Concetti Chiave
- L'Italia non entra in guerra nel 1914 a causa di incapacità militare, difficoltà economiche e divisioni interne.
- I neutralisti includono cattolici con motivi etici e religiosi, Giolitti preoccupato per le finanze, e socialisti che temono per i lavoratori.
- Gli interventisti desiderano la guerra per motivi di conquista territoriale e opportunità economiche, sostenuti da Mussolini e grandi imprenditori.
- Il Patto di Londra, firmato da Sonnino, impegna l'Italia a entrare in guerra nel maggio 1915 al fianco di Francia e Inghilterra.
- Le Radiose Giornate di Maggio sono manifestazioni per promuovere l'ingresso dell'Italia in guerra.
Indice
Interventisti e neutralisti
Interventisti e neutralisti durante il primo conflitto mondiale: si tratta di due schieramenti ideologici che si costituirono allo scoppio del primo conflitto mondiale.
Motivi della neutralità italiana
Siamo nel 1914 l'Italia non entra in guerra per alcuni motivi fondamentali.
-incapacità militare
-difficoltà economiche
-differenti posizioni riguardo l'ingresso in guerra dell'Italia
Posizioni dei neutralisti
Tra i neutralisti: coloro che non volevano entrare in guerra
-i cattolici: per motivi etici e religiosi;
Giolitti teme per le finanze italiane.
I socialisti: ritengono che gli operai costretti ad andare in guerra possano perdere il lavoro
Interventisti e il patto di Londra
Interventisti: coloro che desiderano l'ingresso in guerra
irredentisti:coloro i quali vogliono conquistare le terre in mano agli Austriaci (Istria, Dalmazia, Lorena, Friuli Venezia Giulia)
Mussolini che ritiene l'Italia possa affrontare una quarta guerra di indipendenza
I grandi imprenditori: vedono grandi prospettive nella conversione delle industrie di beni in industrie belliche, oltre a pensare ai possibili guadagni territoriali
Patto di Londra: patto siglato dal ministro degli Esteri Sonnino, con il quale il 14 maggio 1915 l'Italia entrerà in Guerra a fianco della duplice intesa (Francia - Inghilterra)
Radiose Giornate di Maggio: giornate di manifestazioni volte a propagandare la necessità di un'ingresso in guerra dell'Italia.