Concetti Chiave
- La Cina, per secoli superiore ai popoli vicini, fu scossa dalla guerra dell'oppio e dalla superiorità tecnica occidentale.
- L'imperatrice Tz'e-hsi, energica e crudele, mantenne il potere ma contribuì alla rovina del Paese.
- Il Giappone sconfisse la Cina nella guerra sino-giapponese, ma i governanti cinesi rimasero presuntuosi e ostili agli stranieri.
- La rivolta dei Boxers del 1900, appoggiata dall'imperatrice, portò a violenze contro stranieri e cristiani cinesi.
- Le tardive riforme di Tz'e-hsi non riuscirono a salvare l'impero cinese dal collasso finale.
Indice
La supremazia cinese e la guerra dell'oppio
Per oltre trenta secoli la Cina non aveva conosciuto altra civiltà che la propria, incontestabilmente superiore a quella di tutti i popoli che la circondavano, compreso il Giappone e i popoli indiani. Non stimolati da scambi culturali o da concorrenza commerciale, essi erano rimasti press'a poco allo stesso livello tecnico degli europei di cinquecento anni prima. Un certo disprezzo per l'innegabile supremazia tecnica degli occidentale, la diversità di usanze, la rozzezza degli individui con cui venivano a contatto, avevano sempre confermato ai cinesi l'idea di una loro preminenza su tutti i popoli. La prima disillusione i cinesi l'ebbero in occasione della "guerra dell'oppio". Avendo l'imperatore Taokuang proibito l'importazione dell'oppio, gli Inglesi, che erano i principali esportatori, si opposero con le armi. I cinesi, pur avendo ragione, furono travolti dalle cannonate inglesi e obbligati non solo ad intossicarsi con l'oppio, ma anche ad aprire al traffico europei i porti principali e cedere l'isoletta di Hong-Kong. I cinesi si accorsero che le loro armi erano dei giocattoli in confronto a quelle degli occidentali e cercarono di organizzare qualche reparto dell'esercito alla maniera nostra. L'impero manciù era ormai all'estremo limite del disfacimento.
Il declino dell'impero manciù
Alla morte di Hsien-fung il potere passò a una delle sue mogli, Tz'e-hsi, madre del nuovo imperatore T'ung-Chih; donna di estrema energia, spregiudicata e spesso crudele, seppe mantenere una posizione di assoluta preminenza. Ella contribuìì alla rovina totale del Paese. La guerra dell'oppio avrebbe dovuto indurre i cinesi a informarsi sulla reale potenza degli stati occidentali, invece essi conservarono quasi intatta la loro presunzione e assunsero atteggiamenti ostili agli stranieri.
La rivolta dei Boxers e le conseguenze
Era inevitabile che tentando il primo balzo espansionistico in Corea, il Giappone incontrasse la resistenza della Cina. Ma gli eserciti dell'imperatore Kuang-hsu si squagliarono come neve al sole davanti alle artiglierie dei Giapponesi. Il trattato di Shimonoseki del 1895 ratificò la sconfitta cinese, ma ancora una volta non cambiò la testa ai governanti. Pochi anni dopo l'ostilità verso gli stranieri spingeva la vecchia imperatrice a favorire i membri di una delle società segrete della Cina: gli I-ho-ch'iian, conosciuti in Europa con il nome di "boxers". Nella primavera del 1900 scoppia la rivolta che si realizza in una strage di bianchi e di cristiani cinesi. Le legazioni di T'ien-tsin si difendono strenuamente; un corpo di truppe anglo-franco-italo-tedesche arriva a ristabilire l'ordine, sbaragliando le orde dei Boxers e occupando Pechino. Ormai anche Tz'e-hsi, costretta a fuggire ha capito, ma le sue tardive riforme non salveranno la Cina dall'estremo sfacelo.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze della "guerra dell'oppio" per la Cina?
- Chi era Tz'e-hsi e quale ruolo ebbe nel declino dell'impero cinese?
- Come reagì la Cina alla sconfitta nella guerra contro il Giappone?
- Cosa accadde durante la rivolta dei Boxers nel 1900?
La Cina fu costretta ad aprire i suoi porti al traffico europeo e a cedere Hong-Kong, riconoscendo la superiorità militare occidentale.
Tz'e-hsi era una delle mogli di Hsien-fung e madre dell'imperatore T'ung-Chih; mantenne il potere con energia e contribuì alla rovina del Paese.
Nonostante la sconfitta nel trattato di Shimonoseki del 1895, i governanti cinesi non cambiarono atteggiamento e mantennero ostilità verso gli stranieri.
La rivolta portò a una strage di bianchi e cristiani cinesi, ma fu soppressa da truppe internazionali che occuparono Pechino, segnando un ulteriore declino per la Cina.