Concetti Chiave
- I moti rivoluzionari del 1848 nell'Impero asburgico furono caratterizzati da rivendicazioni nazionali che prevalsero su quelle sociali e liberali.
- Le diverse nazionalità dell'impero non riuscirono a unire le loro richieste, permettendo la repressione delle insurrezioni e il ripristino del potere assoluto.
- Riforme come l'abolizione della servitù della gleba furono introdotte, ma l'impero restava indietro rispetto ai paesi più sviluppati a causa di un bilancio statale negativo.
- Il problema delle nazionalità, in particolare quello delle nazionalità slave, minava la stabilità dell'impero, sostenuto dal movimento panslavista con l'appoggio russo.
- L'incapacità dell'impero di gestire le rivendicazioni nazionali portò alla sua decadenza nella seconda metà dell'Ottocento e alla dissoluzione nel 1918.
Indice
Rivendicazioni nazionali nel 1848
Nei moti rivoluzionari scoppiati nel 1848 nell'Impero asburgico le rivendicazioni nazionali ebbero il sopravvento su quelle sociali e su quelle liberali: a Vienna insorsero i tedeschi, a Praga i cechi, a Budapest i magiari, a Zagabria i croati, a Milano e Venezia gli italiani.
Ciascuna etnia rivendicava o un maggior peso nelle vicende politiche dell'Impero, come nel caso dei tedeschi d'Austria, o autonomia e indipendenza, come nel caso dei magiari in Ungheria. Le richieste delle diverse nazionalità non si legavano tra loro in una causa comune, anzi alcune erano in aperto conflitto.Repressione e restaurazione
Quest'ultimo aspetto favorì la repressione di tutte le insurrezioni e la restaurazione del potere assoluto: la Costituzione concessa nel 1848 fu abrogata nel 1851, la burocrazia fu rafforzata e germanizzata (il tedesco divenne l'unica lingua ufficiale dell'Impero).
Riforme di Francesco Giuseppe
Il giovane imperatore Francesco Giuseppe introdusse alcune riforme, come l'abolizione della servitù della gleba e il miglioramento dell'istruzione tecnica, e varò un piano per lo sviluppo della rete ferroviaria. Ma l'antico impero non riusciva a tenere il passo dei paesi più sviluppati: molto grave, per esempio, era il passivo del bilancio statale, a causa delle enormi spese sostenute per il mantenimento della gigantesca burocrazia imperiale e dell'esercito.
Problema delle nazionalità
Potere assoluto e burocrazia germanizzata aggravarono il vero problema che minava la stabilità dello stato asburgico: quello delle nazionalità. L'Impero era infatti un insieme assai complesso di etnie. Le due più consistenti erano quella tedesca, prevalente ma non maggioritaria, e quella magiara. Il problema maggiore era costituito dalle nazionalità slave: queste dal 1830 avevano dato il via al movimento panslavista, che si era fatto promotore delle rivendicazioni autonomistiche di tutti gli slavi soggetti agli imperi austriaco e ottomano, con l'appoggio della Russia.
Non tutte queste nazionalità rivendicavano la piena indipendenza dall'Impero: nell'Europa orientale non si era affermato il principio che a ogni nazionalità dovesse corrispondere uno stato territoriale unito e indipendente. Le rivendicazioni riguardavano il riconoscimento delle diversità storiche, culturali e linguistiche e quindi il decentramento dei poteri amministrativi.
Decadenza dell'Impero asburgico
L'incapacità dello stato burocratico centralizzato, egemonizzato dall'etnia tedesca, di far fronte a queste esigenze e rivendicazioni fu la causa della decadenza dell'Impero asburgico nella seconda metà dell'Ottocento e della sua definitiva dissoluzione nel 1918.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali rivendicazioni delle diverse etnie durante i moti rivoluzionari del 1848 nell'Impero asburgico?
- Quali riforme introdusse l'imperatore Francesco Giuseppe e quali furono le loro limitazioni?
- Qual era il problema principale che minava la stabilità dell'Impero asburgico?
Le rivendicazioni principali furono di natura nazionale, con i tedeschi d'Austria che chiedevano un maggior peso politico, mentre i magiari in Ungheria e altre etnie cercavano autonomia e indipendenza.
Francesco Giuseppe abolì la servitù della gleba, migliorò l'istruzione tecnica e pianificò lo sviluppo ferroviario, ma l'Impero non riuscì a competere con i paesi più sviluppati a causa del passivo del bilancio statale e della burocrazia germanizzata.
Il problema principale era quello delle nazionalità, con un complesso insieme di etnie che rivendicavano il riconoscimento delle loro diversità storiche, culturali e linguistiche, e il decentramento dei poteri amministrativi, a cui lo stato burocratico centralizzato non riusciva a rispondere.