Concetti Chiave
- Nel Settecento si diffonde la ruralizzazione delle attività manifatturiere a domicilio, con la produzione spostata fuori dalle città per aggirare i vincoli delle corporazioni.
- Le famiglie contadine lavorano la materia prima fornita dai mercanti-imprenditori, creando prodotti a basso costo vendibili su un vasto mercato.
- Si affermano gli opifici, stabilimenti industriali con molti lavoratori sotto supervisione, segnando l'inizio di una produzione più centralizzata e organizzata.
- L'aumento della popolazione e la domanda di beni stimolano la meccanizzazione, con l'introduzione di macchinari come la spoletta automatica e il telaio meccanico.
- Le prime fabbriche sorgono lungo i corsi d'acqua, utilizzando l'energia idraulica per azionare macchinari complessi, migliorando il controllo e l'efficienza produttiva.
Indice
Ruralizzazione delle attività manifatturiere
Durante il Settecento nelle campagne inglesi si sviluppa un fenomeno detto ruralizzazione delle attività manifatturiere a domicilio. Questo sistema nasce per aggirare i vincoli posti dalle corporazioni, in quanto porta fuori la produzione delle città, e nell'età preindustriale ha già preso avvio nel settore tessile.
Un mercante-imprenditore fornisce la materia prima e ne affida la lavorazione a famiglie contadine, in modo tale che queste possano integrare il loro reddito nei periodi morti dell'attività agricola. Il risultato è un prodotto di più bassa qualità, ma dai costi di produzione molto inferiori, smerciabile in un vasto mercato a prezzo contenuto. Ben presto questo sistema prende piede anche per quanto riguarda la produzione metallurgica, e coinvolge la produzione di oggetti di uso comune, come coltelli, ceste e arredamenti.Diffusione limitata in Italia
Questo fenomeno si diffonde anche in Italia subalpina, ma in maniera molto minore. Questo avviene sia perché nelle città resiste la tradizione corporativa, ma anche perché il tipo di agricoltura mista praticato nelle campagne italiane lascia ai contadini molto meno tempo.
Sviluppo degli opifici e case di lavoro
A partire dal Seicento iniziano a svilupparsi in alcune parti d'Europa alcune attività industriali svolte in un unico stabilimento, detto opificio. Questo stabilimento funziona grazie alla presenza di un numero elevato di lavoratori, sottoposti al controllo di un supervisore e dotati di attrezzature di cui vengono forniti e di cui non sono proprietari. Inoltre in vari Paesi si creano delle case di lavoro, in cui per legge sono rinchiusi i poveri a cui viene riconosciuta la capacità di lavorare. Questo nuovo processo produttivo prevede la suddivisione delle fasi in operazioni distinte. È in questo contesto che si delinea una nuova figura, ovvero quella dell'imprenditore, che fornisce lavoratore degli strumenti di lavoro e delle materie prime, organizza la produzione commercializza i prodotti finiti.
Crescita della popolazione e industria laniera
La crescita della popolazione a cui si assiste nel Settecento provoca l'aumento della richiesta di merci, e stimola gli investimenti di capitali e la ricerca di nuovi sistemi produttivi. L'aumento della domanda di beni mette in crisi il precedente sistema produttivo e pone le basi per lo sviluppo dell'Industria laniera. All'inizio del settecento nasce in Inghilterra anche l'industria del cotone. Infatti l'Inghilterra smette di importare tessuti di cotone finiti dall'India, e comincia importare cotone grezzo dalle colonie americane. Infine esporta i tessuti finiti con gravi conseguenze sulla produzione indiana.
Innovazioni tecniche e meccanizzazione
L'aumento della richiesta di beni stimola la ricerca di soluzioni tecniche innovative, che determinano una progressiva ma completa meccanizzazione dei processi produttivi. Infatti vengono introdotti nuovi strumenti automatici come la spoletta automatica, la filatrice meccanica e il telaio meccanico. Sorgono le prime fabbriche, che offrono vantaggi come un maggiore controllo sulla manodopera e un risparmio sui tempi. Per azionare i complessi macchinari non basta più la forza umana e animale, ma viene utilizzata l'energia idraulica. Per questo motivo i primi stabilimenti sorgono lungo i corsi d'acqua.
Domande da interrogazione
- Qual è il fenomeno della ruralizzazione delle attività manifatturiere a domicilio nel Settecento?
- Come si sviluppa il sistema produttivo negli opifici?
- Quali sono le conseguenze dell'aumento della popolazione nel Settecento?
- Quali innovazioni tecniche emergono nel Settecento e quali sono i loro effetti?
La ruralizzazione delle attività manifatturiere a domicilio è un sistema sviluppato nelle campagne inglesi per aggirare i vincoli delle corporazioni, portando la produzione fuori dalle città. Un mercante-imprenditore fornisce la materia prima alle famiglie contadine per lavorarla, permettendo loro di integrare il reddito agricolo. Questo sistema produce beni di qualità inferiore ma a costi ridotti, vendibili a prezzi contenuti.
Negli opifici, un numero elevato di lavoratori è sottoposto al controllo di un supervisore e utilizza attrezzature fornite dall'imprenditore. Questo sistema prevede la suddivisione delle fasi produttive in operazioni distinte, e l'imprenditore organizza la produzione e commercializza i prodotti finiti.
L'aumento della popolazione provoca una maggiore richiesta di merci, stimolando investimenti di capitali e la ricerca di nuovi sistemi produttivi. Questo porta alla crisi del sistema produttivo precedente e allo sviluppo dell'industria laniera e del cotone, con l'Inghilterra che smette di importare tessuti finiti dall'India e inizia a esportare tessuti finiti.
Nel Settecento emergono innovazioni tecniche come la spoletta automatica, la filatrice meccanica e il telaio meccanico, che portano alla meccanizzazione dei processi produttivi. Le prime fabbriche sorgono lungo i corsi d'acqua per sfruttare l'energia idraulica, offrendo vantaggi come un maggiore controllo sulla manodopera e un risparmio sui tempi.