Concetti Chiave
- Nel settembre 1919, Gabriele D’Annunzio guida un gruppo per occupare Fiume, stabilendo un governo provvisorio noto come reggenza del Carnaro.
- Il governo italiano di Nitti non prende una posizione netta sull'occupazione di Fiume e successivamente, Nitti si dimette.
- Il trattato di Rapallo del 12 novembre 1920 dichiara Fiume una città libera, non affiliata né all'Italia né alla Iugoslavia.
- D’Annunzio si rifiuta di lasciare Fiume, ma l'esercito italiano, su ordine di Giolitti, interviene nel dicembre 1920.
- Giolitti viene criticato per la sua presunta accondiscendenza verso gli alleati, applicando il principio di autodeterminazione limitatamente all'Italia.
- nel giugno 1919 il governo Orlando cade e viene sostituito da Francesco Saverio Nitti
- Nitti fa un accordo con le potenze vincitrice nel quale promette di far evacuare le truppe italiane da Fiume
L'impresa di Fiume
- Gabriele D’Annunzio, nella notte tra l’11 e il 12 settembre 1919, a capo di un gruppo di soldati e volontari, parte da Ronchi per occupare Fiume e vi instaura un governo provvisorio chiamato reggenza del Carnaro
- Nitti non si mette né contro né a favore dell’impresa fiumana
- Nitti si dimette e Vittorio Emanuele III chiama al governo Giolitti
- il 12 novembre 1920 l’Italia firma con la Iugoslavia il trattato di Rapallo con il quale Fiume viene dichiarata una città libera, non soggetta né all’autorità italiana né all’autorità iugoslava
- D’Annunzio si rifiuta di abbandonare la città da lui precedentemente occupata
La reazione di Giolitti
- Giolitti dà l’ordine all’esercito italiano di muoversi contro Fiume il 20 dicembre 1920
- dopo aver resistito un mese, il gruppo di Giolitti abbandona il territorio occupato
- il comportamento di Giolitti viene accusato di accondiscendenza nei confronti degli alleati e del presidente Wilson, perché il principio di autodeterminazione viene applicato e rispettato solo dall’Italia