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Aria di guerra: scoppia la Seconda Guerra Mondiale scaricato 0 volte

Concetti Chiave

  • L'Italia fascista e la Germania nazista inizialmente non avevano rapporti, ma l'invasione dell'Etiopia e il rifiuto di sostegno da parte di Francia e Inghilterra spinsero Mussolini a cambiare alleanza, portando alla formazione dell'Asse Roma-Berlino nel 1936.
  • Le leggi razziali emanate da Mussolini nel 1938, imitando quelle di Hitler, provocarono una diminuzione del consenso popolare in Italia, aumentando il malcontento anche tra i familiari del Duce.
  • La Conferenza di Monaco del 1938, promossa da Mussolini, portò alla concessione dei Sudeti alla Germania con la promessa di fermare ulteriori espansioni, ma non riuscì ad evitare il successivo scoppio della guerra in Europa.
  • L'invasione della Polonia da parte della Germania nel 1939, seguita dalla dichiarazione di guerra di Francia e Regno Unito, segnò l'inizio della Seconda Guerra Mondiale, con l'Italia che inizialmente rimase neutrale.
  • L'Olocausto, avviato nel 1941 con la "soluzione finale" nazista, portò allo sterminio di milioni di ebrei e altre minoranze nei campi di concentramento, un orrore che rimase segreto fino alla fine della guerra.

Indice

  1. Aria di guerra - Elementi di instabilità
  2. Mussolini diventa vassallo del Führer ed emana le leggi razziali
  3. L'inerzia delle democrazie
  4. L’Anschluss dell’Austria e la Conferenza di Monaco
  5. La Polonia e il patto Molotov-von Ribbentrop
  6. La Seconda Guerra Mondiale - Una guerra veramente lampo
  7. L’Italia entra in guerra
  8. La battaglia d'Inghilterra
  9. L’attacco all’Unione Sovietica
  10. La legge “Affitti e prestiti” e la Carta Atlantica
  11. Pearl Harbor: l’attacco del Giappone agli Stati Uniti
  12. L’Olocausto
  13. 1943: la svolta nelle sorti della guerra
  14. Il crollo del Terzo Reich
  15. La resa del Giappone e la fine della guerra

Aria di guerra - Elementi di instabilità

Fino al 1936 l’Italia fascista e la Germania nazista non avevano ancora nessun tipo di rapporto, nonostante Hitler avesse pubblicamente pronunciato parole di stima nei confronti di Mussolini.
Al contrario, Mussolini provava paura nei suoi confronti, la definì come una repulsione fisica. Nel 1934 i nazisti austriaci fecero un colpo di stato, uccidendo il cancelliere Dollfuss, in ottimi rapporti con Mussolini. Quest’ultimo infatti decise di piazzare delle truppe sul Brennero, il passo tra Italia e Austria, per evitare di essere invasi nel caso in cui l’Austria e la Germania si fossero alleate.
Nel frattempo Mussolini voleva invadere l’Etiopia, e chiese l’approvazione alla Francia e all’Inghilterra in cambio di protezione sull’Europa centrale in modo che Hitler non potesse espandersi. Tuttavia i francesi e gli inglesi rifiutarono di dare l’approvazione a Mussolini, così lui iniziò a cambiare opinioni nei confronti di Hitler, che al contrario appoggiò la sua idea di conquistare l’Etiopia e di formare un impero.
L’Europa era divisa tra paesi di destra sotto dittatura (Italia, Germania e Spagna) e paesi di sinistra (Francia). Nel 1936 l’Italia e la Germania si allearono, firmando un patto che prenderà il nome di “Asse Roma-Berlino”.

Mussolini diventa vassallo del Führer ed emana le leggi razziali

Nel 1937 Mussolini venne invitati in Germania, e rimase affascinato da come Hitler riuscì a farsi amare e ammirare dal popolo tedesco. Arrivò a Berlino sopra un treno, sempre circondato da una folla plaudente sin dal momento in cui entrò in Germania. Ancora di più fu applaudito quando entrò nello stadio olimpico di Berlino, occupato da circa 800.000 persone che acclamavano i due dittatori. Emozionato, durante il suo discorso disse “quando il fascismo ha un amico, esso marcia con questo amico sino alla fine.
L’anno dopo Hitler si recò a Roma, però secondo il protocollo non fu Mussolini ad accoglierlo, bensì il re Vittorio Emanuele III. Il duce non prese bene questo fatto, perché si sentiva secondo al re, e lui doveva essere primo in tutto, proprio come lo era Hitler in Germania.
La svolta in Italia avvenne quando, nel 1938, Mussolini emanò le leggi razziali, che imitando quelle tedesche, proibivano l’accesso a tutti gli impieghi pubblici agli ebrei. La sua intenzione era quella di spedire tutti gli ebrei in Etiopia, così che due razze inferiori avrebbero convissuto: la razza negra e la razza ebrea.
Il popolo italiano non vide di buon occhio né la nuova amicizia tra il Duce e il Führer, né la pubblicazione delle leggi razziali: da quel momento iniziò a diminuire il consenso nei confronti del dittatore italiano, tra questi anche il genero di Mussolini, il marito di sua figlia Edda, Galeazzo Ciano.

L'inerzia delle democrazie

Durante tutti gli eventi che avevano avuto luogo in quegli anni, la Francia e la Gran Bretagna erano state zitte e neutrali. Questo fece pensare a Hitler che forse sarebbero state neutrali anche davanti ai successivi piani che aveva in mente. La prima tappa era quella di infrangere le regole del trattato di Versailles e ricreare la Grande Germania tanto desiderata dal Kaiser, riunendo tutti i popoli germanici. Per riuscirci avrebbe dovuto conquistare i paesi dell’est Europa, spingendosi verso la Russia, e sperava che i governi democratici non si mettessero in mezzo, infondo erano ancora alle prese con le conseguenze sociali della prima guerra mondiale, e non ne avrebbe valso la pena di combattere una nuova guerra per i paesi orientali. Inoltre la Francia nutriva verso i tedeschi una paura storica, infatti avevano costruito una linea difensiva sul confine con la Germania, chiamata Linea Maginot.

L’Anschluss dell’Austria e la Conferenza di Monaco

Il primo passo che fece Hitler per riformare la Grande Germania era l’annessione dell’Austria al suo impero: circa 8 milioni di austriaci entrarono a far parte del Terzo Reich e ne erano felici. Subito dopo vennero proclamati anche i Sudeti, abitanti di una zona in confine con la Cecoslovacchia che il trattato di Versailles aveva tolto alla Germania. Dalla Gran Bretagna iniziarono delle preoccupazioni di guerra.
Sotto idea del duce, poco dopo, Hitler, Mussolini, Chamberlain (inglese) e Daladier (francese), si riunirono a Monaco in una conferenza, dove discussero i piani conquistatori di Hitler, concedendogli l’annessione dei sudeti al suo impero a patto che quella fosse la sua ultima richiesta. In tutto questo i cecoslovacchi non vennero nemmeno interpellati.
Al suo ritorno in Italia, Mussolini venne accolto come un angelo della pace, perché grazie alla sua conferenza di Berlino venne evitata una guerra; tuttavia Mussolini non era soddisfatto di sentire il suo popolo parlare di pace, perché ormai avere ai suoi piedi un popolo di guerrieri era tutto ciò a cui pensava.
Per finire, alcuni mesi dopo l’occupazione dei Sudeti, nel marzo del 1939 Hitler decise di invadere completamente la Cecoslovacchia.

La Polonia e il patto Molotov-von Ribbentrop

Quando Chamberlain tornò in Gran Bretagna e annunciò che vennero date alcune concessione ad Hitler per preservare la pace internazionale, il deputato Winston Churchill disse alla Camera: “Inglesi e Francesi potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra”.
La teoria di Churchill venne confermata quando, alcuni mesi dopo, il 1 settembre 1939, Hitler invase la Polonia per riprendersi il corridoio di Danzica (tolto alla Germania dopo il trattato di Versailles). Le grandi potenze capirono che non si poteva più mantenere la pace in queste condizioni, quindi firmarono un patto con la Polonia dove promettevano di difenderla militarmente. Hitler aveva già messo in conto questa possibilità, infatti non si vede cogliere impreparato: invadere la Francia contemporaneamente alla Polonia. Si prevedeva da parte dei generali tedeschi una guerra lampo. Hitler si assicurò di avere la neutralità dell’Unione Sovietica, infatti nell’agosto del 1939 venne firmato tra i due un patto di non aggressione, che prevedeva che la Russia lasciasse libera la Germania di invadere la Polonia. Il nome del patto è Molotov-von Ribbentrop, dai due ministri che lo firmarono.
Nel frattempo in Italia, Mussolini era abbagliato dai successi di Hitler, così nell’aprile 1939 decise di invadere l’Albania; successivamente Italia e Germania rafforzarono il patto Asse Roma-Berlino, battezzandolo in Patto d’acciaio.

La Seconda Guerra Mondiale - Una guerra veramente lampo

Il 1 settembre 1939 la Germania invase la Polonia, e due giorni dopo l’Inghilterra e la Francia dichiararono guerra ad Hitler. Per il momento l’Italia, gli Stati Uniti e il Giappone erano ancora neutrali.
Come prevedeva il patto di Molotov-von Ribbentrop, Hitler si prese solo la Polonia occidentale, lasciando all’Unione Sovietica la Polonia orientale. Nel frattempo il governo russo invase anche l’Estonia, la Lettonia, la Lituania e la Finlandia, però rimase neutrale per quanto riguardava i conflitti europei.
Per cinque mesi, nonostante le dichiarazioni di Guerra reciproche, in Europa c’era una strana calma, infatti all’inizio la guerra venne denominata come fasulla. Ci pensò Hitler a riaccendere la fiamma, quando invase contemporaneamente Danimarca, Norvegia, Olanda, Belgio e Lussemburgo, tutti paesi neutrali, ed infine, mentre le truppe francesi erano concentrate sulla Linea Maginot, le truppe tedesche passarono le Ardenne e accerchiarono Parigi. La Francia si divise in due parti: la parte settentrionale era totalmente occupata dai nazisiti, mentre la parte meridionale era sotto il controllo del governo Vichy, che nonostante fosse libero collaborava apertamente con la Germania. Hitler c’era riuscito: aveva rivendicato il Trattato di Versailles.

L’Italia entra in guerra

Nel 1939, quando scoppiò la guerra, l’Italia venne colta ingenuamente alla sprovvista, così dichiarò la “non belligeranza”, una via di mezzo tra lo stato di guerra e la neutralità, giustificandosi del fatto che l’Italia in quel momento non era pronta militarmente e non disponeva delle armi necessarie; Hitler non la prese proprio bene.
Nel 1940, tuttavia crollarono sotto il controllo tedesco ben sei nazioni, e anche la Francia c’era vicina, la guerra sembrava ormai già vinta. Così il 10 giugno 1940 Mussolini, in Piazza Venezia a Roma, dichiarò davanti alla folla entusiasta che ormai non si poteva più tornare indietro: l’Italia entrò ufficialmente in guerra al fianco della Germania. Nel frattempo si era unità anche il Giappone, creando l’Asse Roma-Berlino-Tokyo, infatti questa alleanza verrà ricordata come Alleanza dell’Asse.

La battaglia d'Inghilterra

Il piano di battaglia pensato da Hitler, prevedeva di infrangere il patto di Molotov-von Ribbentrop invadendo l’Unione Sovietica, però sarebbe stata un’impresa difficile da affrontare perché si sarebbe trovato a combattere su due fronti: quello russo e quello inglese. Così tentò la pace con la Gran Bretagna, ma questa governata da Churchill, rifiutò bruscamente ogni richiesta. Allora Hitler tentò la sua specialità, ovvero attaccare la Gran Bretagna prima con una flotta aerea e poi con lo sbarco di un esercito di occupazione, il piano si chiamava “Leone Marino”. Nonostante il governo inglese non disponesse di un grande e forte esercito, riuscì a contrastare la flotta aerea tedesca per quasi 4 mesi, combattendo la prima battaglia aerea della storia. I tedeschi bombardavano ripetutamente le città inglesi, però quest’ultimi riuscirono ad averla vinta grazie ai radar, apparecchio di cui erano gli unici possessori. Questa fu la prima vera sconfitta di Hitler, evento che ebbe un forte valore psicologico.

L’attacco all’Unione Sovietica

Nel giugno 1941 i tedeschi iniziarono l’Operazione Barbarossa, nome che deriva dall’imperatore del Sacro Romano Impero medievale Federico I. La spedizione prevedeva l’invasione dell’Unione Sovietica, e ad aiutare l’esercito tedesco ci fu anche una ridotta porzione di italiani. In poco tempo le truppe fecero terra bruciata, conquistando il 36% delle terre coltivate e prendendo il 55% del carbone sovietico, inoltre fucilavano ebrei e comunisti, rendendo il popolo russo schiavo del Terzo Reich. A Kiev, in un solo giorno, vennero massacrate 34.000 persone inermi.
Inizialmente Stalin rimase sotto shock dall’attacco perché non si aspettava il tradimento di Hitler, e non rivolse la parola a nessuno per giorni.
Stalin successivamente reagì, facendo grandi discorsi patriottici e spronando il popolo a difendere la Madre Patria Russia. Il piano di Hitler era quello di conquistare le tre principali città russe: Leningrado (San Pietroburgo), Mosca e Stalingrado (Volgograd), ma i contadini e le contadine combattevano fermamente contro l’esercito nemico. Inoltre Hitler era troppo accecato dalla sete di conquista che non tenne in conto il grande freddo russo. Infatti il tempo passava, e l’inverno era alle porte, il più grande alleato dei Russi: i tedeschi non erano più in grado di sostenere le bassissime temperature, e tutte le loro risorse militari erano inutili a causa del ghiaccio. Per il Terzo Reich non c’era più nulla di buono, la conquista dell’Inghilterra falli e la guerra-lampo in Russia si stava trasformando in una guerra di trincea.

La legge “Affitti e prestiti” e la Carta Atlantica

Gli Stati Uniti procedevano all'isolazione da tutti i problemi interni europei, però secondo il Presidente Franklin Roosevelt era necessario aiutare la Gran Bretagna che era rimasta da sola difronte al mostro nazista. Così nel 1941 il governo statunitense varò la legge degli Affitti e Prestiti, che prevedeva di vendere armi ai paesi in guerra, in questo caso alla Gran Bretagna. Nello stesso anno il presidente Roosevelt e il presidente Churchill si incontrarono, e firmarono un documento chiamato Carta Atlantica, dove venivano ribaditi i principi della loro alleanza:
- condanna dei regimi fascisti;
- autodeterminazione dei popoli;
- libertà di commercio;
- libertà dei mari;
- cooperazione internazionale;
- rinuncia all’uso della forza nei rapporti fra le nazioni.

Pearl Harbor: l’attacco del Giappone agli Stati Uniti

Il Giappone aveva l’obiettivo di conquistare quanto più possibile l’Asia, invadendo diversi stati del sud. Alla visione di questa sete di conquista, gli Stati Uniti bloccarono tutte le esportazioni destinate al Giappone, e questo, per ripicca, decise di attaccarli. Infatti nel dicembre del 1941, la base militare americana di Pearl Harbor fu attaccata senza preavviso, e solo la mattina seguente l’imperatore giapponese dichiarò guerra agli Stati Uniti. Morirono circa 5000 soldati e fu distrutta gran parte degli armamenti militari, per casualità non tutti, perché una parte si spostò solo la notte prima. Alleata con gli Stati Uniti, dichiarò guerra al Giappone anche la Gran Bretagna. Per tutto il 1942 il Pacifico era sotto il controllo dei giapponesi, che conquistarono ancora anche l’Indonesia e le Filippine.

L’Olocausto

Nel 1941, dopo l’occupazione della Francia, i nazisti procedettero alla cosiddetta “soluzione finale” che aveva il compito di risolvere il problema degli ebrei, sterminandoli. Gli ebrei ricorderanno questo evento come Shoà (sterminio). Non vennero deportati solo gli ebrei tedeschi, ma anche quelli francesi, italiani, belgi, olandesi, russi e polacchi. Venivano trasportati per viaggi lunghissimi attraverso tremi destinati al trasporto merci o animali, e poi venivano rinchiusi nei campi di sterminio di Auschwitz, Birkenau, Mauthausen, ect. Avevano lo stesso destino anche gli omosessuali, gli zingari, gli oppositori politici e i prigionieri di guerra.
Furono le più alte cariche del regime ad occuparsi della soluzione finale, accompagnate dalle SS, che avevano tre obiettivi da perseguire: segretezza, efficienza, profitto.
La segretezza la ebbero collocando i Lager il più lontano possibile dai centri abitati e ponendo una severissima censura di stampa. Dopo la fine della guerra tuttavia questa segretezza si rivelò inutile perché alcuni prigionieri vennero ritrovati vivi e poterono testimoniare, ed inoltre a Berlino era pieno di documenti che testimoniavano l’esistenza di questo abominio.
L’efficienza venne raggiunta attraverso l’utilizzo delle camere a gas, dove i prigionieri venivano rinchiusi per un quarto d’ora e lasciati morire soffocati dal gas Zyklon.
Il profitto si ottenne attraverso il riutilizzo dei beni dei prigionieri, come ad esempio i denti d’oro. Alla fine della guerra vennero trovati centinaia di sacchi da 25 kg l’uno pieni di capelli dei deportati, che venivano poi spediti alle aziende tessili.
Il risultato di questo folle gesto furono 6 milioni di ebrei e 7 milioni di altre categorie morti.

1943: la svolta nelle sorti della guerra

Nonostante l’Alleanza dell’Asse sembrava, sino al 1942, essere vincitrice della guerra, nel 1943 in tutti i fronti ci fu una svolta che sembrò cambiare le sorti della guerra.
Fronte russo: a Stalingrado i russi annientarono i tedeschi, una città così strategica che per la Germania conquistarla avrebbe significato vincere la guerra, ma perdendola avrebbe significato l’inizio della fine. Quando il governo tedesco si rese conto che le truppe sovietiche stavano vincendo troppe battaglie, optò per una resa senza condizioni. La ritirata comportò una strage sanguinosissima. Le truppe tedesche e italiane non erano pronte ad affrontare un freddo con -45 gradi. Gli italiani non erano graditi dal loro alleato russo, che non li aiutava né con le scorte di cibo, né di vestiti adeguati. Furono al contrario aiutati più dai russi, che capirono che questi poveri soldati furono mandati allo sbaraglio a combattere. Durante la ritirata, i tedeschi misero gli italiani per ultimi nella via di fuga, segnandone la condanna a morte.
Fronte pacifico: per tutto il 1942 furono i giapponesi ad avere il controllo sul pacifico, ma la situazione cambiò in favore degli americani quando questi abbatterono quattro portaerei della flotta nemica nelle isole Midway. Gli americani, in seguito ad altre battaglie, riescono ad avere il primato pacifico, avvicinandosi sempre di più al territorio giapponese.
Fronte africano: venne chiuso nel 1942, quando un generale americano sbarcò in Marocco, allontanando definitivamente le truppe italiane dall’Africa.
Fronte balcanico: dopo che le truppe italiane si bloccano nelle montagne tra Grecia e Albania, partirono alla riscossa le truppe tedesche, che si scontrarono in Grecia con un movimento popolare guidato dal comunista Tito.

Il crollo del Terzo Reich

Nel luglio 1943 le forze americane fecero irruzione in Sicilia, creando un nuovo fronte di combattimento. Questa operazione però fu vantaggiosa per gli alleati, che segnarono la fine del fascismo in Italia. Quasi un anno dopo ci fu un altro sbarco, ancora più vantaggioso, nella regione francese della Normandia. Dopo sanguinose battaglie, anche stavolta, gli alleati la ebbero vinta contro le truppe tedesche.
Nel frattempo, i popoli ancora sotto il dominio nazista iniziarono a ribellarsi, creando la Resistenza, ad un costo esorbitante di morti e torturati.
Nel marzo 1945 gli Stati Uniti riuscirono a penetrare la Germania occidentale, dopo aver liberato il Belgio e l’Olanda. Contemporaneamente anche le truppe sovietiche avanzavano puntando a Berlino, infatti volevano raggiungere la capitale prima degli americani. Mentre la situazione nei Balcani era gestita dal comunista Tito, che con l’aiuto di qualche truppa americana riuscirono a liberare la Iugoslavia.
Hitler entrò in una fase depressiva, fissava spesso il vuoto, e mandava ordini insensati ma purtroppo eseguiti. Uno di questi era stato di mandare in battaglia i 14enni, perché se tanto la Germania cadeva sotto la guerra, il popolo tedesco doveva cadere con lei.
Il 30 aprile 1945, mentre Hitler da tempo eseguiva i suoi ordini da dentro un bunker, sposò la sua compagna Eva Braun e poi i due si suicidarono insieme. Nel frattempo i sovietici entrarono a Berlino per primi. Il 7 maggio 1945 la Germania, distrutta, firma la resa senza condizioni. La guerra in Europa era finita.

La resa del Giappone e la fine della guerra

Nonostante la Germania ormai avesse perso la guerra in Europa, il Giappone non sembrava per niente disposto a cedere di fronte agli americani, per motivi d’onore. Nel frattempo gli Stati Uniti stavano progettando una nuova arma potentissima, la bomba nucleare, di cui ancora non si erano capiti i reali effetti. Il presidente americano Roosevelt morì nell’aprile 1945, e il suo successore, Harry Truman, decise di mandare un ultimatum al governo giapponese. Quest’ultimo rifiutò, così il governo statunitense sganciò delle bombe nucleari su due città giapponesi. La prima cadde, il 6 agosto 1945, sulla città di Hiroshima, con 90.000 persone che morirono all’istante e altrettante contaminate dalle radiazioni. La seconda cadde il 9 agosto su Nagasaki, con le stesse conseguenze. Ancora il governo giapponese non voleva arrendersi, quindi l’imperatore si prese la responsabilità di porre fine alla guerra, proclamando alla resa il 2 settembre 1945, e mettendo fine definitivamente alla più sanguinosa guerra della storia umana.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le cause principali che portarono all'alleanza tra Italia e Germania nel 1936?
  2. L'alleanza tra Italia e Germania nel 1936, nota come "Asse Roma-Berlino", fu influenzata dal rifiuto di Francia e Inghilterra di sostenere l'invasione italiana dell'Etiopia, mentre Hitler appoggiò Mussolini, portando a un cambiamento di opinioni nei confronti del Führer.

  3. Come reagì il popolo italiano alle leggi razziali emanate da Mussolini nel 1938?
  4. Il popolo italiano non accolse favorevolmente le leggi razziali emanate da Mussolini nel 1938, che imitavano quelle tedesche e proibivano agli ebrei l'accesso agli impieghi pubblici, portando a una diminuzione del consenso nei confronti del dittatore.

  5. Quali furono le conseguenze dell'Anschluss dell'Austria per l'Europa?
  6. L'Anschluss dell'Austria nel 1938 portò all'annessione di circa 8 milioni di austriaci al Terzo Reich, aumentando le preoccupazioni di guerra in Gran Bretagna e portando alla Conferenza di Monaco, dove furono concessi i Sudeti a Hitler.

  7. In che modo la battaglia d'Inghilterra rappresentò una svolta nella Seconda Guerra Mondiale?
  8. La battaglia d'Inghilterra fu una svolta nella Seconda Guerra Mondiale poiché rappresentò la prima vera sconfitta di Hitler, con la Gran Bretagna che riuscì a contrastare la flotta aerea tedesca grazie ai radar, influenzando il morale delle forze alleate.

  9. Quali furono gli effetti delle bombe nucleari sganciate su Hiroshima e Nagasaki?
  10. Le bombe nucleari sganciate su Hiroshima e Nagasaki causarono la morte immediata di circa 90.000 persone a Hiroshima e simili conseguenze a Nagasaki, portando infine alla resa del Giappone il 2 settembre 1945 e alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale.

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