c_001
Ominide
5 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Giolitti, nominato ministro degli interni nel governo Zanardelli, promosse modernizzazione e sviluppo industriale in Italia, rendendola la quarta potenza europea in un decennio.
  • La politica di Giolitti si basava sull'integrazione delle masse lavoratrici, evitando la repressione dei movimenti operai per prevenire l'ascesa di partiti estremisti.
  • Giolitti favorì l'aumento della domanda economica attraverso la riduzione delle ore lavorative e migliori condizioni salariali, promuovendo così il consumismo.
  • Riconobbe ai lavoratori il diritto di sciopero e di associazione, supportando lo sviluppo delle organizzazioni sindacali e incrementando i salari.
  • Durante il suo governo, Giolitti cercò compromessi con socialisti, cattolici e nazionalisti, mantenendo rapporti ambigui con le potenze europee per evitare tensioni internazionali.

Indice

  1. L'ascesa di Giolitti
  2. Modernizzazione e politica di Giolitti
  3. Integrazione delle masse e economia
  4. Diritti dei lavoratori e sindacati
  5. Età Giolittiana e politica di compromessi

L'ascesa di Giolitti

Dopo i numerosi sconvolgimenti salì al trono Vittorio Emanuele III che affidò la guida del governo, che ridivenne così di sinistra liberale, a Zanardelli che, sapientemente, nominò come ministero degli interni (1901-1903) Giolitti, un liberale aperto ad istanze democratiche e un abile statista il cui passato da burocrate gli garantì numerosi vantaggi fra cui un’accuratissima conoscenza delle leggi e un’esperienza in politica che risultò essere fondamentale per il successo dei suoi provvedimenti.

Modernizzazione e politica di Giolitti

Fu proprio duranti gli anni della cosiddetta “età giolittiana”, che l’Italia sperimentò una notevole modernizzazione, che si manifestò nella realizzazione di numerose infrastrutture, in una veloce industrializzazione, in un forte aumento demografico, in un notevole ampliamento degli spazi di discussione democratica e nel miglioramento delle condizioni di vita, divenendo così nell’arco di un decennio la quarta potenza europea.

Integrazione delle masse e economia

L’innovazione portata da Giolitti era principalmente dovuta alla sua visione ideologica secondo cui lo Stato non avrebbe avuto alcun interesse, ne politico ne economico ne sociale, nell'inimicarsi la classe operaia, in quanto reprimendo le proteste non avrebbe fatto altro che rinvigorire i partiti estremisti. Secondo Giolitti, infatti, l'una via possibile era quella basata sull'integrazione delle masse in quanto reprimendo gli scioperi con cui i lavoratori chiedevano condizioni di vita e di lavoro più giusti non era solo scorretto dal punto di vista politico poiché significava non appoggiare la maggioranza e perdere quindi il proprio ruolo arbitrale e neutrale, ma significava anche nuocere all’economia. L’ex-burocrate infatti, presentando numerose analogie con Ford, riteneva che affinché l’economia si sviluppasse era necessario agire non solamente favorendo un aumento dell’offerta ma anche incentivando la nascita e l’espansione della domanda, senza la quale il mercato sarebbe altrimenti collassato; riteneva quindi fondamentale non solamente uno sfruttamento economico minore degli operai, in quanto pagandoli meno si privava il mercato di potenziali compratori, ma anche una diminuzione delle ore lavorative in quanto, incentivando il tempo libero, veniva incentivato anche il consumismo e alimentata l’economia.

Diritti dei lavoratori e sindacati

Al contrario Giolitti la necessità del governo stesso di favorire e incentivare la nascita di movimenti organizzati e ordinati, rendendo così possibile trattare e collaborare con le forze emergenti della società anziché reprimerle e inimicarsele, sfavorendo così al tempo stesso i movimenti violenti e vandalici, gli unici che, rappresentando una reale minaccia, necessitano di essere repressi con la forza; in qualità di ministro degli interni riconobbe così ai lavoratori il diritto di scioperare e la libertà di associarsi garantendo quindi che, a condizione che ordine e sicurezza non venissero minacciati, non sarebbe intervenuta alcuna forza pubblica repressiva. Questo favorì la ripresa della mobilitazione operai che portò all'aumento dei salari ed al verificarsi di una fase economica espansiva e lo sviluppo delle organizzazioni sindacali come le Camere del Lavoro e le leghe bracciantili. Durante il governo Zanardelli-Giolitti vennero inoltre municipalizzati i servizi pubblichi così da poterli estendere e minimizzarne i costi e vennero emanati provvedimenti volti a tutelare il lavoro femminile e minorile e a migliorare le norme sulle assicurazioni.

Età Giolittiana e politica di compromessi

Quando poi nel 1903 l'incarico di formare il nuovo esecutivo passò a Giolitti ebbe il via quel periodo che storicamente prese il nome di "Età Giolittiana" durante il quale Giolitti, ora a capo del governo, mise ancor più in pratica le proprie convinzioni politiche giungendo così a collaborare con le forze emergenti quali socialisti, cattolici e nazionalisti che a causa dei diversi orientamenti lo costrinsero a una politica di compromessi sia sul piano nazionale, ossia spingendolo a portare a compimento una serie di istanze e decisioni volte in parte a incontrare le richieste e i desideri dei socialisti, in parte quelle dei nazionalisti e in parte quelle dei cattolici, sia sul piano europeo, mantenendo dei rapporti ambigui con le varie potenze europee senza mai schierarsi, in modo esplicito e definitivo, con nessuna di essa nel tentativo di evitare la presa del sopravvento del partito nazionalista o di quello socialista, internazionale per propria natura.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali innovazioni durante l'età giolittiana?
  2. Durante l'età giolittiana, l'Italia sperimentò una modernizzazione significativa, con la costruzione di infrastrutture, industrializzazione rapida, aumento demografico, ampliamento degli spazi democratici e miglioramento delle condizioni di vita, diventando la quarta potenza europea.

  3. Qual era la visione ideologica di Giolitti riguardo alla classe operaia?
  4. Giolitti credeva che lo Stato non dovesse inimicarsi la classe operaia, poiché reprimere le proteste avrebbe solo rafforzato i partiti estremisti. Promuoveva l'integrazione delle masse e il miglioramento delle condizioni di lavoro per stimolare l'economia.

  5. Come Giolitti gestì le proteste e le richieste dei lavoratori?
  6. Giolitti riconobbe il diritto di sciopero e la libertà di associazione ai lavoratori, garantendo che non ci sarebbe stata repressione a meno che ordine e sicurezza non fossero minacciati, favorendo così l'aumento dei salari e lo sviluppo delle organizzazioni sindacali.

  7. Quali furono le politiche sociali implementate durante il governo Zanardelli-Giolitti?
  8. Durante il governo Zanardelli-Giolitti, furono municipalizzati i servizi pubblici, emanati provvedimenti per tutelare il lavoro femminile e minorile, e migliorate le norme sulle assicurazioni.

  9. Come Giolitti gestì le relazioni con le forze politiche emergenti e le potenze europee?
  10. Giolitti collaborò con socialisti, cattolici e nazionalisti, adottando una politica di compromessi. Mantenne rapporti ambigui con le potenze europee per evitare il predominio di un partito specifico, cercando di bilanciare le diverse influenze politiche.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community

Le colonie latine

Mauro_105 di Mauro_105

URGENTE (321112)

Lud_ di Lud_

domandina

Samantha Petrosino di Samantha Petrosino