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Concetti Chiave

  • Alla fine del XIX secolo, Stati Uniti e Giappone emersero come nuove potenze globali, grazie a diverse strategie di industrializzazione.
  • Negli Stati Uniti, l'abbondanza di materie prime e l'immigrazione facilitarono la crescita economica, formando un grande mercato interno dominato da grandi corporations.
  • Il Giappone, uscendo dall'isolamento, avviò un'industrializzazione forzata, sostenuto dalla centralizzazione del potere e da un'espansione imperialistica verso la Cina.
  • In Europa, la diplomazia di Bismarck cercò di mantenere l'equilibrio di potere con trattati come la Triplice Alleanza, ma l'imperialismo di Guglielmo II portò a una fragile divisione in blocchi.
  • L'Inghilterra si distinse dal resto d'Europa con un sistema politico più flessibile, che permise riforme attraverso l'alternanza di governi conservatori e liberali.

Indice

  1. Integrazione globale e protagonisti emergenti
  2. Politiche estere e industrializzazione
  3. Tensioni e alleanze in Europa
  4. Politica imperialista e blocchi difensivi

Integrazione globale e protagonisti emergenti

Alla fine del secolo, il mondo si avviava a una completa integrazione in cui ormai oltre all'Europa emergevano -come nuovi protagonisti- gli Stati Uniti e il Giappone. L'intenso processo di industrializzazione che investì i due paesi che ebbero percorsi strade differenti: quello degli Stati Uniti fu molto simile a quello europeo favorito dall'abbondanza di materia prima e da un massiccio flusso migratorio che supplì alla carenza di forza lavoro. In America si creò il più grande mercato interno del mondo il capitale si concentrò in grandi corporations che portarono gli Stati Uniti al vertice dei paesi industrializzati.

Politiche estere e industrializzazione

Nel primo decennio del Novecento, Roosevelt inauguro una illuminata politica riformatrice combinandola ad una svolta imperialistica in politica estera, innanzitutto in direzione degli stati latinoamericani e del Pacifico. Negli stessi anni, il Giappone riuscì ad emergere come grande potenza, lasciandosi alle spalle un lungo isolamento: pure all'interno di una struttura economica feudale chiusa, era venuta maturando una lenta accumulazione di capitali che venne orientata verso l'industrializzazione forzata del paese. Al consolidamento del potere delle élite dominanti, si instaurò un sistema istituzionale che affidava al sovrano un potere assoluto. Anche i Giappone si orientò -sul finire del secolo - verso una politica estera espansionistica, a causa della pressione demografica e della ricerca di materie prime. Le sue mire si diressero verso la Cina che non aveva intrapreso alcuna trasformazione delle arcaiche strutture; il Giappone si scontrò dunque con l'imperialismo europeo.

Tensioni e alleanze in Europa

In Europa, la programmazione del Reich tedesco aveva creato una profonda rottura degli equilibri: rischi di guerra provenivano soprattutto dalla Francia, dall'Austria, dalla Russia dei Balcani. Il cancelliere Bismarck mise tutta la sua abilità diplomatica per cercare di restaurare il “concerto delle potenze” del Vecchio Continente; partì due presupposti: l'isolamento della Francia e la ricomposizione degli interessi di Austria e Russia. La sua azione portò al Trattato del 1879, con cui la Germania si legò: in un patto militare con l'Austria (volto di impedire alla Russia di attaccare impero asburgico); alla triplice alleanza (1882)contro la Francia (in cui confluirono Austria Italia). Un trattato di Controassicurazione (1887) alleò poi Germania e Russia.

Politica imperialista e blocchi difensivi

L'insieme di questi trattati garantì una pace e relativa fino agli anni 90; quando nel 1890 Bismarck si dimise iniziò la politica imperialista del nuovo imperatore Guglielmo II che riteneva che per sostenere lo sviluppo industriale fosse necessario conquistare colonie e rafforzare l'industria bellica. Questa politica ebbe l'effetto di schierare le potenze in due blocchi difensivi: da un lato Germania, Austria, Italia; dall'altro Francia Inghilterra e Russia; l’equilibrio ormai era fragilissimo. In tutti gli stati europei un'unica tendenza comune era la realizzazione di uno Stato rigido e reazionario; solo l'Inghilterra si differenziò da questo quadro, in quando l'alternarsi al governo di conservatori e liberali non impedì di varare una vasta politica riformatrice.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono i nuovi protagonisti emergenti alla fine del secolo oltre all'Europa?
  2. Alla fine del secolo, oltre all'Europa, emersero come nuovi protagonisti gli Stati Uniti e il Giappone, grazie a un intenso processo di industrializzazione.

  3. Come si sviluppò l'industrializzazione negli Stati Uniti?
  4. Negli Stati Uniti, l'industrializzazione fu favorita dall'abbondanza di materie prime e da un massiccio flusso migratorio, creando il più grande mercato interno del mondo e portando alla concentrazione del capitale in grandi corporations.

  5. Quali furono le politiche estere del Giappone alla fine del secolo?
  6. Alla fine del secolo, il Giappone adottò una politica estera espansionistica, rivolta principalmente verso la Cina, a causa della pressione demografica e della ricerca di materie prime.

  7. Quali furono le conseguenze della politica imperialista di Guglielmo II in Europa?
  8. La politica imperialista di Guglielmo II portò alla formazione di due blocchi difensivi in Europa: da un lato Germania, Austria e Italia; dall'altro Francia, Inghilterra e Russia, rendendo l'equilibrio europeo estremamente fragile.

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