Concetti Chiave
- Dal 1922 al 1925, Mussolini adotta una politica liberista, favorendo la borghesia e limitando l'autonomia dei sindacati.
- Vengono abolite le misure a favore dei lavoratori introdotte da Giolitti e reintrodotta la possibilità di acquistare titoli di Stato in modo anonimo.
- Nel 1926, la politica economica diventa protezionista, con un intervento statale maggiore e la rivalutazione della lira attraverso la "quota 90".
- La sopravvalutazione della lira avvantaggia i risparmiatori e gli industriali locali, ma penalizza le industrie esportatrici italiane.
- Mussolini promuove l'autarchia e l'incremento della produzione agricola, con bonifiche di terre incolte e paludose per aumentare la produzione di grano.
Indice
Politica liberista di Mussolini
Mussolini segue una politica liberista, che lasciava massima libertà di azione ai proprietari delle terre e delle fabbriche era una politica a favore della borghesia.
- Abolisce molte delle misure a favore dei lavoratori introdotte da Giolitti,
- Limita l'autonomia dei sindacati, impedendo di agire in modo autonomo dal governo
- Abolisce la nominatività dei titoli di Stato, lo stato ha bisogno dei nostri soldi per finanziarsi. La normativa dei titoli era stata introdotta da Giolitti, con un provvedimento che colpiva gli esponenti dei ceti benestanti, questi investivano spesso il proprio denaro nei titoli di stato che offrivano la possibilità di trarre guadagno dagli interessi senza pagare alcun tipo di tassa,in quanto acquistabili, fino al1920 in modo anonimo. Con Mussolini tale possibilità fu reintrodotta. La conseguenza di queste iniziative fu un peggioramento generale della condizione degli operai e dei contadini.
Interventi economici e rivalutazione della lira
La politica fascista cambia, perché lo stato interviene sempre più pesantemente nell'economia e in questo caso siamo in una fase protezionistica (lo stato protegge la sua produzione) intanto Mussolini fa la rivalutazione della lira la moneta italiana non valeva molto, una sterlina valeva 120 lire. Mussolini introduce quella che si chiama quota 90 e passò da 120 a 90 rispetto alla sterlina facendo cosi una rivalutazione forzosa della lira.
Conseguenze: i risparmiatori se ne avvantaggiarono, ma la condizione delle industrie italiane che puntavano sulle esportazioni peggiorarono perché i prodotti italiani all'estero costavano di più, gli unici a trarre vantaggio da questa sopravvalutazione della lira furono gli industriali che producevano e vendevano in Italia, perché si mettevano in tasca una moneta più forte e anche perché questo provvedimento si unì a norme che ostacolavano le esportazioni per cui gli italiani potevano comprare i prodotti che venivano prodotti in Italia.
Autarchia e produzione agricola
Bisogna dire che l'Italia di Mussolini non era un Italia industriale, perché voleva creare un grande paese ricco con la maggior parte della popolazione contadina completamente fascista, un paese agricolo che riusciva a mantenersi da solo e che producesse tutto quello che serviva per dare da mangiare ai suoi abitanti (questa cosa prende il nome di Autarchia, stato autosufficiente).
Mussolini per fare questo dovette incrementare la produzione agricola, sopratutto quella del grano (battaglia di grano che sono delle gare e si dava una medaglia ai migliori coltivatori) bisognava produrre sempre più grano.
Per poter avere sempre più terre coltivate, si cominciò a bonificare le aree incolte e paludose (come quelle di Arborea e dell'Agro Pontino nel Lazio).
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali caratteristiche della fase liberista di Mussolini tra il 1922 e il 1925?
- Come cambiò la politica economica di Mussolini nel 1926?
- Quali furono le conseguenze della rivalutazione della lira nel 1926?
- Qual era l'obiettivo di Mussolini riguardo all'autosufficienza agricola?
Durante la fase liberista, Mussolini adottò una politica a favore della borghesia, abolendo misure a favore dei lavoratori, limitando l'autonomia dei sindacati e reintroducendo la possibilità di acquistare titoli di Stato in modo anonimo.
Nel 1926, Mussolini passò a una fase protezionista, rivalutando la lira e introducendo misure che proteggevano la produzione interna, penalizzando le esportazioni e favorendo gli industriali che operavano sul mercato interno.
La rivalutazione della lira avvantaggiò i risparmiatori, ma peggiorò la condizione delle industrie esportatrici italiane. Gli industriali che vendevano in Italia beneficiarono di una moneta più forte e di norme che ostacolavano le esportazioni.
Mussolini mirava a creare un'Italia autosufficiente, incrementando la produzione agricola, in particolare del grano, attraverso la bonifica di terre incolte e paludose, per sostenere un paese prevalentemente agricolo.