Concetti Chiave
- Nel 1973, l'OPEC aumentò il prezzo del petrolio del 300%, causando una recessione globale e una riduzione della produzione industriale.
- L'aumento del prezzo del petrolio portò a un periodo di inflazione elevata e fluttuazioni economiche negli anni '70 e '80.
- La crisi economica portò a un aumento della disoccupazione in Europa, con un tasso che salì al 10% nel 1990.
- Le aziende cercarono di ridurre i costi del lavoro, spostando la produzione nel Terzo Mondo e riducendo la manodopera locale.
- I governi ridussero le spese sociali per contenere il debito pubblico, colpendo settori come sanità, istruzione e pensioni.
Indice
L'impatto dell'OPEC negli anni Settanta
Lo sviluppo degli anni Cinquanta e Sessanta venne bruscamente interrotto quando l’organizzazione dei Paesi produttori di petrolio, l’OPEC, impose un forte aumento (300%) del prezzo del petrolio greggio (1973). Poiché il petrolio era la fonte di energia più utilizzata, all’aumento del prezzo seguì una forte recessione (crisi), che negli anni 1974-1975 portò, per la prima volta dopo la fine della seconda guerra mondiale, ad una riduzione della produzione industriale. Inoltre l’aumento del costo del petrolio provocò una crescita generalizzata dei prezzi e diede inizio ad un lungo periodo di forte inflazione.
Negli anni successivi vi fu un alternarsi di brevi periodi di recessione, tra cui quello legato alla seconda crisi petrolifera (1979), di stagnazione (arresto della crescita) e di ripresa economica. Negli anni Ottanta l’inflazione fu frenata e in seguito ebbe inizio un nuovo periodo di sviluppo in Europa, negli Stati uniti e in Giappone, con differenze regionali e fluttuazioni (variazione nel tempo): gli anni Novanta ad esempio furono un periodo di forte sviluppo per gli USA, in crisi nel periodo precedente, e di crisi per il Giappone, fino ad allora in piena crescita.
Conseguenze economiche e sociali
La crisi ebbe profonde conseguenze sociali e a causa degli alti costi del lavoro, gli imprenditori cercarono di ridurre il personale, adottando quelle innovazioni che permettevano di risparmiare manodopera. Molti operai non specializzati persero il posto di lavoro, molti giovani non riuscirono a trovare un’occupazione: mentre la disoccupazione nel periodo precedente era stata un fenomeno marginale in Europa (meno dell’I,5% nel periodo 1961-1965), nel 1980 salì nell’Europa occidentale al 5,5% e la ripresa non modificò la tendenza: nel 1990 la disoccupazione era del 10%. Il problema venne aggravato dalla scelta di diverse aziende di trasferire molte attività nel Terzo Mondo.
Questa situazione, in cui la richiesta di manodopera era molto inferiore all’offerta, portò ad un indebolimento della posizione dei sindacati e la crescita dei salari si arrestò.
Riduzione delle spese sociali
Inoltre la crisi economica e l’aumento del debito pubblico (il debito dello Stato) spinsero alcuni governi a cercare di ridurre le spese, in particolar modo quelle sociali: in diversi Paesi, tra cui anche gli Stati Uniti e l’Inghilterra, si ebbero tagli al servizio sanitario, all’istruzione, alle pensioni ed entrò in crisi lo Stato assistenziale.
Domande da interrogazione
- Qual è stato l'impatto dell'aumento del prezzo del petrolio nel 1973?
- Come ha influenzato la crisi petrolifera il mercato del lavoro?
- Quali misure hanno adottato i governi per affrontare la crisi economica?
L'aumento del prezzo del petrolio del 300% imposto dall'OPEC nel 1973 ha causato una forte recessione, riduzione della produzione industriale e un lungo periodo di inflazione.
La crisi ha portato a una riduzione del personale, aumento della disoccupazione e trasferimento di attività nel Terzo Mondo, indebolendo la posizione dei sindacati e arrestando la crescita dei salari.
I governi hanno cercato di ridurre le spese, specialmente quelle sociali, con tagli al servizio sanitario, istruzione e pensioni, mettendo in crisi lo Stato assistenziale.