Concetti Chiave
- Gerolamo Savoldo, influenzato da Caravaggio e Leonardo, è noto per i suoi "notturni" con effetti luminosi interni ai dipinti.
- La tela "San Matteo e l’angelo", commissionata da Francesco II Sforza, mostra un apostolo scrivendo al lume di una piccola lucerna.
- L'uso della luce crea un'intimità spirituale, con contrasti di chiaroscuro che evidenziano la profondità emotiva dei personaggi.
- Dettagli realistici sulla scrivania dimostrano la fedeltà di Savoldo al naturalismo lombardo, nonostante la sua attività veneziana.
- L'opera, che unisce elementi spirituali e realistici, è attualmente esposta al Metropolitan Museum di New York.
Indice
Savoldo e il suo stile unico
Gerolamo Savoldo, vissuto a cavallo fra il XV e il XVI secolo, di origini bresciane, ma veneziano di adozione, è considerato un grande artista per i suoi “notturni”, cioè per le sue scene ambientate di notte e rischiarate da una luce interna allo stesso dipinto. Il Caravaggio ha costituito la sua formazione di base, a cui si è aggiunta l’influenza di Leonardo e quella dei pittori fiamminghi per l’analisi dettagliata dei particolari, soprattutto quando si tratta di rappresentare un interno. Con le sue opere, Savoldo evidenza l’interesse per il luminismo: ponendosi come scopo di creare particolari effetti luminosi, tramite un forte contrasto fra luce ed ombra, in un contesto cromatico molto scuro, egli si colloca nella linea di Caravaggio o di Tintoretto.
San Matteo e l'angelo
La tela San Matteo e l’angelo, fu commissionata da Francesco II Sforza, duca di Milano, per i quali l'artista stava lavorando nel 1534, e che lo avrebbe destinato alla Zecca della città. Dipinta intorno al 1530, essa rappresenta l’apostolo che sta scrivendo sotto dettatura dell’angelo. L’evento si svolge all’interno di una stanza, nel buio della notte, rischiarato soltanto dalla fiamma di una piccola lucerna ad olio, posata sullo scrittoio, la cui luce però si moltiplica, andando ben oltre le possibilità reali che essa ha.
Luce e simbolismo nella tela
Infatti, la fiamma pur essendo piccola, rischiara tutta la veste rosata di San Matteo (che sembra essere di un velluto assai pesante) e quella tendente al viola dell’angelo, mentre il volto del primo, essendo illuminato dal basso, è ricco di chiaroscuri. È come se i due personaggi fossero isolati, in una sorta di intimità spirituale, creando così un’atmosfera degna di circondare l’uomo che sta ricevendo la luce della verità. Sullo sfondo, attraverso una porta aperta, si intravede un ambiente molto umile in cui tre uomini si stanno riscaldando intorno ad un fuoco. Questo particolare significa che la parola di Dio, cioè la verità che San Matteo sta trascrivendo, può arrivare ovunque, in qualsiasi luogo, anche in quelli più semplici. Pertanto, nella tela, la luce artificiale posizionata com’è, serve a dare un significato preciso alla scena rappresentata. Sulla sinistra, si scorgono delle piccole figure che stanno passeggiando in mezzo ad alcuni edifici illuminati dalla luna. La costruzione potrebbe farci pensare all’Etiopia a cui ci rimandano alcuni episodi delkla vita del santo.
Dettagli e naturalismo lombardo
Molto interessante, e probabilmente derivato dal naturalismo lombardo, è il verismo con cui sono rappresentati gli oggetti sulla scrivania: il foglio, il pennino, la lucerna e il calamaio retto da S. Matteo. Questo dimostra che l’artista, benché attivo soprattutto a Venezia, dove abitò a lungo, si mantenne sempre fedele alla corrente naturalistica dell'arte lombarda, fino ad essere considerato uno dei grandi maestri del primo Rinascimento bresciano. Un esame ai raggi X hanno evidenziato sulla destra la figura di una donna, successivamente eliminata.
L’opera è esposta al Metropolitan Museum di New York.
Domande da interrogazione
- Qual è l'elemento distintivo delle opere di Gerolamo Savoldo?
- Qual è il significato della luce nella tela "San Matteo e l’angelo"?
- Quali influenze artistiche si notano nel lavoro di Savoldo?
- Dove si trova attualmente esposta l'opera "San Matteo e l’angelo"?
L'elemento distintivo delle opere di Savoldo è il suo uso del "luminismo", creando effetti luminosi particolari attraverso un forte contrasto tra luce e ombra in un contesto cromatico scuro, simile a Caravaggio e Tintoretto.
Nella tela, la luce artificiale della lucerna simboleggia la verità divina che San Matteo sta trascrivendo, illuminando la scena e creando un'atmosfera di intimità spirituale.
Savoldo è stato influenzato da Caravaggio, Leonardo e dai pittori fiamminghi, evidenziando un'analisi dettagliata dei particolari e un forte interesse per il luminismo.
L'opera "San Matteo e l’angelo" è attualmente esposta al Metropolitan Museum di New York.