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Turner
Tramonto
Il Tramonto è un opere realizzata da Turner tra il 1830 e il 1835. Si tratta di una rappresentazione quasi totalmente astratta di una contrapposizione tra la terra e il cielo, dalla quale vi emergono solo più gli effetti per la mancata presenza di alcuna forma. La terra (o il mare infuocato) non è che una fascia di colori scuri caratterizzata dalla gamma dei bruni. Il colore continua ad addensarsi fino al margine superiore dove assume un colorito marrone. Il cielo, in alto, è rappresentato da una fascia più chiara e più ampia, tinta di giallo e con degli squarci di bianco a sinistra e spolveri bruni a destra. Infine il rosso carminio e il nero, opposti, uniscono la terra e il cielo confondendoli fra di loro.
Tempesta di neve
Si tratta di un'opera realizzata da Turner ed è la più nota in quanto mostra la straordinarietà dell’autore nella percezione della natura come una forza impetuosa. Viene rappresentata una tempesta di neve in mare che travolge una nave che nel quadro appena si intravede. I colori utilizzati variano da una leggera gamma dell’azzurro, del blu e di un verde scuro, quasi smeraldo sfumato in un marrone, che fa da contrasto evidente ad una zona luminosa e bianca nel centro del quadro. Il mare è un soggetto molto amato dall’artista, infatti, in quest’ opera esso diviene il luogo di quel "sublime dinamico" che travolge la mutabilità della vita umana.
Friedrich
Viandante sul mare di nebbia
Il Viandante sul mare di nebbia è un olio sul tela realizzata da Friedrich tra il 1817 e il 1818. Il dipinto rappresenta un uomo di spalle che, in piedi sopra uno spuntone roccioso, ammira solitario uno straordinario spettacolo: un paesaggio alpino all’alba, con le cime dei monti che iniziano ad emergere fra le fitte nebbie. La scena, quindi, si compone di due piani: il primo, ovvero l’uomo e le rocce, è di fortissimo impatto in quanto è caratterizzato da una gamma di colori molto scuri, in contrapposizione con la luminosità, il svaporarsi dell’azzurro e la leggera pennellata che Friedrich dona al secondo piano, ovvero al paesaggio di montagna annebbiato. La sensazione che l’autore ci vuole trasmettere è quella dell’infinità e la grandezza della natura, immensa, potente e bellissima, ovvero sublime. In confronto l’uomo ovvero il viandante, piccolo e impotente si sente una nullità.
Géricault
La zattera della Medusa
La Zattera della Medusa è un opera di notevoli dimensioni realizzata intorno al 1818 da Géricault, e che mostra in gran parte la nuova sensibilità romantica e non più classica dell’autore. Il dipinto, preceduto da vari bozzetti e schizzi, rappresenta i pochi sopravvissuti dal naufragio della fregata francese Medusa, avvenuta nel 1816. In particolare viene rappresentato il momento in cui gli scampati avvistano in lontananza tra il cupo cielo e le onde minacciose la nave che li salverà. Gli uomini si sono ammassati nell’unica posizione ancora stabile del relitto, caratterizzato da una struttura quadrangolare, il cui vertice inferiore sta quasi sul bordo dell’opera. Al di sopra, le funi della zattera che tengono ancora un minimo in piedi l’albero che sorregge una vela di fortuna, disegnano una piramide. Questa stessa figura geometrica viene riproposta dagli uomini che nel vertice opposto si sorreggono a vicenda, e culmina con il giovane che in punta alla piramide sventola un drappo rosso e bianco. I corpi sono modellati dalla luce come se fossero delle statue. I cadaveri sono testimonianza della lunga sofferenza. In basso a destra vi è un cadavere coperto da un drappo bianco che richiama alla mente il lenzuolo funebre degli antichi. Mentre a sinistra, un giovane, morto, viene sorretto da un anziano che, pensoso e coperto da un velo rosso viene raffigurato come un eroe omerico. I temi trattati da Géricault in quest’opera non sono soltanto avvenimenti storici, ma sentimenti di sofferenza e dolore, un fatto umano e quotidiano.
Delacroix
La libertà che guida il popolo
La Libertà che guida il popolo è un opera che Delacroix realizza in soli tre mesi nel 1830, per esaltare e ricordare ai parigini di lottare per la libertà. I riferimenti alla Zattera di Medusa di Géricault sono innegabili, a partire dalla struttura piramidale e dai corpi senza vita in primo piano. In quest’opera, Delacroix, ha sostituito alla struttura decadente della zattera e allo sfondo del cielo plumbeo e del mare in tempesta, la massa, il popolo rivoluzionario. Al culmine della piramide vi è la Libertà, una donna con il berretto frigio e il seno scoperto che impugnando nella destra il tricolore e nella sinistra il fucile invita il popolo a seguirla, mentre un insorto ai suoi piedi la guarda come si guarda una salvatrice. Essa viene verso di noi e con lei il popolo. Le fonti iconografiche di Delacroix per la rappresentazione della Libertà sono tre: il seno scoperto della Venere di Milo, che egli utilizza per rappresentare per la prima volta la nudità femminile in ambito storico culturale e non solo più in un ambito mitologico; il profilo della Grecia sulle rovine di Missolungi e la personificazione della Repubblica. Sullo sfondo, leggermente accennate vi sono le torri gemelle della Cattedrale di Notre-Dame, le quali emergono fra la fitta nuvola di fumo causato dagli incendi. I colori proposti sono nuovamente determinati da un gioco di scuri e chiari, ovvero dalle forme solide che la luce dona ai corpi. Si tratta ovviamente di un opera caratterizzata da un tema storico, liberale e patriottico. Le donne di Algeri Nel 1834 Delacroix dipinse le Donne di Algeri. L’artista indaga l’interno di un harem, il luogo più intimo e riservato di un abitazione musulmana. In un ambiente raccolto e chiuso vi sono quattro donne: tre, sdraiate su dei tappeti, riposano o chiacchierano fra di loro; a destra una quarta donna, di colore scura, di spalle, osserva le due donne più vicine a lei. Gli interni sono di gusti esotici ed insoliti, caratterizzati da tappezzerie scure, tende ampie, uno specchio dalla cornice dorata ed un armadio a muro di colore rosso e dalle ante appena scostate, mentre a sinistra vi sono numerosi tappeti. L’artista riesce a trasmettere la calma e la tranquillità dell’insieme, determinato da una luce radente e prospettica.
Turner
Tramonto
Tramonto
Il è un opere realizzata da Turner tra il 1830 e il 1835.
Si tratta di una rappresentazione quasi totalmente astratta di una contrapposizione tra la terra e il
cielo, dalla quale vi emergono solo più gli effetti per la mancata presenza di alcuna forma.
La terra (o il mare infuocato) non è che una fascia di colori scuri caratterizzata dalla gamma dei
bruni. Il colore continua ad addensarsi fino al margine superiore dove assume un colorito marrone.
Il cielo, in alto, è rappresentato da una fascia più chiara e più ampia, tinta di giallo e con degli
squarci di bianco a sinistra e spolveri bruni a destra.
Infine il rosso carminio e il nero, opposti, uniscono la terra e il cielo confondendoli fra di loro.
Tempesta di neve
Si tratta di un opera realizzata da Turner ed è la più nota in quanto mostra la straordinarietà
dell’autore nella percezione della natura come una forza impetuosa. Viene rappresentata una
tempesta di neve in mare che travolge una nave che nel quadro appena si intravede.
I colori utilizzati variano da una leggera gamma dell’azzurro, del blu e di un verde scuro, quasi
smeraldo sfumato in un marrone, che fa da contrasto evidente ad una zona luminosa e bianca nel
centro del quadro.
Il mare è un soggetto molto amato dall’artista, infatti, in quest’ opera esso diviene il luogo di quel
"sublime dinamico" che travolge la mutabilità della vita umana.
Friedrich
Viandante sul mare di nebbia
Viandante sul mare di nebbia
Il è un olio sul tela realizzata da Friedrich tra il 1817 e il 1818.
Il dipinto rappresenta un uomo di spalle che, in piedi sopra uno spuntone roccioso, ammira solitario
uno straordinario spettacolo: un paesaggio alpino all’alba, con le cime dei monti che iniziano ad
emergere fra le fitte nebbie.
La scena, quindi, si compone di due piani: il primo, ovvero l’uomo e le rocce, è di fortissimo impatto
in quanto è caratterizzato da una gamma di colori molto scuri, in contrapposizione con la
luminosità, il svaporarsi dell’azzurro e la leggera pennellata che Friedrich dona al secondo piano,
ovvero al paesaggio di montagna annebbiato.
La sensazione che l’autore ci vuole trasmettere è quella dell’infinità e la grandezza della natura,
immensa, potente e bellissima, ovvero sublime. In confronto l’uomo ovvero il viandante, piccolo e
impotente si sente una nullità.
Géricault
La zattera della Medusa
Zattera della Medusa
La è un opera di notevoli dimensioni realizzata intorno al 1818 da Géricault,
e che mostra in gran parte la nuova sensibilità romantica e non più classica dell’autore.