Concetti Chiave
- Alla conferenza di pace di Parigi, l'Italia incontrò l'opposizione alle sue richieste territoriali, specialmente dagli Stati Uniti che difendevano il principio di nazionalità.
- Il patto di Londra non fu rispettato, spingendo Orlando e Sonnino a lasciare la conferenza, il che portò all'esclusione dell'Italia dalla spartizione delle colonie tedesche.
- Francesco Saverio Nitti affrontò una crisi interna con le agitazioni sociali e l'occupazione di Fiume da parte di Gabriele D'Annunzio, definita "impresa fiumana".
- Il biennio rosso vide occupazioni di fabbriche e terre, con elezioni proporzionali che rafforzarono i partiti socialisti e cattolici.
- Giolitti risolse la "questione fiumana" con il trattato di Rapallo e cercò di gestire le tensioni interne attraverso la mediazione e un accordo con i sindacati.
Indice
Opposizioni alla conferenza di pace
Alla conferenza di pace di Parigi, l’Italia trovò molte opposizioni da parte degli alleati (Francia e Inghilterra), soprattutto da parte degli Stati Uniti di Wilson, che non gli volle riconoscere l’annessione all’Italia della Dalmazia deciso a difendere il principio di nazionalità.
Per il presidente del Consiglio Orlando e il ministro degli Esteri Sonnino, il patto di Londra andava rispettato, e quindi Istria e Dalmazia dovevano passare all’Italia, con l’aggiunta della città di Fiume.
Proteste e dimissioni di Orlando
In segno di protesta, Orlando e Sonnino, abbandonarono Parigi, ma senza risolvere nulla. Anzi tale gesto peggiorò la situazione poiché le colonie tedesche furono spartite tra le altre potenze, eccetto l’Italia.
Emergenze sotto il governo Nitti
L’insuccesso determinò le dimissioni di Orlando, sostituito da Francesco Saverio Nitti, che si trovò ad affrontare una duplice emergenza:
▪ le agitazioni sociali;
▪ “l’impresa fiumana” di Gabriele D’Annunzio, che dopo aver più volte denunciato la “vittoria mutilata”, il 12 settembre del 1919, occupò Fiume, istituendovi un governo provvisorio (Reggenza del Quarnaro; è il golfo sul quale si affaccia fiume), proclamandone l’annessione all’Italia.
Biennio rosso e agitazioni sociali
Contemporaneamente, tra il 1919 e il 1920, a causa delle problematiche che affliggevano il Paese, si organizzarono molte manifestazioni socialiste. Il periodo fu perciò detto biennio rosso. Nelle aree più industrializzate del Nord, gli operai intrapresero l’occupazione e l’autogestione delle fabbriche; si diffusero i consigli di fabbrica, che si rifacevano ai soviet russi.
Nel Centro-Sud invece, i contadini poveri procedevano all’occupazione delle terre incolte e dei latifondi. In questo clima di conflittualità, si tennero le prime elezioni con sistema proporzionale (introdotto da Nitti), che videro il trionfo dei “partiti di massa”: i socialisti e i cattolici ottennero da soli la metà dei seggi in Parlamento, mentre il movimento liberale e fascista, pochissimi consensi.
Giolitti e la questione fiumana
In questa difficile condizione la guida del governo passò a Giovanni Giolitti, che costituì il suo quinto e ultimo ministero.
L’intento di Giolitti era di replicare la strategia adottata nel suo primo governo; ma il quadro politico era profondamente mutato a causa della guerra.
Politica estera e interna di Giolitti
Tuttavia in politica estera risolse la “questione fiumana”. Con il trattato di Rapallo, furono regolate le questioni di confine con la Jugoslavia, che ebbe la Dalmazia, in cambio del riconoscimento del possesso italiano di Zara e dell’Istria. Fiume fu dichiarata città libera, dunque né soggetta all’autorità dell’Italia né a quella Jugoslavia e D’Annunzio e il suo esercito vennero allontanati dalla città (25 dicembre 1920). In politica interna invece Giolitti cercò di porre rimedio all’occupazione delle fabbriche. Per evitare il pericolo di una guerra civile, Giolitti attuò una politica di mediazione e di neutralità, opponendosi alla richiesta degli industriali di inibire con la forza l’occupazione, firmando un accordo con i sindacati; tuttavia non cessarono le agitazioni interne.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali opposizioni incontrate dall'Italia alla conferenza di pace di Parigi?
- Quali furono le conseguenze dell'abbandono della conferenza da parte di Orlando e Sonnino?
- Come si manifestò il "biennio rosso" in Italia?
- Come risolse Giolitti la "questione fiumana"?
L'Italia incontrò opposizioni da Francia, Inghilterra e soprattutto dagli Stati Uniti di Wilson, che non riconobbero l'annessione della Dalmazia all'Italia, difendendo il principio di nazionalità.
L'abbandono peggiorò la situazione per l'Italia, poiché le colonie tedesche furono spartite tra le altre potenze, escludendo l'Italia, e portò alle dimissioni di Orlando.
Durante il "biennio rosso", ci furono agitazioni sociali con occupazioni e autogestione delle fabbriche nel Nord e occupazioni delle terre nel Centro-Sud, con un trionfo dei partiti di massa alle elezioni.
Giolitti risolse la "questione fiumana" con il trattato di Rapallo, regolando i confini con la Jugoslavia e dichiarando Fiume città libera, allontanando D'Annunzio e il suo esercito.