Concetti Chiave
- Il "Manifesto di Ventotene" di Altiero Spinelli, scritto nel 1941, è un documento fondamentale per la promozione dell'unità europea, considerato una delle basi dell'Unione Europea.
- Nel primo capitolo, il Manifesto critica il nazionalismo e l'inefficacia della Società delle Nazioni, evidenziando la necessità di una federazione europea per evitare il dominio totalitario.
- Il secondo capitolo sottolinea l'importanza di una federazione degli Stati Uniti d'Europa per garantire stabilità e pace, superando le divisioni nazionali e promuovendo la cooperazione internazionale.
- Il terzo capitolo si concentra sulle azioni pratiche per realizzare la Federazione Europea, promuovendo l'uguaglianza sociale e la ridistribuzione equa delle risorse per eliminare i privilegi.
- Il Manifesto propone una rivoluzione europea di stampo socialista, con riforme nel campo dell'istruzione, lavoro e rappresentanza politica, per garantire libertà concrete e autonomia ai cittadini.
Indice
Il manifesto di Ventotene
Il "Manifesto di Ventotene" di Altiero Spinelli è un documento per la promozione dell'unità europea, scritto durante la seconda Guerra Mondiale nel 1941. Oggi è considerato uno dei testi fondanti dell'Unione Europea. Il Manifesto prefigura la necessità di istituire una federazione europea dotata di un parlamento e di un governo democratico.
II testo è suddiviso in tre capitoli: La crisi della civiltà moderna, Compiti del dopoguerra. L'unità europea e Compiti del dopoguerra. La riformo della società.
La crisi della civiltà moderna
Nel primo capitolo viene esplicitato come i principi nati dalla Società delle Nazioni si siano persi con la prima Guerra Mondiale, dando rilievo al nazionalismo delle potenze. Il testo afferma che la civiltà moderna ha posto come proprio fondamento il principio della libertà, secondo il quale l'uomo non deve essere uno strumento altrui, ma autonomo. Con questo codice:
1) si è affermato l'eguale diritto a tutte le nazioni di organizzarsi in stati indipendenti. Ogni popolo doveva trovare nello Stato nazionale lo strumento per soddisfare i suoi bisogni. Questa ideologia è stata fonte di progresso (fine dell'oppressione dei popoli stranieri, civilizzazione dei popoli più arretrati, ...), che ha però poi trasformato lo Stato in un'entità che deve pensare solo alla propria esistenza e al proprio sviluppo senza curarsi dei danni che gli altri possono risentire; ha portato alla volontà di dominio, poiché ciascuno si sente minacciato. Anche nei periodi di pace, la volontà dei ceti militari predominava su quella dei ceti civili: la scuola, la scienza, la produzione furono diretti ad aumentare il potenziale bellico.
2) si è affermato l'eguale diritto di tutti i cittadini alla formazione della volontà dello Stato. Ciò ha permesso di correggere molte ingiustizie dei regimi passati, ma la libertà di stampa e l'estensione del suffragio ha reso più difficile la difesa dei vecchi privilegi. Dopo la fine della prima Guerra Mondiale, fu naturale che i ceti "privilegiati" appoggiassero l'instaurazione delle dittature, che toglievano le armi legali ai loro avversari (ceti medio-bassi). Si diffuse la convinzione che solo uno stato totalitario, abolendo le libertà popolari e utilizzando la violenza, potesse risolvere i conflitti di interesse. Si creò un regime economico in cui la potenza del denaro si perpetua nello stesso ceto (alto) trasformandolo in privilegiato, mentre i lavoratori sono costretti a lasciarsi sfruttare (per tenere sottomesse le classi operaie, i sindacati sono stati trasformati in organi di sorveglianza poliziesca).
3) si è affermato il valore dello spirito politico. A questo atteggiamento sono dovute le maggiori conquiste della nostra società, ma esso non ha resistito ai nuovi dogmi che si stanno accampando: si esige di credere che apparteniamo ad una razza eletta (solo perché l'imperialismo ha bisogno di questo per esaltare nelle masse l'odio e l'orgoglio), si crea una scienza che vuole dimostrare la teoria degli spazi vitali (solo per dar veste teorica alla volontà dell'imperialismo), la storia viene falsificata (nell'interesse della classe governante), gli uomini non sono più considerati cittadini liberi e soggetti di diritti ma tenuti ad ubbidire alle autorità superiori. Questa civiltà totalitaria trova nella Germania la sua massima affermazione; la sua vittoria significherebbe il definitivo consolidamento del totalitarismo nel mondo. Anche una soluzione di compromesso tra le parti in lotta significherebbe un passo avanti del totalitarismo, perché tutti i paesi che fossero sfuggiti alla Germania dovrebbero adottare le sue stesse forme di organizzazione politica per prepararsi alla ripresa della guerra. Ma le forze proletarie, stanche di questo regime, stanno cercando di ribellarsi.
Compiti del dopoguerra
Nel secondo capitolo vengono analizzate le possibili conseguenze dopo la fine del conflitto, sostenendo che l'unico modo per raggiungere una situazione di stabilità è quello di organizzare la federazione degli Stati Uniti d'Europa. Anche se la Germania venisse sconfitta, ciò non porterebbe al riordinamento dell'Europa in quanto i ceti privilegiati cercheranno di smorzare ogni ondata di sentimenti internazionalisti. Al contempo, la caduta dei regimi totalitari significherà per interi popoli l'avvento della "libertà" e il coronamento dei loro sogni sarà un'assemblea costituente, eletta col più esteso suffragio e col più alto rispetto del diritto degli elettori. Per realizzare questo sogno, il movimento democratico non sarà il miglior mezzo: il popolo ha dei bisogni da soddisfare, ma non sa con precisione cosa volere e cosa fare e ciò porterà a delle lotte interne; i democratici si sentono smarriti non avendo dietro di sé uno spontaneo consenso popolare e la loro metodologia politica diventa un peso morto nella crisi rivoluzionaria. Si andrebbero a ricostruire così le istituzioni politiche pre-totalitarie e la lotta tornerebbe a svilupparsi secondo i vecchi schemi della contrapposizione delle classi.
C'è da sottolineare che il principio della lotta di classe ha costituito la direttiva degli operai delle fabbriche e ha giovato a dare consistenza alla loro politica; ma gli operai, e in particolare i comunisti, sanno rivendicare solo la loro classe e non si curano degli altri ceti. In pratica questa politica non riesce a far presa su nessun altro strato, tranne che sugli operai.
Un vero movimento rivoluzionario dovrà sorgere da coloro che hanno saputo criticare le vecchie impostazioni politiche. C'è da tenere presente che le forze reazionarie si batteranno per conservare la loro supremazia e si sapranno mascherare come amanti della libertà, della pace e delle classi più povere, facendo leva sul sentimento patriottico per raggiungere il loro scopo.
Il problema principale da risolvere è l'abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani, in quanto tutti gli uomini riconoscono ormai che non si può mantenere un equilibrio di stati indipendenti. E' apparso evidente che nessun paese in Europa può restarsene da parte mentre gli altri si battono ed è stata dimostrata l'inutilità di organismi sul tipo della Società delle Nazioni che pretendeva di garantire un diritto internazionale senza una forza militare capace di imporre le sue decisioni. E' risultato assurdo il principio di non intervento, secondo il quale ogni popolo dovrebbe essere lasciato libero di darsi il governo dispotico che meglio crede, quasi che la costituzione interna di ogni singolo stato non costituisse un interesse vitale per tutti gli altri paesi. Bisogna riconoscere che la Federazione Europea è l'unica concepibile garanzia che i rapporti con i popoli si possano svolgere su una base di pacifica cooperazione.
Con la propaganda occorre gettare le fondamenta di un movimento che sappia costituire un saldo stato federale, il quale disponga di una forza armata europea al posto degli eserciti nazionali e di organi per mantenere nei singoli stati un ordine comune, lasciando agli stati stessi l'autonomia che consenta lo sviluppo di una vita politica secondo le caratteristiche dei vari popoli.
La riforma della società
Nel terzo capitolo si focalizza sulle decisioni pratiche da prendere e sull'organizzazione per dare vita alla Federazione Europea.
Un'Europa unita è premessa del potenziamento della civiltà umana, poiché farà cessare la disuguaglianza e i privilegi sociali. La rivoluzione europea dovrà essere socialista, cioè dovrà proporsi l'emancipazione delle classi lavoratrici e la realizzazione per esse di condizioni più umane di vita. II principio da seguire non è però quello secondo cui la proprietà privata dei mezzi materiali dì produzione deve essere a priori abolita, ma quello secondo cui deve essere abolita, limitata, corretta e estesa caso per caso. Dovrà inoltre seguire questi diversi punti:
1) non si possono più lasciare ai privati le imprese che sono in condizione di sfruttare la massa dei consumatori
2) non ci deve essere un accumulo di ricchezze nelle mani di pochi, ma devono essere distribuite in modo equo, per eliminare i ceti privilegiati e per dare ai lavoratori gli strumenti di produzione di cui hanno bisogno con il fine di migliorare le loro condizioni di vita
3) la scuola pubblica dovrà dare la possibilità di proseguire gli studi fino ai gradi superiori ai più idonei, invece che ai più ricchi e dovrà prepararli in ogni branca di studi
4) la solidarietà umana verso coloro che soccombono nella lotta economica non dovrà manifestarsi con le forme caritative, ma con una serie di provvedimenti che garantiscano a tutti un tenore di vita decente (così nessuno sarà più costretto ad accettare contratti di lavoro miseri)
5) i lavoratori devono tornare ad essere liberi di scegliere le condizioni alle quali intendono lavorare e lo stato dovrà dare i mezzi giuridici per garantire ciò
Su queste basi le libertà politiche potranno avere un contenuto concreto, in quanto la massa dei cittadini avrà un’indipendenza ad una conoscenza sufficiente per esercitare un efficace controllo sulla classe governante.
Riguardo gli istituti costituzionali, su due questioni è necessario precisare le idee:
1) sui rapporti dello stato con la chiesa. Il concordato con cui in Italia il Vaticano ha concluso l'alleanza col fascismo andrà abolito per affermare il carattere laico dello stato e per fissare la supremazia dello stato sulla vita civile. Inoltre, tutte le credenze religiose dovranno essere egualmente rispettate.
2) sul carattere della rappresentanza politica. L'organizzazione che il fascismo ha costituito verrà abolita insieme alle parti dello stato totalitario. Ai sindacati spetteranno ampie funzioni di collaborazione con gli organi statali, ma è da escludere che ad essi vada affidata alcuna funzione legislativa. Il partito rivoluzionario non deve rappresentare una massa eterogenea di tendenze riunite per il loro passato antifascista, ma uomini, che si trovano d'accordo sui principali problemi del futuro. Con la propaganda devono affrontare volta per volta un problema sentito dalle classi e mostrare la rivoluzione come vera soluzione. Essa deve essere rivolta in primo luogo verso la classe operaia e i ceti intellettuali; poiché i primi erano sottomessi dal totalitarismo, i secondi si sentono spiritualmente soffocare da esso. Man mano altri ceti saranno attratti dal movimento generale.
Domande da interrogazione
- Qual è l'obiettivo principale del "Manifesto di Ventotene"?
- Quali sono i temi principali trattati nel primo capitolo del Manifesto?
- Come viene descritta la situazione post-bellica nel secondo capitolo del Manifesto?
- Quali sono le proposte pratiche per la Federazione Europea nel terzo capitolo?
- Quali sono le riforme sociali suggerite nel Manifesto?
L'obiettivo principale del "Manifesto di Ventotene" è promuovere l'unità europea attraverso la creazione di una federazione europea con un parlamento e un governo democratico.
Il primo capitolo tratta della crisi della civiltà moderna, evidenziando la perdita dei principi della Società delle Nazioni, l'ascesa del nazionalismo e il predominio dei ceti militari sui civili.
Il secondo capitolo analizza le conseguenze del dopoguerra, sostenendo che solo una federazione degli Stati Uniti d'Europa può garantire stabilità, e critica la ricostruzione delle istituzioni politiche pre-totalitarie.
Il terzo capitolo propone decisioni pratiche per l'organizzazione della Federazione Europea, come l'abolizione della divisione in stati nazionali sovrani e la creazione di un movimento rivoluzionario socialista.
Il Manifesto suggerisce riforme sociali come la distribuzione equa delle ricchezze, l'accesso all'istruzione pubblica, la garanzia di un tenore di vita decente e la libertà dei lavoratori di scegliere le condizioni di lavoro.