DarioA06
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Concetti Chiave

  • Nel 1914, l'Italia dichiarò ufficialmente la sua neutralità dopo che l'Austria iniziò una guerra offensiva senza consultarla, in contrasto con il trattato della Triplice Alleanza.
  • La neutralità italiana permise alla Francia di concentrare le forze militari a difesa di Parigi, sguarnendo la frontiera alpina.
  • Neutralisti, tra cui cattolici e socialisti, credevano che l'Italia potesse ottenere vantaggi economici evitando di combattere e fornendo beni ai paesi in guerra.
  • Gli interventisti, sostenuti da figure come Gabriele D'Annunzio e Benito Mussolini, vedevano l'opportunità di espandere i confini italiani e difendere la democrazia contro l'autoritarismo.
  • Mussolini passò da pacifismo a interventismo, vedendo nella guerra una possibilità di cambiamento rivoluzionario nelle relazioni internazionali e negli equilibri interni.

Indice

  1. La sorpresa del governo italiano
  2. Discussioni tra neutralisti e interventisti
  3. L'interventismo di Mussolini

La sorpresa del governo italiano

Il governo italiano era stato colto di sorpresa dagli avvenimenti: in primo luogo l'Austria aveva inviato l'ultimatum alla Serbia dopo essersi consultata soltanto con la Germania, senza informare l'altro sua alleato nella Triplice; quindi aveva dato inizio a una guerra offensiva, in aperto contrasto con quanto previsto dal trattato d'alleanza.

A buon diritto, dunque, l'Italia il 2 agosto 1914 aveva dichiarato ufficialmente di voler restare neutrale, offrendo così ai francesi la possibilità di sguarnire la frontiera alpina e di concentrare tutte le forze disponibili a difesa di Parigi.

Discussioni tra neutralisti e interventisti

Dall'agosto 1914 al maggio 1915 si susseguirono in Italia accese discussioni tra neutralisti ed interventisti. Le posizioni neutrali erano sostenute da cattolici e socialisti, per i quali il proletariato non doveva diventare "carne da cannone" in uno scontro combattuto per interessi nazionali e imperialisti. Era inoltre diffusa l'idea che l'Italia, rimanendo neutrale, avrebbe potuto trarre maggiori vantaggi economici in veste di fornitore dei beni necessari ai paesi in guerra. Lo schieramento interventista era costituito a sua volta da diversi gruppi: oltre ai nazionalisti, fra cui spiccava la figura del poeta Gabriele D'Annunzio, vi era chi auspicava la conquista delle regioni italiane ancora in mano austriache , ovvero il Trentino e la Venezia Giulia. A questo interventismo "irredentista" si affiancava quello detto "democratico" pronto a scendere in campo a fianco di Francia e Inghilterra in difesa dei valori della democrazia contro l'autoritarismo di Germania e Austria.

L'interventismo di Mussolini

A favore dell'intervento si schierò clamorosamente Benito Mussolini, allora dirogente di rilievo del Psi e direttore del quotidiano del partito, " L'Avanti! ". Secondo il leader socialista, che fino al ottobre era stato un convinto pacifista, il conflitto avrebbe sconvolto le relazioni internazionali e gli equilibri interni dei paesi, favorendo dunque l'avvento della rivoluzione e di una società nuova.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata la reazione iniziale del governo italiano agli eventi che hanno portato alla guerra?
  2. Il governo italiano è stato colto di sorpresa dagli eventi, poiché l'Austria ha inviato un ultimatum alla Serbia senza consultare l'Italia, violando il trattato d'alleanza. Di conseguenza, l'Italia ha dichiarato la sua neutralità il 2 agosto 1914.

  3. Quali erano le principali posizioni dei neutralisti e degli interventisti in Italia tra il 1914 e il 1915?
  4. I neutralisti, sostenuti da cattolici e socialisti, erano contrari alla guerra per evitare che il proletariato diventasse "carne da cannone" e per trarre vantaggi economici dalla neutralità. Gli interventisti, tra cui nazionalisti e irredentisti, volevano la conquista di regioni italiane sotto controllo austriaco e difendere i valori democratici contro l'autoritarismo.

  5. Come si è evoluta la posizione di Benito Mussolini riguardo all'intervento nella guerra?
  6. Benito Mussolini, inizialmente pacifista e dirigente del Psi, ha cambiato posizione a favore dell'intervento, credendo che il conflitto avrebbe sconvolto le relazioni internazionali e favorito l'avvento di una rivoluzione e di una nuova società.

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