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Concetti Chiave

  • La Prima guerra mondiale è stata una guerra totale, coinvolgendo il 84% dei territori mondiali e richiedendo una mobilitazione completa sia militare che civile.
  • L'avanzamento tecnologico durante il conflitto ha visto l'impiego di nuove armi come mitragliatrici, armi chimiche, carri armati e l'uso estensivo di sottomarini.
  • Il fronte interno ha visto una mobilitazione della popolazione, con le industrie che si sono trasformate per sostenere lo sforzo bellico, influenzando anche l'economia nazionale.
  • L'Italia inizialmente dichiarò la neutralità, ma le pressioni interne e la firma del Patto di Londra portarono il paese a entrare in guerra nel maggio 1915.
  • La decisione di partecipare al conflitto fu influenzata da vari gruppi politici e sociali, tra cui nazionalisti e alcune frange della sinistra, mentre altri come cattolici e socialisti erano contrari.

Indice

  1. La prima guerra totale
  2. Mobilitazione e propaganda
  3. Avanzamenti tecnologici
  4. Neutralità e decisioni italiane
  5. Patto di Londra e dichiarazione di guerra

La prima guerra totale

La Prima guerra mondiale fu sicuramente la prima guerra totale che segnò nella storia dell’umanità una rottura epocale, dopo di essa non sarà facile decidere di entrare in guerra contro Hitler, poichè la Prima guerra mondiale fu dura.

Fu una guerra totale sotto vari aspetti: in primo luogo quello geografico, in quanto i Paesi europei coinvolti possedevano l’84% dei territori mondiali ed erano tutti coinvolti nelle operazioni di guerra.

Altro aspetto era la posta in palio: la redistribuzione del mondo che fu un motivo che spingeva molti Paesi (tra cui l’Italia) ad entrare in guerra. Gli uomini mobilitati per le azioni militari erano tanti e molti furono anche i morti e i feriti.

Mobilitazione e propaganda

Importante fu anche la mobilitazione della popolazione nel fronte interno, la quale sentiva la guerra quanto i soldati in trincea: chi lavorava nelle fabbriche in alcuni casi non era richiamato a ricoprire la leva militare, perché serviva il lavoro degli operai nelle industrie per i rifornimenti ai soldati, ma soprattutto chi era coinvolto nel settore bellico (siderurgico, meccanico e chimico) assistette a un notevole sviluppo del proprio ambito lavorativo che quindi richiedeva un grande impegno.

Lo Stato, ormai primo cliente di queste industrie, non badava a spese pur di avere risposte veloci in tema di armi. Perfino la manodopera industriale fu sottoposta ad una disciplina militare o semimilitare. I governi risentirono della guerra e molti si trasformarono in dittature militari. La popolazione non direttamente coinvolta negli scontri era sottoposta ad una forte propaganda dal governo che curava molto l’opinione pubblica per paura che si diffondessero idee contrarie alla guerra. Tutti questi fattori contribuirono a rendere la Prima guerra mondiale una guerra totale sotto tutti i punti di vista e a fare in modo che questa determinasse una spaccatura temporale che è tutt’ora molto sentita.

Avanzamenti tecnologici

La Prima guerra mondiale fu di sicuro un forte impulso per l’avanzamento tecnologico di tutti i Paesi coinvolti, in particolar modo quelli che avevano scatenato la guerra. Fondamentale si rivelò l’uso di armi quali fucili a ripetizione, mitragliatrici e artiglieria pesante, relativamente nuove in quanto già esistenti, ma prese in considerazione durante la grande guerra. Completamente nuovo invece si rivelò l’uso di armi chimiche, i gas che venivano lanciati nelle trincee soffocando i soldati.

Ricevettero forte impulso anche i mezzi motorizzati, come le automobili, fino ad allora riservate a pochi e gli aerei. Questi erano già stati inventati nel 1903 ad opera dei fratelli Wright, ma avevano fatto limitati progressi, con l’avvento della guerra furono costruiti 200.000 aeroplani e furono perfezionate le tecniche di volo, erano sempre più veloci, ma ancora non troppo affidabili per essere utilizzati in tutti gli scontri: ebbero il loro maggior impiego nella ricognizione, negli attacchi contro altri aerei e contro obiettivi mobili. Altra importante rivoluzione furono i carri armati e le autoblindo soprattutto dopo l’introduzione dei cingoli che permettevano di muoversi non solo su strada. Molto più influente fu l’utilizzo di sottomarini, soprattutto da parte dei tedeschi: colpivano le navi militari, ma anche i mercantili che portavano rifornimenti; l’azione fu stroncata nel 1915, sotto minaccia americana, quando fu affondato un mercantile inglese con a bordo 140 americani. Nel 1917 i tedeschi ritornarono a bordo dei sottomarini e ciò diede conferma all’America per la sua discesa in campo. Sicuramente fu di grande rilievo l’intervento dello Stato in economia: i governi non si facevano fermare dalle alte spese degli armamenti e ciò permise alle fabbriche di produrre molto più di quanto non avessero fatto fino al 1914.

Neutralità e decisioni italiane

Il 2 Agosto del 1914 il governo Salandra aveva dichiarato la neutralità italiana, giustificandola con il fatto che la Triplice Alleanza era un accordo difensivo ed era stata l’Austria ad attaccare per prima. Inoltre l’Italia era stata completamente scavalcata dall’Impero austro-ungarico e dalla Germania nella decisione di attaccare la Serbia. Esclusa quindi la possibilità di allearsi con gli Stati centrali, iniziò a essere maturata l’idea di poter prendere parte alla guerra al fianco dei Paesi della Triplice Intesa da parte dell’opinione pubblica che premeva per riavere Trento e Trieste. Molti esponenti della sinistra democratica erano a favore dell’intervento italiano. Anche le frange estremiste dei movimenti operai speravano di poter rivoluzionare gli equilibri sociali.

Un altro gruppo a favore della guerra era quello dei nazionalisti che speravano di vedere l’Italia come potenza imperialista. Non avevano ancora preso una decisione Salandra e Sonnino (liberal-conservatori) che però consideravano a rischio, in caso di neutralità, la posizione internazionale del Paese e il prestigio della monarchia. Giolitti era per la neutralità in quanto credeva che l’Italia non fosse pronta ad un conflitto tanto importante e pensava che Germania e Austria avrebbero potuto ripagare la sua neutralità. Contrari alla guerra erano invece i cattolici che non volevano combattere contro l’Austria cattolica; insieme a loro vi erano i socialisti (PSI) e la CGIL con a seguito le masse operaie e contadine.

Patto di Londra e dichiarazione di guerra

Mussolini, direttore dell’ “Avanti!”, dopo una serie di campagne pacifiste, si dichiarò favorevole alla guerra e fu espulso dal partito socialista. Altra spinta per l’intervento era la speranza che finisse la “dittatura” giolittiana. Il 26 Aprile 1915 Salandra (Capo del Governo), Sonnino (ministro degli Esteri) e il re firmarono il Patto di Londra in segreto senza ascoltare il Parlamento (in maggioranza neutrale) che tuttavia avrebbe dovuto firmare il Patto. Giolitti intanto, non sapendo ciò che era successo, ricevette l’appoggio del Parlamento nella sua linea neutrale. Dopo questo fatto Salandra si dimise, ma il re rifiutò le sue dimissioni, dandogli il suo appoggio: il Parlamento fu costretto a firmare anche in seguito a forti manifestazioni in piazza. Il 23 Maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono gli aspetti che resero la Prima guerra mondiale una guerra totale?
  2. La Prima guerra mondiale fu una guerra totale per vari motivi: coinvolse geograficamente molti Paesi che possedevano l'84% dei territori mondiali, la posta in palio era la redistribuzione del mondo, e ci fu una mobilitazione massiccia sia militare che civile, con un forte impatto sulla popolazione e sull'economia.

  3. In che modo la Prima guerra mondiale influenzò l'avanzamento tecnologico?
  4. La guerra stimolò l'uso e lo sviluppo di nuove tecnologie militari come fucili a ripetizione, mitragliatrici, artiglieria pesante, armi chimiche, aerei, carri armati e sottomarini, con un significativo intervento statale nell'economia per sostenere la produzione bellica.

  5. Quali furono le ragioni della neutralità iniziale dell'Italia nella Prima guerra mondiale?
  6. L'Italia dichiarò la neutralità il 2 agosto 1914, giustificandola con il carattere difensivo della Triplice Alleanza e il fatto che l'Austria aveva attaccato per prima. Inoltre, l'Italia era stata esclusa dalle decisioni di attacco contro la Serbia da parte dell'Austria e della Germania.

  7. Quali furono le posizioni politiche in Italia riguardo all'entrata in guerra?
  8. In Italia, le opinioni erano divise: alcuni democratici e nazionalisti erano favorevoli all'intervento, mentre Giolitti e i cattolici erano per la neutralità. Mussolini, inizialmente pacifista, si dichiarò favorevole alla guerra, portando alla sua espulsione dal partito socialista.

  9. Come si arrivò alla decisione dell'Italia di entrare in guerra?
  10. Nonostante la maggioranza del Parlamento fosse neutrale, il Patto di Londra fu firmato segretamente da Salandra, Sonnino e il re. Dopo le dimissioni di Salandra, rifiutate dal re, e forti manifestazioni pubbliche, il Parlamento fu costretto a firmare, e il 23 maggio 1915 l'Italia dichiarò guerra all'Austria.

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