Teemo92
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Concetti Chiave

  • Il 1970 segna una ripartenza per la scuola italiana, influenzata dalla contestazione studentesca del '68-'69.
  • Viene modernizzato il sistema scolastico, originariamente concepito nel 1923, con nuove leggi che estendono i corsi secondari a cinque anni.
  • La riforma consente l'accesso all'università a chi ha completato un corso quinquennale, uniformando il percorso di studi.
  • Sono introdotti corsi aggiuntivi nei programmi preesistenti per allungarli fino al quinto anno, sebbene con risultati limitati nelle università.
  • Nel 1968, la legge 444 istituisce la scuola materna, condividendo i costi tra Stato e Comuni, senza obbligo scolastico.

Indice

  1. Riforma scolastica degli anni '70
  2. Estensione dei corsi scolastici

Riforma scolastica degli anni '70

Il 1970 segna il punto in cui i processi che riguardano la scuola italiana ripartono.

Questo riavvio in parte è dovuto allo scatenarsi della contestazione studentesca (1968-1969). Erano passati molti anni dalla fine della guerra per cui si avvertiva la necessità di ammodernare un sistema scolastico che era stato pensato nel 1923.

Estensione dei corsi scolastici

Tra il ’69 e il ’70 si inizia con alcune leggi che estendono a cinque anni tutti i corsi della scuola secondaria di secondo grado. In precedenza dopo la terza media vi erano: corsi biennali, di tipo professionale; corsi triennali, come quelli d’istituti d’arte; quadriennali, come quelli degli istituti magistrali; quinquennali per i licei. Queste leggi permettono l’ingresso all’università a chiunque avesse conseguito il diploma di maturità dopo un corso quinquennale. Ai corsi preesistenti sono stati inseriti dei corsi aggiuntivi fino al quinto anno. Per fare un’operazione di sostanza si sarebbero dovuti modificare i programmi di tutti quei corsi brevi a partire dalla prima classe; infatti i frequentatori di università dopo questi corsi non ottennero successi.

Nel 1968 viene varata la legge 444 che istituisce la scuola materna, fino ad allora affidata a comuni e a enti assistenziali. Il costo è ripartito tra lo Stato e i Comuni; l’obbligo scolastico non c’è.

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