Concetti Chiave
- Gli affreschi del Duomo di Cremona raccontano le Storie di Maria e della Passione di Cristo, ispirandosi alle sacre rappresentazioni teatrali.
- Romanino ha realizzato quattro episodi della Passione nel 1519-20, utilizzando architetture classiche in omaggio alla prospettiva bramantesca.
- I colori originariamente vivaci e i giochi di luce mostrano l'influenza della pittura di Tiziano.
- Le composizioni includono contorni netti e dettagli caricaturali derivati dalle incisioni di Durer.
- Il realismo nei volti e nei dettagli, come il bambino con il cane, rappresenta una caratteristica distintiva lombarda.
Gli affreschi della navata centrale e della controfacciata del Duomo di Cremona narrano le Storie di Maria e le Storie della vita e della Passione di Cristo, disposte su registri che paiono scene teatrali, ispirate alle sacre rappresentazioni che si tenevano nelle chiese e nelle piazze. Entro tali teatrini architettonici si muove una folla di attori vivaci, in composizioni che spesso sono mutate dalle stampe nordiche allora in circolazione.
Romanino affrescò nel 1519-20 quattro episodi della Passione nella navata centrale, impaginati entro architetture classiche che costituiscono un omaggio alla cultura prospettica bramantesca. I colori, oggi rovinati, erano un tempo vivaci e insieme ai giochi di luce e al modo di procedere spesso immediato sull'intonaco fresco rivelano l'interesse per la pittura di Tiziano, mentre i contorni netti, gli spunti caricaturali e alcuni dettagli degli abiti sono tratti dalle incisioni di Durer. Gli accenni al realismo, visibili nei volti della folla e in particolare come il bambino che gioca col cane sulla scalinata, sono però una qualità tutta lombarda, che ha permesso di riconoscere in Romanino uno dei primi "pittori della realtà".