Concetti Chiave
- Tra il 1941 e il 1942, la guerra diventa mondiale con l'ingresso di Giappone e Stati Uniti nel conflitto.
- Nel 1941, gli Stati Uniti abbandonano la politica isolazionista spinti da Roosevelt a sostenere i paesi contro la Germania nazista.
- Il 14 agosto 1941, Roosevelt e Churchill firmano la Carta atlantica, proponendo un nuovo ordine internazionale basato su democrazia e autodeterminazione.
- La Carta atlantica promuove il rifiuto delle politiche aggressive e la libera circolazione di beni e capitali.
- Roosevelt enfatizza il rischio dei regimi nazifascisti e la minaccia crescente del Giappone, richiamando l'attenzione dell'opinione pubblica statunitense.
L'intervento degli Stati Uniti
Tra il 1941 e il 1942 la guerra si fa davvero mondiale con l'intervento attivo del Giappone e degli Stati Uniti. Nel corso del 1941 la posizione degli Stati Uniti è cambiata. Fino allora gran parte dell'opinione pubblica e del personale politico ha favorito la prosecuzione di una politica isolazionista, che vuole tenere gli Stati Uniti lontani dalla guerra europea.
La svolta di Roosevelt
Ma di fronte alle notizie che vengono dall'Europa soprattutto il presidente Roosevelt spinge per una linea di più attivo sostegno ai paesi che si oppongono alla Germania di Hitler (a quell'epoca essenzialmente Regno Unito). Nel marzo del 1941 il Congresso approva una legge che prevede la concessione di materiale bellico ai paesi alleati a condizioni particolarmente favorevoli. Nel maggio del 1941 gli Stati Uniti interrompono le relazioni diplomatiche con Germania e Italia.
La Carta atlantica
Il 14 agosto del 1941 Roosevelt e Churchill sottoscrivono la Carta atlantica, un documento che prefigura un nuovo ordine internazionale, democratico, che deve emergere dalla sconfitta dei regimi nazifascisti e si deve fondare sul rifiuto di politiche belliciste e aggressive, sul principio dell'autodeterminazione dei popoli, i quali devono essere liberi di scegliere il sistema politico che preferiscono e sul principio della libera circolazione di beni e capitali. Roosevelt si preoccupa di richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica statunitense sul doppio pericolo corso dalle democrazie e alla lunga dagli stessi Stati Uniti: un pericolo apparentemente remoto, quello nazista, un pericolo molto più vicino, quello giapponese. La retorica del presidente può far leva con efficacia sulla grande somiglianza dei principi ideologici che collegano le due potenze e così come sul fatto che la politica estera giapponese proprio negli ultimi mesi si è fatta estremamente minacciosa.