania invade la Polonia e grazie alla tecnica della ‘guerra lampo, la quale prevedeva rapide offensive condotte congiuntamente con l’aiuto dei mezzi corazzati e di bombardamenti mirati a spaventare la popolazione civile e a stroncare il morale delle truppe avversarie.
La Polonia, concordemente a quanto dichiarato nel documento, venne spartita fra URSS e Germania la quale impose un brutale regima di occupazione e tentò in tale modo di cancellarne fisionomia politica e culturale del popolo e sopprimendo con la violenza qualsiasi.La strana guerra e l'Italia impreparata
Vincolate dall’alleanza stipulata in agosto Francia e Inghilterra dichiarano guerra alla Germania ma nonostante questo si astengono dall’intraprendere qualsiasi iniziativa militare, principalmente a causa dei numerosi dissidi interni dei loro governi, e per questo motivo il periodo che va dal settembre del 1939 al maggio del 1940 venne chiamato ‘strana guerra’ o ‘finta guerra’ in quanto esse si limitarono a rimanere in attesa dello sviluppo degli eventi confidando nella capacità difensiva delle loro postazioni. Stati Uniti e Giappone rimangono invece neutrali. L’Italia invece quando scoppiò il conflitto fra Polonia e Germania era del tutto impreparata a sostenere una guerra -ciò era dovuto alla mancanza di materie prime, inadeguatezza degli equipaggiamenti e dell’aviazione e una scarsa motorizzazione delle truppe- e di ciò erano consapevoli sia gli industriali, sia gli alti gradi dell’esercito, sia il clero, sia alcuni fascisti meno estremisti e Mussolini stesso che decise quindi di dichiarare la non belligeranza avvalendosi del fatto che, a differenza di quanto previsto dal patto d’acciaio, la Germania non aveva consultato Roma circa la decisione di invadere la Polonia.
L’URSS muove guerra alla Finlandia con il pretesto che non aveva voluto concedergli la regione della Carelia, utile ai sovietici in virtù del vantaggio difensivo che essa avrebbe comportato in caso di un attacco da ovest. Anche se la campagna militare si dimostrò più impegnativa di quanto previsto la Finlandia alla fine cedette il territorio conteso ma riuscì comunque a mantenere la propria indipendenza.
Conflitti in Scandinavia e Francia
La Germania invade la Danimarca e la Norvegia incontrando rispettivamente una facile vittoria e una forte resistenza, sostenuta anche grazie alle truppe britanniche, riuscendo però in entrambi i casi a completare l’occupazione, ottenendo così un polo strategico in quanto la Norvegia era ricca di risorse e soprattutto di ferro e minerali e permetteva inoltre di isolare e indebolire l’Inghilterra.
Hitler assalta -anche se neutrali- il Belgio, l’Olanda e il Lussemburgo riuscendo così ad aggirare da Nord la linea Maginot e poi sfruttando il massiccio delle Ardenne, lasciato sguarnito perché considerato una barriera naturale, furono in grado di superarla e di accerchiare le truppe che furono quindi costrette a lasciare la Francia alla volta dell’Inghilterra con l’aiuto del contingento britannico che Hitler ordinò di non distruggere sperando ancora in un possibile accordo con il governo inglese (ci furono infatti numerosi tentavi di pace fra Germania e Inghilterra dovuti al fatto che entrambi erano imperi ed entrambi anticomunisti). Svanita completamente questa occasione l’occupazione riprese e il 14 giugno la Germania entrò a Parigi. Tuttavia l’armistizio si ebbe solo quando al posto di un consigliere favorevole ad una resistenza ad oltranza venne sostituito da uno che invece era favorevole a trattare con i nazisti: la Francia firmò l’armistizio e venne quindi divisa in due in quanto tre quinti del territorio, la zona nord dello stato e quindi anche Parigi, finì sotto la giurisdizione tedesca mentre la parte meridionale fu affidata a un governo francese, che risultava essere a tutti gli effetti un regime collaborazionista, con sede a Vichy dove venne elaborata una nuova costituzione basata sui valori del tradizionalismo e del conservatorismo. La rapida conquista della Francia costrinse molti francesi che non vollero sottomettersi a Hitler a fuggire in Gran Bretagna ma spinse anche molti stati a riconsiderare la loro posizione: sebbene protetti dalle recenti conquiste l’URSS temeva infatti che la Germania potesse decidere di muovergli guerra mentre gli Stati Uniti temevano che anche l’Inghilterra, ormai rimasta sola, sarebbe presto caduta. Il presidente Roosevelt avvia la preparazione dell'esercito ad un ipotetica guerra e fornisce rifornimenti all'Inghilterra; una volta rieletto intensifica tale preparazione emanando il Land-Lease Act con cui autorizzava il governo a regalare o a vendere (ricevendo solo alla fine della guerra il compenso) equipaggiamenti e rifornimenti e attrezzando l'apparato industrial-militare in modo tale da poter fornire agli Alleati navi, aerei, autocarri, carri armati, artiglieria, munizioni e esplosivi (consentendo così anche la definitiva ripresa dell'industria e dell'economia dopo la crisi del '29).
L’Italia entra in guerra contro la Francia in quanto, visto la rapidità con cui Hitler stava conducendo la guerra, temeva che la guerra si sarebbe potuta concludere di lì a poco e necessitava quindi di entrare in guerra e avere almeno formalmente qualche morto e condotto almeno qualche campagna militare, seppur contro un esercito già sconfitto e seppur non ancora del tutto pronta ad affrontare una guerra, così da poter figurare fra le potenze vincitrici e potersi avvantaggiare dei benefici della vittoria che pareva ormai ovvia e poter quindi richiedere un’area di espansione economica; Mussolini annunciò il 10 giugno l’entrata in guerra presentandola come un ulteriore passo lungo il cammino di riscatto economico e politico dell’Italia. Il giorno prima dell’armistizio con la Germania l’Italia sferrò quindi un’offensiva sulle Alpi senza però ottenere, nei tre giorni di combattimenti che precedettero l’armistizio fra Italia e Francia, alcun risultato significativo sul piano militare.
L'operazione Seelowe e la resistenza inglese
Prima mossa dell’Inghilterra che, decisa a resistere fino alla fine (decisione a cui era favorevole anche l’opinione pubblica), distrussero la flotta francese per evitare che venisse utilizzata dalla Germania. Rispetto all’asse l’Inghilterra vantava una flotta da combattimento largamente superiore e un’aviazione di altissima qualità, seppur inferiore numericamente.
Intanto Hitler avvia l’operazione Seelowe con cui intendeva occupare l’Inghilterra; essa prevedeva di sconfiggere dapprima l’aviazione inglese e di abbattere il morale della popolazione con bombardamenti sistematici delle città e infine di vincere la flotta inglese. Fra luglio e ottobre si susseguirono una serie di durissimi scontri aerei fra le due potenze passati alla storia come battaglia di Inghilterra e numerosissimi bombardamenti che tuttavia non produssero l’effetto sperato: grazie all’efficienza dell’apparato militare-industriale e grazie ai rifornimenti provenienti dai dominions svanì la possibilità di fare di questa operazione una guerra lampo e Hitler fu costretto a rimandare l’occupazione dell’Inghilterra.
Patto tripartito che lega Germania, Italia e Giappone.
L’andamento iniziale dell’Inghilterra prospetta un’imminente vittoria e Mussolini decide quindi di ricavarsi una sfera di influenza scardinando la presenza inglese nel Mediterraneo conducendo contro di essa una guerra parallela ma autonoma. Nonostante alcuni temporanei successi alla fine l’Italia, a causa dell’inadeguatezza degli armamenti e della mancanza di direttive sul piano strategico, è costretta alla resa e mentre l’Inghilterra continua a controllare l’intero bacino e le coste europee e africane si delinea per l’Italia l’impossibilità di condurre una guerra autonoma.
Espansione dell'Asse e intervento tedesco
L’esercito italiano attacca la Grecia ma questa scelta strategica -volta a ristabilire i rapporti di forza interni all’Asse- finisce in realtà per aggravare la situazione in quanto a causa dell’impreparazione dei mezzi e dell’esercito le truppe italiane sono costrette a ripiegare causando così il crollo della fiducia degli italiani e della credibilità del Duce e la subordinazione dell’esercito italiano alle scelte strategiche tedesche.
Le truppe tedesche intervengono in Africa in aiuto all’esercito italiano e con un abile guerra di movimento costringono gli inglesi ad abbandonare parte dei terreni perduti evitando così l’espulsione dell’Italia dai territori libici ma decretandone così la definitiva subordinazione.
Le truppe tedesche intervengono in aiuto dell’Italia sia in Iugoslavia, che firma quindi un armistizio cessando di essere uno stato sovrano e venendo annesso all’Italia, sia in Grecia, che firma quindi un armistizio e venendo così sottoposta ad un regime di occupazione italo-tedesco. Questi due interventi servivano in realtà anche a garantire alla Germania un retroterra sicuro per la futura invasine dell'URSS.
Giappone stipula un patto di neutralità con l'URSS.
Operazione Barbarossa e guerra in Oriente
Viene dato avvio all'operazione Barbarossa, un piano che prevedeva l'adozione delle tecniche della guerra lampo e del rapido sfondamento per la conquista dell'Unione Sovietica, la cui conquista avrebbe consentito ad Hitler di impadronirsi di numerose risorse (soprattutto i territori a ovest degli Urali gli avrebbero fornito grano, petrolio, materie prime, minerali, manodopera a buon mercato e la possibilità di schiavizzare parte della popolazione per la macchina bellica tedesca) e di conquistare un vastissimo "spazio vitale". Le truppe tedesche, affiancate da un corpo di spedizione italiano che si rivelò però mal equipaggiato, colsero alla sprovvista l'Armata Rossa (si aspettava che avrebbe prima concluso la guerra con l'Inghilterra ed inoltre era ancora in difficoltà a causa delle purghe e impreparate a una guerra di movimento) riuscendo così a avanzare notevolmente lungo le tre diverse direzioni di marcia ossia quella a nord verso Leningrado, a sud verso l'Ucraina e al centro verso Mosca. Per la vittoria Hitler confidava sulla riuscita della guerra lampo così da concludere l'operazione prima dell'inverno russo ma anche su una crisi del gruppo dirigente e una conseguente ribellione delle diverse nazionalità. Fin da subito la guerra assunse i caratteri di una guerra di annientamento di massa per via della forte connotazione ideologica attribuitale dal Fuhrer, che la dipingeva come una crociata contro il giudaismo bolscevico e contro i piani complottistici a danno della Germania ariana che stavano venendo architettati a Mosca, e per via della tassativa direttiva di distruggere qualsiasi forma di opposizione con la forza e di non fare prigionieri.
Approfittando della guerra in atto il Giappone amplia la sua politica espansionistica aggiungendo, oltre alla guerra con la Cina iniziata nel '37, un piano di penetrazione delle colonie europee riuscendo a conquistare l'Indocina francese. Viene quindi decretato per il Giappone un blocco commerciale ed esso, povero di materie prime, è costretto a scegliere fra ritirare le truppe da Indocina e Cina e riprendere l'acquisto di petrolio dagli USA o procedere con la politica di potenza e ricavare tali materie dai territori conquistati; l'elezione di un generale simpatizzante per l'Asse fra propendere per la seconda opzione.
Carta atlantica e alleanze antifasciste
Roosevelt e Churchill firmano La Carta atlantica in cui sancivano in orto punti di ispirazione wilsoniana di essere impegnati in una guerra antifascista e i principi su cui si sarebbe basato il mondo conclusa la guerra ossia 1) rinuncia dei vincitori a guadagni territoriali, 2) no possibilità di modificare confini senza assenso degli interessati, 3) diritto all'autodeterminazione dei popoli, 4) no forza nel regolare i rapporti fra stati, 5) incentivare la cooperazione economica.
Hitler controlla buona parte del territorio e delle risorse e l'Armata Rossa si trova in seria difficoltà.
Hitler non è ancora riuscito a conquistare Mosca e la sua speranza in un crollo del governo va in fumo in quanto esso si riunisce attorno alla figura carismatica di Stalin che ordina una ritirata di massa delle truppe, riorganizza rapidamente l'esercito e ordina di dare il via a una guerra patriottica e partigiana basata sulla tecnica della terrabruciata così da evitare che beni e rifornimenti cadessero in mano tedesca.
L'Armata Rossa contrattacca e con l'avvento dell'inverno la guerra si trasforma in una guerra di usura, risultando quindi sfavorevole per i soldati non abituati e mal riforniti dell'Asse.
Senza preavviso l'aviazione giapponese attacca Pearl Harbor. Vengono così meno le resistenze favorevoli all'isolazionismo che dominavano l'opinione pubblica e il governo e gli USA entrano in guerra. Nei mesi successivi il Giappone colleziona numerosi successi nel Pacifico e arriva a minacciare India e Australia.
Nella conferenza di Washington le 26 nazioni in lotta (I Big Three, le nazioni del Commonwealth e i territori occupati) contro il nazifascismo deliberano una strategia comune e sottoscrivono il patto delle Nazioni Unite che prevedeva l'adesione alla Carta atlantica, la rinuncia in ogni caso a contrattare la pace con il nemico e l'impegno a impiegare tutte le risorse possibili.
Le forze del Patto tripartito sono al culmine della loro espansione infatti il Giappone controllava la Cina e le Isole del Pacifico, in Russia e Africa l'offensiva dell'Asse era ripresa e o sottomarini tedeschi ostacolavano il rifornimento dell'Inghilterra.
Svolta nella guerra: Stalingrado e Africa
Iniziano ad apparire i primi cenni di crisi dell'Asse infatti contrariamente a quanto previsto il potere dell'URSS ne era uscito rafforzato, l'Inghilterra aveva retto il confronto con i sottomarini tedeschi, gli Stati Uniti erano entrati in guerra e la Germania non era adeguatamente sostenuta dagli alleati (le battaglie sostenute dal Giappone risultavano distaccate rispetto al resto d'Europa e l'Italia continuava ad avere insuccessi). Il momento di svolta si ebbe con la battaglia di Stalingrado infatti i tedeschi ripresero l'offensiva ma dopo un lungo assedio i tedeschi furono costretti ad arrendersi, rappresentando così la prima grande sconfitta del Terzo Reich e il simbolo che potevano essere bloccati.
Si verifica un ulteriore rovescio per l’Asse in quanto gli inglesi, nell’operazione Torch, sfondano le linee nemiche e costringono dapprima le truppe italo-tedesche in Tunisia e in seguito riconquistano tutta l’Africa settentrionale, punto strategico anche per lo sbarco in Italia.
Churchill, Roosevelt e Stalin si riuniscono nella conferenza di Casablanca dove decidono lo sbarco in Italia -scelta per la difficile condizione militare in cui versava, per il progressivo indebolirsi del regime, la maggior facilità di sbarco rispetto ad altri luoghi, il desiderio di non concedere all’URSS di sbarcare in Francia- e la resa incondizionata come unica forma di concordato possibile con l’Asse.
Mossi dalle dure condizioni di vita nelle città industriali, la perdurante crisi economica e i continui bombardamenti a Nord scoppiano una serie di scioperi operai.
Conquistata l’isola di Pantelleria gli Alleati con l’operazione Husky sbarcano in Sicilia e in poche settimane conquistano l’isola. I soldati anglo-americani vengono accolti dalla popolazione ormai scollata dal regime come veri e propri liberatori e come speranza per la conclusione della guerra.
Dopo che alcuni personaggi vicino al re, esponenti dell’esercito, del pensiero liberale e della classe industriale ebbero iniziato a valutare la possibilità di un eventuale uscita di scena di Mussolini e la possibilità quindi di una pace separata con gli Alleati, si svolge la seduta del Gran Consiglio del fascismo e i più moderati del regime sfiduciano Mussolini chiedendo il ripristino delle funzioni statali. Inoltre Mussolini, recatosi dal re per il loro incontro settimanale, viene costretto a dare le dimissioni, arrestato e confinato al Gran Sasso. AL suo posto il re chiama il generale Badoglio, che si affretta a confermare a Berlino il proseguire della guerra accanto alla Germania (per paura di una sua reazione). Nonostante questo la notizia della fine del regime dà vita a numerose manifestazioni popolari in quanto associata alla possibilità di un’imminente fine del conflitto.
Nonostante quanto garantito alla Germania Badoglio da subito avvio alle trattazioni con gli Alleati giungendo a firmare una resa incondizionata con essi a Cassabile, anche se essa viene comunicata alla popolazione solo l’8 settembre.
l’Italia dichiara guerra alla Germania.
Conferenze alleate e sbarco in Normandia
Roosevelt, Churchill e Stalin si incontrano nella conferenza di Teheran per istituire, come già da tempo la Repubblica chiedeva così da alleggerire le pressioni sull’Armata Rossa, un nuovo fronte in Europa e stabilire quindi una strategia per concludere il conflitto; Churchill propone di scegliere i Balcani, temendo che altrimenti l’URSS si sarebbe potuta espandere verso Est con la sconfitta della Germania e la conclusione della guerra, mentre gli Stati Uniti proposero la Francia. In virtù della loro maggiore forza negoziale -data dalla maggior forza militare- vinse la proposta dell’America e in particolare venne scelta la Normandia; per garantire il successo dell’operazione Overlord attuarono una serie di strategie quali: sbarcare lungo le coste della Normandia in quanto per via delle coste impervie i tedeschi meno si aspettavano un attacco concentrando quindi le difese presso Calais, attuare una ben pianificata opera di disinformazione (gli Alleati fecero infatti sì che la Spagna -neutrale ma appoggiava i nazifascisti- trovasse il corpo di un soldato inglese di un incidente aereo che portava con sé i documenti relativi all’operazione di sbarco in Normandia e fecero anche sì che dai giornali inglesi trapelasse la notizia di tale ritrovamento spingendo così i tedeschi che essi avrebbero indubbiamente cambiato posto), far in modo che venissero inviati quanti più soldati possibili sul fronte italiano, bombardare e lanciare paracadutisti oltre le linee difensive tedesche prima dello sbarco così che essi -accolti e nascosti dalla resistenza- sabotassero le postazioni tedesche.
I soldati anglo-americani sbarcarono su cinque diverse spiagge, nonostante l’elevatissimo numero di vittime, riuscirono a cogliere alla sprovvista le truppe tedesche e dare il via alla conquista del continente.
Avanzata alleata e resistenza tedesca
Dopo aver spostato le attività produttive a est di Mosca permettendo così di assicurare rifornimenti adeguati all’esercito l’Armata Rossa lancia un contrattacco spezzando l’assedio di Leningrado e liberando alcuni stati dell’est e giungendo fino a Varsavia, liberata con un’insurrezione popolare dai partigiani che volevano dimostrare di essersi liberati senza l’aiuto sovietico.
Gli alti ufficiali dell’esercito tedesco organizzano un attentato al Fuhrer con l’intento di farvi seguire un colpo di stato e, fatto capitolare Hitler, poter negoziare una pace separata con gli Alleati ma falliscono.
Gli inglesi sbarcano in Grecia liberando Atena e i partigiani iugoslavi liberano Belgrado.
Poiché con lo sviluppo degli eventi i rapporti di forza all’interno degli Alleati erano mutati, si erano infatti accentuati sia la dipendenza economica e militare dell’Inghilterra dagli Stati Uniti sia il ruolo e il prestigio dell’URSS, occorreva ridefinire gli accordi pertanto nella Conferenza di Mosca Churchill e Stalin sanciscono le rispettive sfere di influenza nei Balcani.
La Germania è ridotta allo stremo infatti i suoi domini e le sue conquiste stanno via via venendo liberati o riconquistati da partigiani e alleati, le città tedesche erano oggetto di bombardamenti a tappeto con lo scopo di abbattere il morale della popolazione e distruggere le industrie belliche, si trovava a dover affrontare il flusso ininterrotto di profughi tedeschi che fuggivano dalle regioni orientali minacciate dai sovietici e la forza aerea tedesca era ormai scomparsa dalla scena ma nonostante questo Hitler non esitò a proseguire il conflitto dichiarando la “guerra totale” estendendo la chiamata alle armi ai ragazzi di sedici anni e ai sessantenni ordinando di fare “terra bruciata” dinanzi al nemico.
Conferenza di Jalta e resa tedesca
Nella Conferenza di Jalta vengono decise le sorti della Germania, perfezionati gli accordi sul destino degli altri paesi e definita la nascita dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Le truppe Alleate superano il Reno e dilagano in tutta la Germania e intanto l’Armata Rossa continua ad avanzare fino a Berlino.
Hitler capisce che non c’è più alcuna possibilità di vittoria e si suicida.
Donitz, che assunse la reggenza temporanea, tenta di negoziare una pace separata ma è costretto a firmare la resa incondizionata.
Fine della guerra e resa giapponese
Poiché gli Stati Uniti necessitava di porre fine a una guerra così dispendiosa in vita umane e finanziamenti e poiché si erano resi conto con la battaglia di Okinawa dell’impossibilità di attaccare il Giappone via mare nella conferenza di Postdam gli Alleati e la Cina sottoposero un ultimatum al Giappone e gli U.S.A. dichiararono, quando egli rifiutò, di essere intenzionati ad utilizzare la bomba atomica, desiderosi tanto di porre fine alla guerra quando di dare un’incontestabili dimostrazione di forza all’URSS che già durante la guerra aveva manifestato il proprio intento di espandersi a guerra conclusa.
Viene sganciata su Hiroshima la prima bomba atomica ad uranio.
Viene sganciata su Nagasaki la prima bomba a plutonio e l’URSS attacca i presidi giapponesi.
Il Giappone dichiara la resa, firmando poco dopo la capitolazione.
Domande da interrogazione
- Qual è stato l'evento che ha segnato l'inizio della Seconda guerra mondiale?
- Perché il periodo tra settembre 1939 e maggio 1940 è stato chiamato "strana guerra"?
- Quali furono le conseguenze dell'invasione tedesca della Francia nel 1940?
- Come reagirono gli Stati Uniti all'espansione dell'Asse durante la guerra?
- Quali furono gli eventi chiave che portarono alla fine della guerra in Europa?
La Seconda guerra mondiale è iniziata il 1 settembre 1939, quando la Germania ha invaso la Polonia senza una dichiarazione formale di guerra, utilizzando la tecnica della "guerra lampo".
È stato chiamato "strana guerra" perché, nonostante la dichiarazione di guerra alla Germania da parte di Francia e Inghilterra il 3 settembre 1939, non ci furono iniziative militari significative a causa dei dissidi interni nei loro governi.
L'invasione portò alla rapida conquista della Francia, che fu divisa in due: la parte settentrionale sotto giurisdizione tedesca e la parte meridionale sotto un governo collaborazionista con sede a Vichy.
Gli Stati Uniti, inizialmente neutrali, fornirono rifornimenti all'Inghilterra e, dopo l'attacco a Pearl Harbor nel dicembre 1941, entrarono in guerra contro le potenze dell'Asse.
Gli eventi chiave includono lo sbarco in Normandia il 6 giugno 1944, l'avanzata dell'Armata Rossa fino a Berlino, il suicidio di Hitler il 30 aprile 1945, e la resa incondizionata della Germania il 7 maggio 1945.