Concetti Chiave
- Il consenso al fascismo in Italia era perlopiù passivo, influenzato dalla politicizzazione della società piuttosto che da una scelta volontaria.
- Nonostante la popolarità del Duce, la corruzione e inefficienza del partito fascista suscitavano critiche, ma la colpa era attribuita alla burocrazia piuttosto che al capo stesso.
- La resistenza operaia dimostrava che il movimento socialista, sebbene indebolito, non era stato completamente eliminato.
- Dopo le leggi fascistissime, molti oppositori democratici emigrarono, con Parigi divenuta il centro dell'attività antifascista fuoriuscita.
- L'opposizione clandestina comunista in Italia cercava di infiltrarsi nelle organizzazioni fasciste e mantenere una rete cospirativa, ma molti membri furono catturati o uccisi dall'OVRA.
Indice
Il consenso passivo al fascismo
Il fascismo godeva di un largo consenso nella società italiana; però questo era un consenso passivo, che non dipendeva da una scelta volontaria, ma era il risultato di un’opera di politicizzazione della società.
Lo slogan del fascismo
Lo slogan del fascismo era “Credere, Obbedire, Combattere”: credere come atto di fede, obbedire come atto gerarchico di chi si sottomette all'autorità del corpo, e combattere come azione violenta.
Critiche al partito fascista
La corruzione e inefficienza del partito fascista era spesso motivo di critica e di contestazione popolare. Tuttavia il Capo era sacro, e se qualcosa non funzionava non era colpa del Duce, ma della burocrazia di partito.
Resistenza operaia e Mussolini
In questo periodo si manifestò la resistenza operaia che suscitò l’ira di Mussolini, e mostrò come il movimento socialista fosse stato battuto ma non sradicato.
Esilio delle forze democratiche
Dopo l’emanazione delle leggi fascistissime, molte forze democratiche scelsero la via dell’esilio, perché capirono che non potevano più svolgere un ruolo utile all'interno del Paese.
Parigi divenne la capitale del fuoriuscitismo e divenne la sede della “Concentrazione Antifascista”.
Opposizione politica clandestina
Oltre al fuoriuscitismo, in Italia continuò ad esistere un’opposizione politica clandestina composta da comunisti. Uno degli obiettivi principali dei comunisti era quello di entrare negli organismi di massa del fascismo per recuperare i cosiddetti “fratelli in camicia nera”; un altro obiettivo dei comunisti era anche quello di mantenere una rete cospirativa capace di animare, in futuro, la riscossa antifascista.
Repressione dell'OVRA
Però, molti militanti comunisti caddero vittime dell’OVRA, la polizia segreta fascista; molti altri furono uccisi, oppure arrestati, o altri ancora furono spediti al “confino di polizia”.
Giustizia e Libertà negli anni Trenta
Negli anni Trenta, l’esempio comunista fu seguito dal partito “Giustizia e Libertà”, che si ispirava ai valori del socialismo liberale.
Domande da interrogazione
- Qual era la natura del consenso al fascismo nella società italiana?
- Quali erano le critiche principali rivolte al partito fascista?
- Come si manifestava l'opposizione al regime fascista?
Il consenso al fascismo era ampio ma passivo, risultante da una politicizzazione della società piuttosto che da una scelta volontaria.
Le critiche principali riguardavano la corruzione e l'inefficienza del partito, sebbene il Capo fosse considerato sacro e le colpe attribuite alla burocrazia.
L'opposizione si manifestava attraverso la resistenza operaia, l'esilio delle forze democratiche, e un'opposizione politica clandestina, nonostante la repressione dell'OVRA.