Concetti Chiave
- I primi anni di Albert Schweitzer sono segnati dalla storia dell'Alsazia, regione influenzata dalla cultura tedesca e francese.
- Schweitzer si formò in filosofia, teologia e musicologia all'Università Imperiale di Strasburgo, diventando un accademico e musicista di fama.
- Nonostante i suoi successi in Europa, decise di dedicarsi completamente all'umanità, fondando un ospedale a Lambaréné dopo aver studiato medicina tropicale.
- Durante la Prima Guerra Mondiale, Schweitzer fu internato in Europa e predicò l'importanza della responsabilità delle nazioni e della riconciliazione umana.
- Il suo lavoro umanitario e la sua filosofia basata sulla "riverenza per la vita" gli valsero il Premio Nobel per la Pace e un riconoscimento globale.
Indice
Infanzia e formazione di Schweitzer
I primi anni di Albert Schweitzer si fondono con la tormentata storia dell'Alsazia.
Nato nel 1875 nel villaggio di Kaysersberg, non lontano da Colmar, Schweitzer era, di fatto, cittadino tedesco, essendo l'Alsazia stata annessa alla Germania dal Trattato di Francoforte quattro anni prima, nel 1871.
Figlio di Louis Schweitzer, un pastore protestante, e Adèle Schillinger, figlia anch’essa di un pastore, Schweitzer annoverò principalmente tra i suoi antenati degli insegnanti da cui ereditò la passione per l'educazione. Nella famiglia Schweitzer si parlava il dialetto alsaziano e si scambiavano lettere in francese. Per quanto riguarda l'educazione religiosa, protestante, essa si teneva in tedesco.
Carriera accademica e musicale
Dopo aver studiato al Liceo di Mulhouse, la più francofila delle città dell'Alsazia, nel 1893, Schweitzer si iscrisse all'Università Imperiale di Strasburgo, i cui insegnanti, per lo più emigranti tedeschi, avevano il compito di germanizzare l’ élite alsaziane. Studiò contemporaneamente filosofia e teologia, seguendo anche corsi di musicologia: nel 1899, dopo un soggiorno a Parigi e a Berlino, divenne dottore in filosofia, con una tesi su Kant; l'anno seguente, una tesi sull'Ultima Cena gli conferì il dottorato in teologia e, successivamente, conseguì un'abilitazione su Gesù (1901).
Dal 1902 al 1912 insegnò Nuovo Testamento presso la Facoltà di Teologia Protestante, come docente privato. Fu durante questo periodo che scrisse al critico musicale Gustav von Lüpke: "È compito dei pochi alsaziani che sono ancora in grado di padroneggiare sia le culture che le lingue per praticare il contrabbando idee tra Francia e Germania su larga scala". Come musicista, Schweitzer si prefisse il compito di far conoscere Bach in Francia: nel 1905 pubblicò, in francese, J. S. Bach, il musicista-poeta; membro attivo della Société Bach de Paris, fondata nel 1904 da Gustave Bret, ne fu, fino al 1912, l’organista ufficiale.
Musicista di fama, insegnante apprezzato dai suoi allievi e invidiato da molti colleghi, Schweitzer era stato anche vicario della parrocchia di Saint-Nicolas a Strasburgo dal 1900. Predicatore coraggioso, denunciò le estorsioni del colonialismo; in concomitanza con le due crisi marocchine (1905 e 1911), mettendo in guardia contro l'ascesa del nazionalismo in Europa.
Impegno sociale e missionario
I suoi successi in campo letterario, artistico e pastorale non furono sufficienti a soddisfare questo "uomo universale", come egli stesso si dipingeva: dal 1896 aveva giurato di dedicarsi agli altri fin dall’età di trent'anni. Dopo aver svolto un lavoro nell’ambito sociale a Strasburgo, nel 1905 offrì i suoi servizi alla missione di Parigi: prima come missionario con conoscenze mediche, poi come medico. I suoi studi di medicina, completi, si conclusero nel 1912 con una specializzazione in medicina tropicale. Al termine di questa estenuante formazione (non abbandonò i suoi doveri di accademico e pastore, né la sua attività di musicista), il 21 marzo 1913, partì per Lambaréné, nel Congo francese, accompagnato dalla moglie, una giovane donna sensibile e colta che sostenne il suo progetto fin dall'inizio, studiando anche infermieristica per assisterlo al meglio.
Ritorno in Europa e predicazione
Nell'aprile del 1913, gli Schweitzer si misero al lavoro e i malati da curare furono sempre più numerosi. Tuttavia, la prima guerra mondiale ostacolò il progetto: nel settembre 1917, come cittadini tedeschi, furono rimandati in Europa e internati a Bordeaux, poi in Garaison e Saint-Rémy-de-Provence. Tornato in Alsazia nell'estate del 1918, malato e con problemi di ordine finanziario, Schweitzer riprese il suo incarico di vicario a Saint-Nicolas. In autunno, predicò sulla responsabilità di tutte le nazioni europee nel conflitto che stava finendo, e sostenne l’esigenza di un'umanità riconciliata, che finalmente prendesse sul serio il comandamento: "Non uccidere". Pochi mesi dopo, nel 1919, pronunciò le sue famose prediche sulla "riverenza per la vita". Nella sua opera Filosofia della civiltà (1923), fece di questo principio la forza trainante del recupero dell'umanità: "Il bene è mantenere e promuovere la vita". Oppositore del razzismo e sensibile alla sofferenza degli animali, Schweitzer promosse la solidarietà tra tutte le creature.
Diffusione delle idee umanitarie
La diffusione delle sue idee e il riconoscimento della comunità internazionale
Nel 1924, conferenze e concerti gli fornirono i mezzi finanziari per ritornare in Africa. À l'orée de la forêt vierge (1921) e Les Souvenirs de mon enfance (1924) fecero conoscere la sua opera umanitaria. Tra le due guerre, l'ospedale di Lambaréné si sviluppò notevolmente, e Schweitzer attirò collaboratori di tutte le nazionalità; I soggiorni in Europa, con visite e conferenze, gli permisero di far aderire alle sue opinioni umanitarie coloro che prime gli erano stati contrari e lo avevano ostacolato. Durante la Seconda guerra mondiale, il suo ospedale curò feriti provenienti da entrambe le parti.
Riconoscimento internazionale e attivismo
Gli anni del dopoguerra sono quelli del riconoscimento: il Times lo proclama “il più grande uomo del mondo”) e nel 1952 all'Accademia delle Scienze Morali lo individua per l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace. Schweitzer approfittò della sua notorietà per seguire Einstein contro i test nucleari e la corsa agli armamenti atomici (1957-1958); in particolare, riuscì a garantire che, per un certo periodo, russi, americani e inglesi cessassero gli esperimenti a terra e in mare. Tuttavia, in Occidente, questo impegno gli valse molti detrattori e, nel contesto della decolonizzazione, la gente amava anche ridicolizzare il suo paternalismo. Tuttavia, Schweitzer non si preoccupava di queste critiche: era supportato da un team competente e affidabile; i pazienti di Lambaréné, apprezzavano la profonda umanità di questo "strano Bianco", che, nei suoi rapporti con loro, metteva in pratica lo slogan: "Sarete tutti fratelli... »
L'ultimo soggiorno in Africa terminò con la sua morte, avvenuta il 4 settembre 1965. È sepolto a Lambaréné, accanto alla moglie.
Domande da interrogazione
- Quali sono state le origini e l'educazione di Albert Schweitzer?
- Come ha contribuito Schweitzer alla diffusione della cultura musicale?
- Qual è stato il ruolo di Schweitzer durante la prima guerra mondiale?
- Quali sono stati i principali contributi di Schweitzer all'umanitarismo e alla medicina?
- Come è stato riconosciuto il lavoro di Schweitzer a livello internazionale?
Albert Schweitzer è nato nel 1875 a Kaysersberg, Alsazia, da una famiglia di insegnanti e pastori protestanti. Ha studiato filosofia, teologia e musicologia all'Università Imperiale di Strasburgo, conseguendo dottorati in filosofia e teologia.
Schweitzer si è dedicato a far conoscere Bach in Francia, pubblicando un libro su di lui in francese nel 1905 e diventando l'organista ufficiale della Société Bach de Paris fino al 1912.
Durante la prima guerra mondiale, Schweitzer e sua moglie furono internati in Europa come cittadini tedeschi. Tornato in Alsazia, predicò sulla responsabilità delle nazioni europee nel conflitto e sull'importanza di una umanità riconciliata.
Schweitzer fondò un ospedale a Lambaréné, nel Congo francese, dopo aver completato i suoi studi in medicina. Promosse la solidarietà tra tutte le creature e combatté contro il razzismo e la sofferenza degli animali.
Schweitzer ricevette il Premio Nobel per la Pace nel 1952 e utilizzò la sua notorietà per opporsi ai test nucleari e alla corsa agli armamenti atomici. Nonostante le critiche, continuò il suo lavoro umanitario a Lambaréné fino alla sua morte nel 1965.