Concetti Chiave
- Il cambiamento nei ritmi di crescita demografica ha alterato la distribuzione della popolazione mondiale, con un forte aumento in Asia e Africa rispetto all'Europa.
- La crescita demografica europea è rallentata a causa della diffusione di tecniche anticoncezionali e della pianificazione familiare.
- In Asia e Africa, la crescita demografica è sostenuta da una significativa riduzione dei tassi di mortalità, mantenendo alti i tassi di natalità.
- I flussi migratori globali sono alimentati da spostamenti dalle regioni densamente popolate e meno sviluppate verso quelle meno popolate e più sviluppate.
- L'integrazione economica globale è divenuta più complessa, influenzando profondamente anche le economie occidentali.
Indice
Mutamenti demografici globali
Un dato essenziale dello sviluppo mondiale avvenuto negli ultimi decenni riguarda il mutamento nei ritmi della crescita demografica da cui deriva una diversa distribuzione della popolazione mondiale. Se dal 1750 al 1950 la crescita della popolazione in Europa e in Asia segue un andamento parallelo, dal 1950 a oggi c'è stato un evidente e profondo mutamento infatti mentre la crescita europea è stata molto rallentata, in Asia è schizzata potentemente verso l'alto, com'è successo peraltro anche in Africa e in misura minore in America.
Cause della crescita demografica
Ci viene da domandarci quali sono le cause di tale andamento? Il rallentamento europeo è dovuto a un fenomeno che abbiamo già più volte osservato, negli ultimi anni, ovvero alla flessione del tasso di natalità dovuto all'abitudine alla pianificazione demografica (cioè all'uso di tecniche anticoncezionali) che si è diffusa in Europa negli ultimi decenni. Viceversa l'esplosione demografica asiatica e africana è dovuta a una nettissima diminuzione dei tassi di mortalità (soprattutto infantile) mentre i tassi di natalità sono rimasti permanentemente molto alti.
Migrazioni e collegamenti economici
Uno degli effetti primari di questi processi è stato l'impulso potente avvizzì migratori che hanno preso anche essi una dimensione globale, con spostamenti di popolazioni dai paesi più densamente popolati e meno economicamente sviluppati a quelli meno densamente popolati e più sviluppati. Nord America, Europa, penisola araba e Australia sono fra le destinazioni principali di flussi che in gran parte si muovono dall'Asia (India e Cina in primo luogo): ma notevoli sono anche i movimenti dell'Africa del Nord all'Europa e dal Centro America all'America del Nord e in primo luogo verso gli Stati Uniti. Il collegamento fisico, garantito da questi spostamenti di popolazione, è sostenuto da un intenso collegamento di tipo economico. In precedenza il modello di integrazione era, in qualche modo, a incastro: dalle aree meno sviluppate venivano i prodotti agricoli o le materie prime, che prendevano la strada dei mercati delle zone economicamente più avanzate (Europa e Nord America), li erano collocati essenzialmente tutti i più importanti impianti produttivi che facevano uso delle materie prime provenienti dalle aree extraoccidentali e una parte dei beni strumentali o dei beni di consumo che vi erano prodotti andava poi nei paesi extraoccidentali da cui erano partite le materie prime utilizzate per le produzioni industriali. Ora il processo di organizzazione economica è molto meno lineare e più complesso, e provoca contraccolpi profondi anche sullo stesso Occidente.
Domande da interrogazione
- Quali sono le cause principali del mutamento nei ritmi di crescita demografica mondiale dal 1950 a oggi?
- Quali sono le principali destinazioni dei flussi migratori globali attuali?
- Come è cambiato il modello di integrazione economica globale rispetto al passato?
Il rallentamento della crescita demografica in Europa è dovuto alla flessione del tasso di natalità legata alla pianificazione demografica, mentre l'esplosione demografica in Asia e Africa è causata dalla diminuzione dei tassi di mortalità, con tassi di natalità ancora alti.
Le principali destinazioni dei flussi migratori includono Nord America, Europa, penisola araba e Australia, con movimenti significativi dall'Asia e dall'Africa del Nord verso l'Europa, e dal Centro America verso gli Stati Uniti.
Il modello di integrazione economica è diventato meno lineare e più complesso, con un intenso collegamento economico che accompagna i movimenti migratori, influenzando profondamente anche l'Occidente.