Concetti Chiave
- La statua "Putto con delfinio" fu realizzata nel 1476 da Andrea Verrocchio in bronzo, su commissione dei Medici per una fontana a Careggi.
- Caratterizzata da un aspetto dinamico, rappresenta un putto alato che abbraccia un delfino con l'acqua che zampilla da narici e bocca.
- L'opera evidenzia un equilibrio instabile e un'espressione felice, con dettagli come capelli ondulati e un mantello aderente al corpo.
- Il putto simboleggia purezza e innocenza, mentre il delfino, iconograficamente, è legato al divino e alla serenità.
- Nel 2018-2019 è stato restaurato, rimuovendo vecchi restauri e calcare depositato dall'acqua, migliorando la sua conservazione.
Verrocchio, Andrea, Putto con delfinio - Analisi
La statua, alta 67 cm, fu realizzata in bronzo, intorno al 1476 da Andrea Verrocchio, su commissione dei Medici per essere destinata a una fontana (detta la fontana dell’Amore) della villa di Careggi, dove si riuniva l’Accademia neoplatonica. Dell'opera sappiamo che esiste anche una copia in terracotta, forse realizzata dallo stesso artista ma appartenente a una collezione privata. A metà del XVI secolo, Cosimo I la fece trasportare nel primo cortile di Palazzo Vecchio, dove rimase fino al 1959, anno in cui fu sostituita con una copia, mentre l’originale fu collocato all’interno del palazzo stesso.La scultura, dall’aspetto molto dinamico e instabile, riproduce un putto alato che stringe fra le braccia un delfino dalle cui narici e bocca fuoriesce uno zampillo d’acqua. Esso è in equilibrio sulla gamba sinistra, posata su di una calotta sferica e solleva la destra, piegandola leggermente. Le ali sono aperte e compie una leggera torsione verso la sinistra dell’osservatore affinché possa mantenersi in equilibrio. Il viso è quello di un bambino paffutello dall’espressione felice e sorridente. Sopra la fronte si nota un ciuffo di capelli ondulati che dà l’impressione di essere bagnato, come il mantello che risulta essere appiccicato al corpo. Il delfino si dibatte, avvolgendosi intorno al busto del putto.
Nell’iconografia tradizionale, il putto rappresenta la purezza e l’innocenza e già nell’antichità esso era l’immagine di Eros bambino: ne ritroviamo numerosi esempi nella scultura greca o a Pompei e in molte opere rinascimentali di Donatello o di Jacopo della Quercia (Sarcofago di Ilaria del Carretto). Qui, però, si tratta di un Eros volante, ricco di movimento e di grazia. Trattandosi un bronzo, la superficie è scura, ma la luce crea dei chiaroscuri molto accentuati che creano delle forme armoniche e ben modellate. La struttura della statua, particolarmente armonica, ha la forma di una x; infatti, una diagonale parte dalla gamba destra sollevata per costruire un’asse che termina nella bocca del pesce, mentre l’altra linea è formata dalla gamba destra la cui asse continua lungo tutto il corpo del putto. Ci possiamo chiedere perché il Verrocchio abbia scelto un delfino. Nell’iconografia tradizionale il delfino è considerato come un essere legato al senso del divino e portatore di pace e serenità e quindi un sicuro punto di riferimento per l’uomo. Per esempio dante, nel XII canto dell’Informa ricorda che i delfini hanno la capacità di avvertire i marinai nel caso in cui una tempesta sia prossima a scatenarsi.
Fra il 2018 e il 20219, l’opera è stata sottoposta a interventi di restauro che ha permesso di eliminare tracce di vecchi restauri compiuti con tecniche e materiali aggressivi al di sotto dei quali si trovano residui di sostanze calcaree derivati dal deposito dell’acqua.
Domande da interrogazione
- Qual è la storia e la destinazione originale della statua "Putto con delfinio" di Andrea Verrocchio?
- Quali sono le caratteristiche principali della scultura "Putto con delfinio"?
- Qual è il significato iconografico del putto e del delfino nella scultura di Verrocchio?
- Quali interventi di restauro sono stati effettuati sulla statua tra il 2018 e il 2019?
La statua fu realizzata intorno al 1476 da Andrea Verrocchio su commissione dei Medici per una fontana della villa di Careggi, dove si riuniva l'Accademia neoplatonica. Successivamente, fu trasportata nel cortile di Palazzo Vecchio e poi collocata all'interno del palazzo nel 1959.
La scultura è dinamica e instabile, rappresenta un putto alato che stringe un delfino da cui fuoriesce acqua. Il putto è in equilibrio su una gamba e ha un'espressione felice. La superficie in bronzo crea chiaroscuri accentuati.
Il putto rappresenta purezza e innocenza, simboleggiando Eros bambino. Il delfino è legato al divino e alla pace, un riferimento sicuro per l'uomo, come ricordato anche da Dante.
L'opera è stata restaurata per eliminare tracce di vecchi restauri aggressivi e residui di sostanze calcaree derivati dall'acqua, migliorando la conservazione della scultura.