Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • La Carboneria era una società segreta italiana con scopi liberali e patriottici, formata durante il periodo della Restaurazione dal 1815 in poi.
  • Le origini della Carboneria sono dibattute: alcune fonti parlano di un'origine massonica, altre di influenze dai Borboni e dagli Inglesi.
  • Il programma politico della Carboneria era principalmente per una monarchia costituzionale, con alcune istanze repubblicane e sociali.
  • L'organizzazione interna della Carboneria era complessa, strutturata in gradi gerarchici e suddivisa in provincie, dipartimenti, monti, vendite e centri.
  • La diffusione della Carboneria in Italia era irregolare, con una presenza maggiore nello Stato Pontificio e nel Regno delle Due Sicilie, e limitata nei territori asburgici e in Toscana.

Indice

  1. Origini della carboneria
  2. Espansione e ideali
  3. Cerimoniale e simbolismo
  4. Struttura e diffusione
  5. Opposizione e società rivali

Origini della carboneria

La Carboneria era una società segreta con scopi liberali e patriottici che si affermò in Italia durante il periodo della Restaurazione, cioè dal 1815 in poi. Secondo alcuni storici, all’inizio, la Carboneria fu un’associazione di mutuo soccorso che riuniva militari di ranghi inferiori, sorta nell’Italia meridionale, con origini della “charbonnerie” della Franche-Contée.

Altri studiosi hanno parlato, invece, di un’origine massonica; infatti, la Carboneria sarebbe nata dalla scissione tra i”maçons” che pretendevano di lavorare alla ricostruzione del tempio di Salomone, ossia del tempio della virtù e quelli che, invece, volevano purificare tutto con il fuoco del loro carbone. Qualcun altro ha invece visto nella nascita della Carboneria, un’azione dei Borboni e degli Inglesi, loro alleati.

Espansione e ideali

La Carboneria era già molto sviluppata nel regno di Napoli al tempo del regno di Gioacchino Murat e di Carolina Bonaparte. In seguito al disagio causato dalla Restaurazione, essa trovò una nuova linfa sia nella borghesia che in altri strati sociali dove serpeggiava un notevole malcontento. Il programma politico della Carboneria, sostanzialmente, si fondava sulla richiesta di una monarchia costituzionale. Tuttavia, in alcuni casi, non mancavano posizioni repubblicane, orientate verso istanze di riforme sociali. Nel centro-nord, il programma prevedeva un chiaro obiettivo patriottico antiaustriaco.

Cerimoniale e simbolismo

Il cerimoniale necessario per essere ammessi nella setta era piuttosto complesso. Il neofita veniva accompagnato, con una benda sugli occhi, in una stanza in cui doveva rispondere ad un interrogatorio standardizzato e successivamente era tenuto a prestare giuramento. Che dopo essere stato sbendato doveva firmare. Solo allora egli poteva conoscere i segni che gli permettevano di rendersi conto di chi erano i suoi “cugini”, cioè gli altri membri della società segreta. Anche la simbologia carbonara era molto complessa. Per liberare la foresta dai lupi era necessario carbonizzare gli uomini: questa affermazione rappresentava l’obiettivo della Carboneria, cioè per liberare la terra dai tiranni (= i lupi) era necessario educare il cittadino alle virtù secondo l’esempio dato da Gesù Cristo. Questo riferimento religioso lascia trasparire la preoccupazione di non dover urtare la Chiesa, anche, se, invece, la setta fu condannata lo stesso da Pio VII, da Leone XIII e da Pio IX, rispettivamente nel 1821, nel 1825 e nel 1846.

Struttura e diffusione

La gerarchia interna comprendeva nove gradi: apprendisti, maestri, cavalieri di Tede, discepoli, apostoli, evangelisti, patriarchi, arcipatriarchi, potentissimi arcipatriarchi. Lo Stato carbonaro era diviso in provincie ed ogni provincia in dipartimenti, a sua volta divisi in monti, vendite e centri. Quindi l’organizzazione interna era molto capillare e di una certa complessità. Per “vendita” si indicava il luogo di riunione dei “cugini” in cui si tenevano le riunioni.

Tuttavia, bisogna precisare che la diffusione nella penisola italiana non era omogenea perché la Carboneria era priva della necessaria coordinazione. Infatti, nei territori sotto il dominio asburgico la presenza della Carboneria era molto limitata e in Toscana inesistente perché governo liberale del Granducato era visto con simpatia dai patrioti. In Piemonte essa era molto diffusa, ma le zone di maggior presenza erano lo Stato Pontificio ed il Regno delle Due Sicilie.

Opposizione e società rivali

Alla Carboneria si opponevano società segrete, legate alla Restaurazione come i Calderari, una società istituita dal Ministro di Polizia del Regno delle Due Sicilie, nel 1816. Il simbolo era costituito da una caldaia, sotto la quale brucia il carbone.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le origini della Carboneria?
  2. La Carboneria è una società segreta con scopi liberali e patriottici, nata in Italia durante la Restaurazione. Le sue origini sono dibattute: alcuni storici la collegano alla "charbonnerie" della Franche-Contée, altri a una scissione massonica, mentre altri ancora la vedono come un'azione dei Borboni e degli Inglesi.

  3. Qual era il programma politico della Carboneria?
  4. Il programma politico della Carboneria si basava principalmente sulla richiesta di una monarchia costituzionale, con alcune posizioni repubblicane e riformiste. Nel centro-nord Italia, il programma aveva un chiaro obiettivo patriottico antiaustriaco.

  5. Come era organizzata la Carboneria?
  6. La Carboneria aveva una struttura gerarchica complessa con nove gradi e un'organizzazione interna capillare divisa in provincie, dipartimenti, monti, vendite e centri. Le "vendite" erano i luoghi di riunione dei membri.

  7. Qual era la simbologia della Carboneria?
  8. La simbologia della Carboneria era complessa e includeva l'idea di "carbonizzare" gli uomini per liberare la terra dai tiranni, educando i cittadini alle virtù secondo l'esempio di Gesù Cristo. Questo riferimento religioso cercava di non urtare la Chiesa, anche se la setta fu condannata da diversi papi.

  9. Dove era più diffusa la Carboneria in Italia?
  10. La Carboneria era più diffusa nello Stato Pontificio e nel Regno delle Due Sicilie. La sua presenza era limitata nei territori asburgici e inesistente in Toscana, mentre in Piemonte era molto diffusa.

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