Concetti Chiave
- Hitler instaurò una dittatura spietata eliminando opposizioni e libertà di associazione, sostenuto dalla Gestapo e dalle SS.
- Dal 1933, furono istituiti campi di concentramento per gli oppositori e la Suprema corte popolare per i traditori.
- Una campagna contro la cultura non-tedesca, inclusi ebrei e pacifisti, culminò in roghi di libri nel 1933.
- La politica economica autarchica di Hitler ridusse la disoccupazione e aumentò il consenso, puntando all'autosufficienza.
- L'espansionismo nazista violò il trattato di Versailles, mirando a includere Austria e Sudeti nel "Lebensraum" tedesco.
Indice
Ascesa al potere di Hitler
Hitler, dopo la morte del presidente tedesco Hindenburg nell'agosto 1934, si assegnò il titolo di Fuhrer cioè di duce e fece iniziare la più spietata delle dittature eliminando qualsiasi forma di opposizione.
Regime di terrore e repressione
Venne anche abolita ogni tipo di libertà di associazione e di espressione sopprimendo ogni partito e tutti i liberi sindacati. Questo regime di terrore fu messo in atto attraverso gli atti di una polizia politica segreta o chiamata anche Gestapo a partire dal 1933 e tramite le SS ovvero reparti di difesa e di protezione che a partire dal 1925 diventarono un gruppo di guardie del corpo personali di Adolf Hitler. Queste erano guidate, a partire dal 1929, da Himmler che le trasformò in una milizia politica del Partito nazista che all'inizio contava circa 280 membri e che dopo pochi anni, ovvero nel 1933, era formata da 209.000 uomini. Dal 1933 furono organizzati dei campi di concentramento dove vennero rinchiusi gli oppositori mentre per i traditori fu creato un tribunale speciale detto la Suprema corte popolare. Hitler per eliminare ogni opposizione, nell’aprile 1933 avviò una campagna contro la cultura non-tedesca, in particolare contro gli ebrei, le scuole marxiste e i pacifisti. Il 10 maggio 1933 ci fu il primo grande rogo dei libri a Berlino che venne seguito da molti altri in tutta la Germania.
Politica interna e autarchia
Hitler conseguì vari successi in politica interna in quanto riuscì a risollevare le economie del paese attraverso una politica autarchica i cui punti di forza erano la presenza imprenditoriale dello stato nei lavori pubblici, nelle infrastrutture e nell’industria pesante; inoltre ci fu la concentrazione dei capitali e un rigoroso divieto di sciopero. Con l’autarchia Hitler voleva finalizzare la completa autosufficienza del paese attraverso la riduzione delle importazioni e un maggior sfruttamento delle risorse interne. Si verificò così una industrializzazione con risultati eccellenti che permisero una riduzione della disoccupazione e di conseguenza maggiori consensi per Hitler.
Politica estera e espansionismo
La politica estera nazionalista fu spregiudicata e aggressiva in quanto il regime promosse una politica di riarmo violando le clausole del trattato di Versailles del 1919. L’espansionismo nazista fu contro i paesi “naturalmente tedeschi” come L'Austria e il territorio dei Sudeti in Cecoslovacchia. Quest’ultimo territorio era popolato per un quarto dalla popolazione tedesca e per questo Hitler riteneva che questi due paesi fossero parte dello spazio vitale irrinunciabile per la Germania e considerava la loro conquista una prima tappa di espansione che avrebbe portato i tedeschi ad avere un unico impero sotto la Germania con il pangermanesimo.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali misure adottate da Hitler per instaurare la sua dittatura?
- Come riuscì Hitler a risollevare l'economia tedesca?
- In che modo la politica estera di Hitler violava il trattato di Versailles?
- Qual era l'obiettivo finale dell'espansionismo nazista secondo Hitler?
Hitler eliminò ogni forma di opposizione, abolì la libertà di associazione ed espressione, e utilizzò la Gestapo e le SS per instaurare un regime di terrore. Organizzò campi di concentramento per gli oppositori e creò un tribunale speciale per i traditori.
Hitler implementò una politica autarchica, con l'intervento statale nei lavori pubblici e nell'industria pesante, riducendo le importazioni e sfruttando le risorse interne, il che portò a una riduzione della disoccupazione.
La politica estera di Hitler fu aggressiva e promosse il riarmo della Germania, violando le clausole del trattato di Versailles, e mirava all'espansione nei territori considerati "naturalmente tedeschi" come l'Austria e i Sudeti.
L'obiettivo finale dell'espansionismo nazista era creare un unico impero sotto la Germania, incorporando i paesi con popolazioni tedesche, come parte del concetto di pangermanesimo.