Concetti Chiave
- Nel 1848 in Italia si avvicina la possibilità del neoguelfismo con l'unione di alcuni stati contro l'Austria, ma Pio IX rifiuta di partecipare alla guerra.
- La ritirata del Granducato di Toscana e del Regno delle Due Sicilie provoca rivolte, culminando nell'assassinio del primo ministro pontificio Pellegrino Rossi a Roma.
- A Roma viene proclamata la Repubblica Romana, con un triumvirato guidato da Giuseppe Mazzini, mentre Pio IX si rifugia a Gaeta.
- Le truppe francesi sbarcano a Civitavecchia per restaurare il potere papale, affrontando la resistenza dei volontari, tra cui Giuseppe Garibaldi.
- In Toscana, le rivolte portano alla fuga del granduca e alla formazione di un governo democratico, prima che l'esercito riprenda il controllo e ripristini i vecchi governi.
Il neoguelfismo e la guerra
In Italia l'ipotesi del neoguelfismo sembra quasi per realizzarsi fino a quando il Regno delle Due Sicilie, Il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio si uniscono al Regno di Sardegna impegnato nella guerra contro l'Austria.
Pio IX, sovrano dello Stato Pontificio rifiuta la partecipazione alla guerra, perché non accetta una guerra dove i due rivali sono cattolici. Anche il Granduca di Toscana e Federico II di Borbone si ritirano e questo provoca numerose rivolte.
Rivolte e fuga di Pio IX
A Roma un gruppo di rivoltosi aggredisce e uccide il primo ministro dello Stato Pontificio, Pellegrino Rossi accusato di tradimento. Il pontefice Pio IX è costretto a fuggire e a rifugiarsi a Gaeta. A Roma viene convocata un Assemblea Costituente che proclama l'istituzione della Repubblica Romana e attribuisce il potere esecutivo ad un triumvirato capeggiato da Giuseppe Mazzini.
Intervento francese e restaurazione
Un gruppo di militari francesi sbarca a Civitavecchia per abbattere la Repubblica Romana e restaurare il potere papale.
A Roma si concentrano centinaia di volontari tra i quali Giuseppe Garibaldi. I Francesi riescono a entrare a Roma ma l'Assemblea Costituente approva la Costituzione Repubblicana. In Toscana le rivolte popolari inducono il granduca a nominare un governo democratico ed è costretto a fuggire anche lui a Gaeta. L'esercito vince le resistenze di Livorno e prende possesso di Firenze. Così il Granduca di Toscana e il Pontefice tornano sui loro troni e le costituzioni vengono revocate.