alan29
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Concetti Chiave

  • Il Rinascimento ha segnato una trasformazione radicale in Europa, influenzando politica, arte, morale e scienza, e ridefinendo il rapporto tra uomo e natura.
  • L'umanesimo, nato nel Rinascimento, si focalizza sulle capacità umane, discostandosi dalla teologia e sviluppandosi attraverso discipline come retorica, grammatica e storia.
  • Il termine "Rinascimento" è stato coniato nell'Ottocento, ma il suo concetto risale già al Trecento, con intellettuali come Petrarca che iniziavano a rivalutare la cultura antica.
  • Il Rinascimento si differenzia dalle precedenti rinascenze per la sua diffusione e continuità, adottando un approccio storico anziché mitico verso la classicità.
  • Comprendere il Rinascimento richiede di andare oltre la semplice imitazione dell'antico, riconoscendo la varietà culturale, come il contributo della pittura fiamminga.

Indice

  1. Trasformazioni dal Trecento al Cinquecento
  2. Il pensiero umanistico e la centralità dell'uomo
  3. Differenze tra Rinascimento e rinascenze precedenti
  4. La complessità del Rinascimento nelle arti

Trasformazioni dal Trecento al Cinquecento

Dal Trecento al Cinquecento, in Europa si verificano trasformazioni in ogni ambito: dalla politica all'arte, dalla morale alla scienza, e cambia anche la mentalità collettiva. Questi mutamenti avvengono lentamente, ma sono così profondi e radicali che finiscono per alterare il significato e il valore attribuiti all'esistenza umana e alle relazioni tra l'uomo e la natura.

Molti di questi cambiamenti si riflettono nella riscoperta della cultura antica, e per questo motivo questo lungo periodo, sui cui limiti cronologici, scansioni interne e connessioni con le precedenti epoche storiche e che si continua a discutere, viene definito Rinascimento. In Italia è dunque pensiero umanistico a interpretare questo rivolgimento, che assume sfumature diverse a seconda dei vari ambiti della produzione culturale.

Il pensiero umanistico e la centralità dell'uomo

gli intellettuali del tempo, identificano con l’espressione humanae litterae in quel particolare tipo di sapere che ha come oggetto l’uomo, diverso dalla teologia, che ha come oggetto dio (divinae litterae); con studia humanitatis si indicavano fin dal duecento la retorica, la grammatica, la poesia, la storia; e umanisti si chiameranno nel quattrocento i cultori di queste discipline. Da qua evince la centralità dell’uomo, capace di autodeterminarsi e di definire sia la propria riuscita sia il proprio fallimento, grazie all’agire pratico e all’esercizio della ragione. Una visione di questo tipo risultava particolarmente congeniale alla borghesia liberale che si andava affermando in Europa nella seconda metà del XIX secolo. Non stupisce quindi che il termine Rinascimento sia stato coniato proprio in questo ambito culturale, a opera soprattutto dello storico svizzero Jakob Burkhardt. Tuttavia la sua ricostruzione non dà conto fino in fondo della complessità del periodo, ricco di chiaroscuri, e della sua lunga elaborazione, avviata in ambito letterario già nel Trecento, come testimonia l’attività di Petrarca.

Differenze tra Rinascimento e rinascenze precedenti

Quello quattrocentesco non è il primo caso di ripresa della cultura antica, ma il Rinascimento presenta nette diversità rispetto alle precedenti “rinascenze”. In primo luogo per la sua diffusione e per la continuità di svolgimento, in opposizione al carattere effimero delle precedenti rinascite, sovente legate a un particolare progetto politico; poi in seguito all’atteggiamento con cui si osservava al passato, non più una semplice rievocazione frammentaria e leggendaria. La coscienza di una frattura (il Medioevo) apertasi tra il mondo moderno e la classicità fa sì che si cerchi di avvicinarsi a quest’ultima con strumenti adatti a restituirle una fisionomia storica e non mitica: con l’Umanesimo nasce, per esempio, la filologia, disciplina che affronta con metodi razionali i testi antichi.

La complessità del Rinascimento nelle arti

Isolare la volontà di fare rinascere il mondo antico e di eguagliarne la grandezza come elemento qualificante di un rinnovamento molto articolato significa impoverire i molteplici aspetti con cui esso si traduce in campo culturale, e nelle arti figurative in particolare: per esempio, la pittura fiamminga, per la quale si parla di Rinascimento nordico, si prefigge molto sporadicamente l’emulazione di antichi modelli. Per evitare un’immagine stereotipa della rinascita e per comprendere meglio e in tutta la loro complessità queste modificazioni è necessario spingere più a fondo il nostro sguardo nei decenni cruciali a cavallo fra Trecento e Quattrocento.

Domande da interrogazione

  1. Quali trasformazioni caratterizzano il Rinascimento in Europa?
  2. Dal Trecento al Cinquecento, l'Europa vive trasformazioni in politica, arte, morale e scienza, che alterano profondamente la concezione dell'esistenza umana e le relazioni con la natura.

  3. Come viene interpretato il concetto di "umanesimo" durante il Rinascimento?
  4. L'umanesimo si concentra sull'uomo e le sue capacità di autodeterminazione, differenziandosi dalla teologia; si sviluppa attraverso discipline come retorica, grammatica, poesia e storia.

  5. Qual è il contributo di Jakob Burkhardt al concetto di Rinascimento?
  6. Jakob Burkhardt conia il termine "Rinascimento" nel contesto culturale del XIX secolo, ma la sua ricostruzione non coglie appieno la complessità e i chiaroscuri del periodo.

  7. In che modo il Rinascimento si differenzia dalle precedenti rinascenze della cultura antica?
  8. Il Rinascimento si distingue per la sua diffusione e continuità, e per un approccio storico e non mitico alla classicità, introducendo discipline come la filologia.

  9. Perché è importante evitare una visione stereotipata del Rinascimento?
  10. È essenziale comprendere la complessità del Rinascimento, che non si limita all'emulazione dell'antico, ma si manifesta in modi diversi, come nella pittura fiamminga del Rinascimento nordico.

Domande e risposte