Concetti Chiave
- I moti del 1820-1821 rappresentano la lotta per l'affermazione di regimi costituzionali e valori nazionali in Europa, con una particolare enfasi in Spagna, Italia e Portogallo.
- In Spagna, le truppe si ammutinarono contro Ferdinando VII nel 1820, portando al ripristino della Costituzione di Cadice e alla concessione di una camera elettiva.
- In Portogallo, la rivoluzione del 1820 costrinse Giovanni VI a concedere una costituzione, influenzato dalla pressione dell'Inghilterra.
- In Italia, i Carbonari guidarono il movimento rivoluzionario, ma la mancanza di supporto popolare portò al fallimento della rivolta contro l'ordine austriaco ristabilito da Metternich.
- In Sicilia, la classe latifondista baronale cercò di ottenere l'autonomia politica, opponendosi alla popolazione sottomessa al bipolarismo.
Indice
Aspetti politici in Francia e Inghilterra
Mentre in Francia e in Inghilterra, i regimi costituzionali avevano favorito la circolazione di nuove idee e programmi politici oltre una maggiore partecipazione politica di alcune frange della popolazione, in Europa le aspirazioni liberali giacevano nascoste e frammentarie in associazioni e sette clandestine, che vedevano riuniti la piccola e media borghesia sia urbana sia rurale, commercianti, liberi professionisti, intellettuali e diversi membri della burocrazia statale.
Sono questi, quindi, i complici della lotta per l’affermazione di regimi costituzionali, dello spirito democratico e soprattutto dell’esaltazione dei valori nazionali.Fermenti rivoluzionari del 1820-21
Fra le prime manifestazioni di queste fervide ambizioni, sono i fermenti rivoluzionari del 1820-21 che, testimoniano quanto mai la convinzione delle nuove aspirazioni democratiche. Tra i paesi europei più recettivi e sensibili a queste iniziative si rivelano ben presto i territori dell’area mediterranea tra cui la Spagna, l’Italia meridionale e la Grecia che, guidati da movimenti coordinati da ex ufficiali napoleonici che possiedono le strategie e gli strumenti per reagire.
Rivoluzione in Spagna
Spagna Con la restaurazione al trono di Ferdinando VII e l’abrogazione della Costituzione di Cadice del 1812, l’1 gennaio 1820 le truppe destinate ad essere inviate in America per sedare le rivolte nelle colonie si ammutinarono opponendosi al regime repressivo del sovrano Ferdinando VII, riuscendo nell’arco di pochi giorni a far dilagare la protesta ad altri reparti fino a rendere vana ogni opposizione regia. Il re fu costretto a ripristinare la Costituzione abrogata ed a concedere una camera elettiva ai ribelli.
Rivoluzione in Portogallo
Portogallo In Portogallo la rivoluzione scoppiò pochi mesi dopo quella spagnola contro il maresciallo inglese Beresford vicario della famiglia Braganza, trasferitasi in Brasile. Per questo motivo Giovanni VI di Braganza tornerà a Lisbona nel 1822 e sarà costretto a concedere la costituzione, se pur contrariato, poiché sollecitato dall’Inghilterra con la quale aveva un rapporto di protettorato.
Movimento rivoluzionario in Italia
Italia Il movimento rivoluzionario in Italia era guidato dai Carbonari, che si erano diffusi nel Sud del paese sin dall'epoca della dominazione francese. Negli anni della restaurazione essa aveva costituito delle sezioni non soltanto nel Regno Napoletano, ma anche nello Stato pontificio, in Piemonte e in Toscana, a Parma, Modena e nel Lombardo - Veneto. Il profondo malcontento popolare scoppiò nel 1820, quando giunsero in Italia le notizie sulla vittoria di alcuni moti rivoluzionari borghesi in Spagna. Nel luglio 1820 un reggimento al comando del generale Guglielmo Pepe diede il segnale della rivolta, che trionfò rapidamente in tutto il Napoletano. Re Ferdinando fu costretto a proclamare una Costituzione democratico-borghese simile a quella spagnola. Sennonché i dirigenti della rivoluzione napoletana, essendo borghesi, non capivano le necessità e le aspirazioni del popolo, soprattutto quelle dei contadini, infatti, il lato debole dei Carbonari oltre la rigida chiusura delle loro organizzazioni, era costituito dall'assenza di legami solidi con le grandi masse popolari. Così Ferdinando I, accortosi della debolezza interna della rivoluzione, si appellò alla Santa Alleanza, e nel febbraio 1821 l'esercito austriaco del Metternich ristabilì l'ordine. La Sicilia invece, forte di un potere aristocratico consolidato, tentò più volte la conquista dell’autonomia politica, per volere della classe latifondista baronale che, contrapposta ai “cafoni” sottometteva la popolazione all’attività paternalistica (bipolarismo).
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali dei moti del 1820-1821 in Europa?
- Come reagì la Spagna ai moti rivoluzionari del 1820?
- Quale fu il ruolo del Portogallo nei moti del 1820-1821?
- Chi erano i principali protagonisti del movimento rivoluzionario in Italia?
- Quali furono le conseguenze dei moti del 1820-1821 in Italia?
I moti del 1820-1821 furono causati dalle aspirazioni liberali e democratiche che si erano diffuse in Europa, specialmente nei territori mediterranei come Spagna, Italia meridionale e Grecia, spesso guidati da ex ufficiali napoleonici.
In Spagna, le truppe destinate alle colonie si ammutinarono contro il regime di Ferdinando VII, costringendo il re a ripristinare la Costituzione di Cadice del 1812 e a concedere una camera elettiva.
In Portogallo, la rivoluzione scoppiò contro il maresciallo inglese Beresford, portando Giovanni VI di Braganza a tornare a Lisbona nel 1822 e a concedere una costituzione, sotto pressione dell'Inghilterra.
In Italia, i Carbonari guidarono il movimento rivoluzionario, diffondendosi nel Sud e in altre regioni, ma la loro mancanza di legami con le masse popolari fu un punto debole.
In Italia, nonostante il successo iniziale, la rivoluzione fu indebolita dalla mancanza di supporto popolare e Ferdinando I chiese aiuto alla Santa Alleanza, che portò l'esercito austriaco a ristabilire l'ordine nel 1821.