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Concetti Chiave

  • Il crollo finanziario del 1929-1933 ha gravemente colpito i paesi capitalistici dipendenti, restringendo il commercio internazionale e alterando la composizione degli scambi.
  • Il valore del commercio estero inglese è drasticamente diminuito dal 30% del valore globale nel 1928 al 15% nel 1936, evidenziando una significativa contrazione.
  • L'America Latina, tradizionale esportatrice di materie prime, ha subito una riduzione dell'8,8% nelle esportazioni e una perdita del 30,9% della ricchezza derivante dalle esportazioni.
  • Negli anni '30, molti paesi dell'America Latina sono caduti sotto dittature militari sostenute dall'Inghilterra per mantenere la dipendenza economica e favorire l'esportazione di materie prime.
  • A Cuba, la dittatura di Fulgencio Batista ha mantenuto l'esportazione di zucchero negli Stati Uniti nonostante il crollo dei prezzi, continuando a sfruttare le terre migliori per questa produzione.

Indice

  1. Il crollo finanziario del 1929
  2. Contrazione del commercio internazionale
  3. Effetti sulla America latina
  4. Dittature militari in America latina
  5. Dittatura a Cuba

Il crollo finanziario del 1929

Il crollo finanziario e produttivo in cui sono coinvolte le maggiori potenze capitalistiche nel 1929-’33 si riflette in maniera dirompente sui paesi a capitalismo da loro dipendente, a causa della contrazione e del mutamento di composizione del commercio internazionale che esso provoca. Il commercio internazionale si restringe prima a causa della sovrapproduzione di merci, e poi per le politiche economiche protezionistiche, che sono centrate sullo sviluppo della domanda interna ai vari paesi adottate dai governi per contenere i danni della crisi di sovrapproduzione.

Contrazione del commercio internazionale

Basti pensare che in Inghilterra, tradizionale centro del commercio mondiale, il valore complessivo del commercio estero, che nel 1928 rappresenta il 30% del valore globale del commercio, scende al 25% nel 1930, al 17% nel 1932, ed al 15% nel 1936. Oltre a questa contrazione delle merci scambiate nel mondo si verifica anche un mutamento nella composizione degli scambi. Le maggiori potenze industriali, infatti, esportano sempre meno prodotti industriali, che sono venduti sempre più entro mercati protetti e a moneta inconvertibile, in larga misura su commesse degli Stati. Ne deriva che il commercio internazionale diventa in percentuale sempre maggiore commercio di materie prime, e che, di conseguenza, i rapporti di scambio tra materie prime e beni industriali si alterano a sfavore delle materie prime.

Effetti sulla America latina

La situazione dell’America latina, cioè di un continente i cui paesi sono giuridicamente Stati indipendenti e non colonie, mette in evidenza i disastrosi effetti di questi mutamenti. Infatti l’America latina è tradizionale esportatrice di materie prime, e tra il 1929 ed il 1933 le sue esportazioni si riducono dell’8,8% in termini quantitativi, e i prezzi del restante 91,2% di beni esportati si riducono del 24,3%. Combinando matematicamente questi due dati si può vedere come l’America latina perda il 30,9% della ricchezza tradizionalmente derivante dalle esportazioni. Si tratta di una perdita enorme, che riduce di altrettanto la capacità di importazione del continente, e lo priva quindi di circa un terzo dei beni fino ad allora tratti dal commercio estero.

Dittature militari in America latina

Tutto questo spiega come nel 1930 molti paesi dell’America latina cadano sotto il tallone di feroci dittature militari: quella del generale Justo, in Argentina; quella del generale Terra, in Uruguay; quella del generale Avoro, in Ecuador; quella del generale Gomez, in Venezuela; quella del generale Sanchez del Cerro, in Perù. L’esercito, tradizionale strumento, in America latina, delle potenti oligarchie latifondistiche, impone cioè il suo potere violento per far pagare esclusivamente alle classi inferiori delle popolazioni latino-americane l’enorme diminuzione della ricchezza complessiva del continente. I nuovi regimi militari sono apertamente sostenuti dall’Inghilterra, che vede in essi il migliore strumento per mantenere economicamente dipendente da sé, come fornitrice di materie prime a buon mercato gran parte dell’America latina, anche quando l’interesse dei suoi popoli sarebbe quello di passare da economie di esportazione che generano una sempre minore ricchezza collettiva a nuove economie volte al soddisfacimento dei bisogni interni

Dittatura a Cuba

Una feroce dittatura militare imposta dal colonnello Fulgencio Batista viene infine instaurata nel 1933 a Cuba, in modo che l’isola continua a destinare le sue terre migliori alla produzione di zucchero di canna da esportare negli Stati Uniti, anche se il prezzo dello zucchero sta rovinosamente crollando su tutti i mercati.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le conseguenze del crollo finanziario del 1929-’33 sui paesi a capitalismo dipendente?
  2. Il crollo finanziario portò a una contrazione del commercio internazionale e a un mutamento nella composizione degli scambi, colpendo duramente i paesi a capitalismo dipendente.

  3. Come cambiò il valore del commercio estero inglese tra il 1928 e il 1936?
  4. Il valore del commercio estero inglese scese dal 30% del valore globale del commercio nel 1928 al 15% nel 1936, mostrando una significativa contrazione.

  5. Quali furono gli effetti della crisi economica sull'America Latina?
  6. L'America Latina vide una riduzione dell'8,8% nelle esportazioni e una diminuzione del 24,3% nei prezzi dei beni esportati, perdendo il 30,9% della ricchezza derivante dalle esportazioni.

  7. Perché molti paesi dell'America Latina caddero sotto dittature militari nel 1930?
  8. Le dittature militari furono imposte per far pagare alle classi inferiori la diminuzione della ricchezza, sostenute dall'Inghilterra per mantenere la dipendenza economica dell'America Latina.

  9. Qual era la situazione a Cuba nel 1933 sotto la dittatura di Fulgencio Batista?
  10. A Cuba, la dittatura di Batista mantenne la produzione di zucchero di canna per l'esportazione negli Stati Uniti, nonostante il crollo dei prezzi dello zucchero sui mercati.

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