vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Storia: il brigantaggio, la questione meridionale, l'emigrazione in America;
Lingua tedesca: nascita e sviluppo in Germania;
Lingua inglese: nascita e sviluppo in America.
IMPRESSIONI PERSONALI SUL TEMA DELLA MAFIA
[Introduzione]
Ho optato per il tema della mafia perché lo ritengo particolarmente affascinante,
consono ai miei interessi e per nulla superato storicamente.
Nonostante non sia trattata approfonditamente nel programma scolastico, è
decisamente una tematica degna di nota, in quanto la mafia continua a prosperare e
a espandere le sue radici nella cultura e nella vita della nostra nazione, marchiandola
in maniera indelebile e contribuendone al declino e a uno sviluppo da lei
condizionato.
Quello che tenterò di esporre nella mia tesina è la ricerca approfondita condotta
mediante Internet e altre fonti di sapere riguardo la nascita della mafia e la sua
etimologia, poi tratterò della mia esperienza personale sulla “Nave della legalità”
attuata nel 2011 con l' Istituto F. Selmi, lo sviluppo della mafia in rapporto a diversi
paesi esteri (esposizione in lingua) e la sua attuale radicazione in questi.
Il mio interesse per la mafia nasce dalla consapevolezza che è un fenomeno arduo
da sconfiggere e che “influenza” negativamente il destino di migliaia di Italiani,
limitandoli nella libertà di parola e di operato. Ciò avviene soprattutto al sud, zona
d'Italia nella quale la richiesta del pizzo può diventare causa di rovina per un
commerciante, che non può fuggire da quello stile di vita per ovvi motivi
economico/sociali, non è tutelato dalla legge e tuttavia deve continuare la sua attività
per sopravvivere, dovendo così spesso scendere a compromessi con la criminalità
organizzata.
Naturalmente questi problemi non sono presenti solo a livello del comune cittadino
ma si estendono alla politica, per esempio attraverso la manipolazione delle votazioni,
oppure all'affidamento degli appalti in ambito cantieristico (che si è inoltre rivelato
essere il trampolino di lancio della mafia al nord).
Le attività sono quindi molteplici, ben organizzate dal clan che le gestisce e spesso
invisibili a un occhio non attento, in quanto spesso i clan si avvalgono di civili, mezzi
di trasporto comuni e insospettabili, mischiando così l'attività legale a quella illegale.
Etimologia della parola “Mafia”
La parola Mafia probabilmente ha origini arabe e venne integrata nel lessico
quotidiano per via della presenza in Sicilia nel corso del X secolo della componente
islamica.
Le teorie più accreditate sostengono che possa riferirsi al termine:
صايهم (mahyas= spavalderia, vanto aggressivo) oppure a
ضوفرم (marfud = reietto) da cui inoltre proverrebbe il termine mafiusu, che nel XIX
secolo indicava una persona arrogante, prepotente, ma anche intrepida e fiera
Questo termine si configura quindi come polisemico e simboleggia una ampia varietà
di attività illegali solitamente organizzate, cioè che avvengono dopo una attenta
pianificazione e gestione in una fitta e radicata rete di gruppi criminali.
Origini della Mafia e motivazioni storico-politiche
Le origini della mafia in ambito italiano si possono attribuire in parte al fenomeno del
brigantaggio, cioè allo svilupparsi nel sud d’Italia durante il periodo post-unitario di un
malcontento generale, che portò come conseguenza alla nascita di bande criminali
formate da renitenti alla leva, disertori, simpatizzanti del vecchio regime o
semplicemente dal proletariato siculo e dai contadini.
Alla base di questo malcontento vi era l'aggravarsi ulteriore delle condizioni sociali ed
economiche dopo la cosiddetta “ ”, che introdusse leggi quali la
piemontesizzazione
“tassa sul macinato” attraverso la destra storica, e la leva obbligatoria (allontanando
molti contadini dal lavoro della terra per combattere una guerra non sentita come loro
sotto un punto di vista ideologico);
I siciliani interpretarono questa “unione d'Italia” come l'impossessarsi delle loro terre e
il concetto di “sentirsi parte di un unica nazione” non fu assolutamente percepito dalla
popolazione, che cercò di liberarsene attraverso questa sorta di “rivolta armata”, che
agli occhi di molti storici potrebbe essere definita come una vera e propria guerra
civile.
Il collegamento con la nascita della mafia nasce spontaneo, considerando che lo
sviluppo di bande organizzate (talvolta finanziate dai latifondisti o dai Borboni stessi)
portarono a atti di violenza, rapine e comunque alla ricerca di preservare il controllo
sul proprio territorio. Inoltre l'assenza di una classe dirigente valida e ben
determinata, che sapesse comprendere e soddisfare le esigenze ed il malcontento
del popolo, contribuì a far nascere una profonda sfiducia e diffidenza nei confronti
dello Stato centrale che ancora oggi è facile percepire.
La Letteratura Post-unitaria in Sicilia
Il malcontento generale e l'abbandono alla miseria delle classi meno agiate creatosi
venne trattato anche da Giovanni Verga, scrittore verista, nella novella “Libertà”, nella
quale gli abitanti di Bronte si rivoltano ai nobili che abitano la città, compiendo una
strage per rivendicare la loro libertà e l'inganno di Garibaldi che gli aveva promesso
una ripartizione delle terre in cambio della resistenza mirata a scacciare i Borboni.
Compiuto l'atto violento i proletari si accorsero che non erano in grado di gestirsi
autonomamente e infine vennero imprigionati e giustiziati dalle truppe di Bixio,
assaporando quindi solamente una “libertà” effimera e non reale (ma soprattutto
peggiorando ulteriormente la loro condizione).
Verga in questa novella esprime quindi la sua concezione dell'essere dei “vinti”
sempre presente nelle sue opere, ad esempio nei “Malavoglia”, dove la condizione di
povertà segna la vita della famiglia Toscano, che non riesce a riscattarsi e arricchirsi
anche per via dell'idea secondo la quale vige il “Determinismo sociale”, che enuncia
che la vita di una persona è influenzata fin dalla nascita da fattori quali:
l'appartenenza a una determinata classe sociale, il luogo e il periodo di nascita.
Altre opere nella quale è ben delineata l'idea dei vinti sono: “ Mastro Don Gesualdo” o
“La Roba”, nella quale i vinti non sono più persone povere e umili, bensì personaggi
benestanti che tuttavia sono ormai stati travolti dalla necessità di arricchirsi e sete di
potere, e si sono dimenticati della sfera emotiva/sentimentale inaridendosi.
Tornando alla novella “Libertà”, i popolani credono quindi di essere stati liberi, di aver
raggiunto una condizione di “controllo”, quando in realtà non hanno fatto altro che
aggravare la loro condizione già precaria attraverso l'uso della violenza.
Questa novella, descrivendo un avvenimento realmente accaduto nel 1860 è di
fondamentale importanza per lo studio della nascita della mafia in quanto rappresenta
una rivolta organizzata per ribellarsi allo stato ambientata nel periodo post-unitario, e
quindi nel periodo di piena attività del brigantaggio. Inoltre ben sottolinea quale idea di
ostilità vi fosse nei confronti dello stato, ma anche quanto inconcepibili fossero i
metodi utilizzati dallo stato stesso per annettere la Sicilia in maniera pacifica, e non
solo come una terra da sfruttare per le sue risorse agrarie e minerarie, basti pensare
alle riforme agrarie promesse ma mai concesse al popolo siculo o appunto il
reprimere le rivolte attraverso le truppe armate.
Anche ne “Il Gattopardo” di Tomasi Di Lampedusa si possono notare alcune
descrizioni della mentalità del popolo siciliano e della posizione presa nei confronti
dell'annessione al resto d'Italia;
Don Fabrizio, rappresentante della classe nobile siciliana ormai defunta dopo essere
stato interpellato da Chevalley (un senatore piemontese) che gli chiede di diventare
membro del governo italiano rifiuta l'incarico, sottolineando che “sono venticinque
secoli almeno che portiamo sulle spalle il peso di magnifiche civiltà eterogenee, tutte
venute da fuori già complete e perfezionate, nessuna germogliata da noi stessi,
nessuna a cui abbiamo dato il “la”. Da duemila cinquecento anni siamo colonia.
Non lo dico per lagnarmi: è in gran parte colpa nostra; ma siamo stanchi e svuotati lo
O ancora in merito alla mentalità siciliana :
stesso.” ”Il sonno, caro Chevalley, il sonno
è ciò che i Siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure
per portar loro i più bei regali; e, sia detto fra noi, ho i miei forti dubbi che il nuovo
regno abbia molti regali per noi nel bagaglio.”
Emigrazione In America
Accanto alla problematica del brigantaggio, si pone quella dell'emigrazione verso le
Americhe, che cominciò indicativamente intorno al 1890 come conseguenza
dell' (emanato da Giolitti) che indebolì ulteriormente
introduzione del protezionismo
l'economia del mezzogiorno e si prolungò fino al 1914 circa.
Il protezionismo sanciva pesanti dazi doganali sulle importazioni, scoraggiandole
definitivamente, e incentivando invece lo sviluppo dei prodotti industriali interni.
Ciò a discapito del cittadino, che doveva comprare a prezzi molto più alti perchè
vigeva un monopolio sulle merci.
Convinti di poter trovare ricchezze e nuove opportunità nel continente americano,
molti lavoratori, ma anche moltissimi “uomini d'onore” e criminali decisero di emigrare,
permettendo così il radicarsi della mafia anche negli Stati Uniti d'America.
I malviventi adottarono questo sistema soprattutto per scappare dalla giurisdizione
italiana e dalle punizioni che gli spettavano, consapevoli che in America avrebbero
trovato terreno fertile per ulteriori azioni illegali e sarebbero riusciti facilmente a
impossessarsi di documenti falsi. Va inoltre menzionato che l'amministrazione italiana
peccò nuovamente nella gestione dei fatti, accettando che i malavitosi si
allontanassero, convinti che fosse un ottimo modo per liberarsene.
Una foto raffigurante lo sbarco dopo l'attraversamento dell'oceano Atlantico. Provati da un lungo
viaggio, gli emigrati dovevano inoltre sostenere dure visite mediche prima di potersi stabilire in
America .
Evolution of Mafia in the American environment (MOB)
As much immigrants came to the U.S. during the period that goes from the end of the
XIX to the beginning of the XX Century America was introducing the so called
“ ”, in which the sale and manufacture of Alcoholic beverages and of
Prohibition Era course of Narcotics was banned.
We might say that the first activity that the Italian Mafia started abroad was
“ ”,which was the smuggling and producing of beverages without getting
bootlegging caught by the police.
After the evolution of this illegal trade, the Mafia started to trade drugs, and
introduced other activities such as racketing, loan-sharking, illegal gambling,
prostitution and later on stepped in the construction of buildings and the political
system.
Similar to the Italian one, those who wanted to be part of the clan had to pass an
initiation ceremony (which often consisted in murdering someone) and swore to obey
“ ” , the all-important code of loyalty and silence. Mafiosi were also expected to
Omertà
follow other rules, including never assaulting one another and never cheating with
another member’s girlfriend or wife.
In 1970 the “Racketeer Influenced and Corrupt Organizations” (RICO) Act became a
federal law, which proved to be a powerful tool in the government’s war on the Mafia,
as it allowed prosecutors to go after crime families and their sources of income, both
legal and illegal. During the 1980s and 1990s, RICO laws were used to convict
numerous high-level members.
Some criminals, faced with long prison sentences, broke the sacred code of Omertà
and testified against their fellow mobsters in exchange for a place in the federal
.
witness-protection program
The nowadays situation seems to be not disturbing as it was in the past, without
episodes of violence and gunfights in the streets of New York, even the organization
still takes part in the construction of buildings and in the labor unions.
It seems as contributing to the Mafia’s survival may be the terrorist attacks on America
th
(11 of September 2001) because much of the investigators which were working on