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Concetti Chiave

  • Nel 1848, l'Europa è scossa da grandi rivoluzioni, con insurrezioni iniziate a Vienna, Budapest e Praga, portando alla fuga di Metternich e alla convocazione di un'assemblea costituente.
  • In Italia, le rivoluzioni si diffondono a Venezia e Milano, con figure come Daniele Manin, Nicolò Tommaseo e Carlo Cattaneo che emergono come leader chiave.
  • Garibaldi, Mazzini e Carlo Alberto giocano ruoli cruciali nel tentativo di liberare l'Italia dall'Austria, con Carlo Alberto che dichiara guerra ma incontra resistenza e mancanza di supporto.
  • Pio IX e altri sovrani italiani ritirano il supporto a Carlo Alberto, lasciandolo vulnerabile, e il generale Radetzky lancia un'offensiva decisiva contro le truppe piemontesi.
  • La battaglia di Custoza segna una sconfitta per Carlo Alberto, che abdica e va in esilio, mentre l'armistizio con l'Austria sancisce il fallimento della prima guerra di indipendenza.

Indice

  1. Rivoluzioni del 1848 in Europa
  2. Insurrezioni in Italia
  3. Interventi di figure chiave
  4. Ritiro delle truppe e conseguenze
  5. Abdicazione di Carlo Alberto

Rivoluzioni del 1848 in Europa

Il 1848 è un anno di grandi rivoluzioni in Europa, l’anno in cui l’assetto disegnato a Vienna sembra crollare. Le prime rivoluzioni scoppiano a Vienna (13 marzo), Budapest (15 marzo) e Praga. Dopo la rivoluzione di Vienna, dove furono soprattutto gli studenti e gli operai a insorgere, Metternich scappò e trovò rifugio a Londra.

L’imperatore Ferdinando fu costretto a cedere e convocò l’assemblea costituente.

Insurrezioni in Italia

Anche in Italia si ebbero delle ripercussioni: il 17 marzo i veneziani, sostenuti dagli operai del porto, presero d’assalto la prigione di Venezia e liberarono Daniele Manin e Nicolò Tommaseo, due figure molto importanti per la politica. Pochi giorni dopo, rivoluzioni scoppiarono anche a Milano (5 giornate). La figura più importante delle 5 giornate di Milano fu Carlo Cattaneo. A Milano era di stanza Radetzky, un generale austriaco; gli austriaci non riuscirono a domare i milanesi, che avevano occupato e barricato le strade, e si ritirarono nel quadrilatero (zona che aveva ai vertici Verona, Peschiera, Mantova e Legnago). Altre insurrezioni si manifestarono nei ducati di Modena e Parma e in Sicilia. Grazie a queste sollevazioni popolari l’idea di sottrarsi al governo austriaco si stesse realizzando.

Interventi di figure chiave

Intervengono tre figure importanti: Garibaldi, che cerca di organizzare un corpo di volontari, Mazzini, che si trovava in esilio e, appresa la notizia della liberazione di Milano, lascia Londra e si reca a Milano, abbandona il suo programma politico sciogliendo la Giovane Italia e decide di appoggiare una guerra contro l’Austria per la liberazione del lombardo-veneto e di tutto il territorio italiano, e il re Carlo Alberto, che più che liberare l’Italia vuole estendere i territori di casa Savoia. Dopo molti tentennamenti, Carlo Alberto dichiara guerra all’Austria. Colleziona molti successi in Lombardia, ma i Lombardi non lo accolgono come un liberatore, perché Milano era già stata liberata: il re avrebbe dovuto dichiarare guerra all’Austria tempo prima, ma dato che aveva aspettato, ormai era inutile. La dichiarazione di Carlo Alberto spinge molti sovrani dei regni italiani a dare sostegno al suo esercito: allora, Leopoldo, Pio IX e Ferdinando di Borbone (Firenze, Roma, Napoli), di fronte alla situazione, inviano truppe regolari a sostegno di Carlo Alberto. Sembrava che le idee di Gioberti stessero veramente diventando realtà.

Ritiro delle truppe e conseguenze

Pio IX, però, poco dopo l’inizio della guerra, decide di ritirare le truppe perché sarebbe stata una guerra fra cattolici. Inoltre, il Papa non può diventare il capo di una confederazione italiana, perché, essendo il capo della cristianità del mondo, non può anche assumere i poteri di una presidenza degli stati italiani. Anche gli altri due sovrani seguirono l’esempio del Papa e ritirarono le proprie truppe, cosi che Carlo Alberto si ritrovò solo con il suo debole esercito. Quando giunsero i rinforzi da Vienna, Radetzky poté riprendere l’iniziativa militare: lanciò un’offensiva e sconfisse in più battaglie le truppe piemontesi. La battaglia più importante si svolse a Custoza. Carlo Alberto, invece che fermarsi a difendere Milano, preferisce tornare nel regno di Sardegna, abbandonando quindi tutte le conquiste fatte. Viene firmato l’armistizio fra piemontesi e austriaci, che il generale Salasco firmò per conto di Carlo Alberto, ormai impresentabile: con questo armistizio i piemontesi si impegnavano ad abbandonare le terre lombarde e a mantenere il Ticino come confine tra Austria e Sardegna. Questo significa che Milano e Venezia tornano austriache e la prima guerra di indipendenza fallisce.

Abdicazione di Carlo Alberto

Carlo Alberto abdica in favore del figlio Vittorio Emanuele II, dopodiché si reca ad Oporto in Portogallo, in esilio. Nel regno di Sardegna rimane lo statuto albertino.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali città europee coinvolte nelle rivoluzioni del 1848?
  2. Le principali città europee coinvolte furono Vienna, Budapest e Praga, con ripercussioni anche in Italia, in particolare a Venezia e Milano.

  3. Chi furono le figure chiave durante le rivoluzioni italiane del 1848?
  4. Le figure chiave furono Daniele Manin, Nicolò Tommaseo, Carlo Cattaneo, Garibaldi, Mazzini e il re Carlo Alberto.

  5. Quali furono le conseguenze della dichiarazione di guerra di Carlo Alberto all'Austria?
  6. La dichiarazione di guerra portò inizialmente a successi in Lombardia, ma la mancanza di supporto e il ritiro delle truppe alleate portarono alla sconfitta e all'armistizio con l'Austria.

  7. Perché Pio IX decise di ritirare le truppe dalla guerra contro l'Austria?
  8. Pio IX ritirò le truppe perché la guerra era tra cattolici e il Papa non poteva assumere il ruolo di capo di una confederazione italiana.

  9. Quali furono le conseguenze dell'armistizio firmato da Carlo Alberto?
  10. L'armistizio portò al ritorno di Milano e Venezia sotto il controllo austriaco e al fallimento della prima guerra di indipendenza italiana. Carlo Alberto abdicò in favore di suo figlio Vittorio Emanuele II.

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