Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Carlo di Borbone, re di Napoli, fondò i laboratori di porcellana di Capodimonte nel 1740, ispirato dalla passione per le preziose porcellane europee.
  • La manifattura di Capodimonte si distinse per la produzione di oggetti raffinati, ispirati a modelli tardo barocchi e decorati con motivi floreali e scene artistiche.
  • Giuseppe Gricci, un artista di rilievo nella fabbrica, contribuì sia con opere religiose che profane, come le tabacchiere ornate, diventando una figura centrale nella produzione.
  • La manifattura, operativa fino al 1759, fu trasferita in Spagna, portando con sé artisti e materiali per fondare la manifattura del Buen Retiro di Madrid.
  • Il Gabinetto di porcellana, un'opera significativa di Gricci, esemplifica lo stile intricato della manifattura, ispirato dalla moda delle cineserie del XVIII secolo.

Indice

  1. Ascesa di Carlo di Borbone
  2. Passione per la porcellana
  3. Espansione della manifattura
  4. Produzione e artisti di Capodimonte
  5. Giuseppe Gricci e le sue opere

Ascesa di Carlo di Borbone

Nel 1734, Carlo di Borbone, figlio di Filippo V di Spagna e di Elisabetta Farnese, salì sul trono di Napoli. Ben presto dimostrò di essere un sovrano capace perché attuò importanti riforme economiche e sociali con l’aiuto del ministro Tanucci. Napoli fu così trasformata in una moderna capitale europea e diventò meta di un colto turismo internazionale. Il suo prestigio aumentò quando dal 1738 in poi, egli promosse gli scavi archeologici di Ercolano e di Pompei. Nel 1738, il sovrano sposò Maria Amalia di Sassonia che giunse a Napoli portando con sé 17 serviti e un grande numero di statuette di porcellana di Meissen. Essa era nipote di Augusto II di Sassonia che all’inizio del XVIII secolo aveva creato a Meissenn la prima manifattura di porcellane che in quegli anni aveva raggiunto il massimo splendore, che oggi, purtroppo, sono andate disperse.

Passione per la porcellana

Carlo di Borbone, decise così di emulare gli altri sovrani europei e a tale desiderio si unì ben presto un’autentica passione per i suppellettili di porcellana, tanto fragili e delicati, quanto ricercati. Fu così che sorsero i laboratori di Capodimonte, di cui il re era molto geloso, a tal punto da portare con sé tutto il trasportabile quando fu costretto a trasferirsi in Spagna, dopo aver dato l’ordine di distruggere tutto quanto era inamovibile.

Espansione della manifattura

Il più antico documento della fabbrica di Capodimonte risale al 1740. Nella prima fase, il materiale veniva lavorato nei giardini del Palazzo reale e successivamente i laboratori si ampliarono a tal punto da rendere necessaria una ristrutturazione di un grande casamento situato nel parco del Palazzo di Capodimonte. Il re cercò, ma invano, di attirare gli artisti del tempo, da Doccia, da Vienna o di carpire il segreto della porcellana di Meissen. Da quest’ultima città, ricavò solo i modelli per l’ispirazione, e nient’altro. Man mano che la manifattura si ingrandiva, furono assunti nuovi artisti sia italiani che stranieri: pittori, miniaturisti, intagliatori. Nel 1755, l’organico della fabbrica contava ben 58 addetti, l’elenco dei quali dimostra l’esistenza di vere e proprie dinastie. La fabbrica visse soltanto 16 anni, cioè fino al 1759, quando Carlo fu chiamati in Spagna per succedere al fratellastro Ferdinando VI. Il sovrano partì a malincuore, lasciando il figlioletto di 8 anni sotto la tutela del ministro Tanucci. Su tre navi al suo seguito fu imbarcata quasi tutta la manifattura con quasi tutti gli artisti (qualcuno rifiutò di abbandonare Napoli). Presero anche la strada per la Spagna cinque tonnellate di pasta. Con i macchinari,la pasta e gli artisti di Capodimonte fu creata la manifattura del Buen Retiro di Madrid. I risultati della manifattura napoletana furono lusinghieri; infatti, dai primi anni, in occasione di fiere annuali furono poste in vendita tabacchiere, serviti da tè, zuppiere, vasi con coperchio come si fabbricavano in Sassonia. Gli articoli piacevano molto perché la pasta era bianca e trasparente.

Produzione e artisti di Capodimonte

Nei primi anni, la produzione si ispirava alle forme tardo barocche di Meissen, anche se un po’semplificate. Più tardi su vassoi, piatti e servizi vari iniziarono a comparire soggetti tratti da Watteau, Boucher o altri artisti molto in voga in quegli anni. Molto diffusa fu la decorazione a fiori orientali. Un altro motivo caratteristico erano i manici che assumevano l’aspetto di rami con bacche o di tralci di vite. I colori, stesi a piccoli punti o a sottili righe, erano quasi sempre delicati e armoniosi con la prevalenza di rosso pallido, del violetto tenue o del verde nelle varie sfumature.

Giuseppe Gricci e le sue opere

Nella produzione, si distinse soprattutto Giuseppe Gricci, responsabile sia diretto che indiretto della maggior parte dei capolavori di Capodimonte. Di lui abbiamo soltanto due opere firmate, ma in base ad un’attenta analisi stilistica, gli studiosi gli hanno attribuito la maggior parte delle realizzazioni. Il Gricci dette il proprio contributo non solo alle opere di carattere religioso,ma anche a quelle profane fra cui le tabacchiere ornate con frutti di mare, un motivo rarissimo nel XVIII secolo. Si trattava di un oggetto tipico del momento e dono tra i più frequenti fra i sovrani dell’epoca per dimostrare una particolare gratitudine. Il re Carlo ne inviò qualcuna anche ai suoi genitori in Spagna. Abbellite con scene mitologiche e galanti, ne esistono diversi esemplari in tanti musei. La popolarità della Commedia dell’Arte ispirò i modelli in quasi tutte le manifatture. E neanche quella di Capodimonte si sottrasse a questa moda: abbiamo notizie di un Pantalone, opera del Gricci, di cui esistono quattro esemplari. Lo stesso artista realizzò gruppi di scene galanti e di figure di persone umili, dette “gridi”, cioè di venditori di merci varie, la cui vivacità contribuì molto alla popolarità della manifattura. Fra le realizzazioni più significati del Gricci dobbiamo ricordare il Gabinetto di porcellana. Eseguito dal1757 al 1759, esso proviene dalla Reggia di Portici e nel 1866 fu trasferito a Capodimonte. Esso costituisce una straordinaria testimonianza della smania dell’epoca per le cineserie che imperava in tutta l’Europa. Esso ha l’aspetto di una grotta popolata da piccoli cinesi, scimmie, pappagalli e farfalle appollaiati o posate su tralci di fiori, su nastri annodati o su trofei musicali. Dal soffitto, trattenuto fra le zampe di una scimmia, pende uno strano lampadario di porcellana.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le riforme attuate da Carlo di Borbone a Napoli?
  2. Carlo di Borbone attuò importanti riforme economiche e sociali con l'aiuto del ministro Tanucci, trasformando Napoli in una moderna capitale europea e meta di turismo internazionale.

  3. Come nacque la manifattura di porcellana di Capodimonte?
  4. La manifattura di porcellana di Capodimonte nacque dal desiderio di Carlo di Borbone di emulare altri sovrani europei e dalla sua passione per i suppellettili di porcellana, portando alla creazione di laboratori a Capodimonte.

  5. Quali furono le caratteristiche distintive della porcellana di Capodimonte?
  6. La porcellana di Capodimonte era nota per la sua pasta bianca e trasparente, con decorazioni ispirate a Watteau e Boucher, e motivi caratteristici come manici a forma di rami con bacche o tralci di vite.

  7. Chi fu Giuseppe Gricci e quale fu il suo contributo alla manifattura di Capodimonte?
  8. Giuseppe Gricci fu un artista responsabile di molti capolavori di Capodimonte, contribuendo sia a opere religiose che profane, come le tabacchiere ornate con frutti di mare e scene mitologiche.

  9. Qual è l'importanza del Gabinetto di porcellana realizzato da Gricci?
  10. Il Gabinetto di porcellana, realizzato da Gricci, è una straordinaria testimonianza della moda delle cineserie in Europa, con una grotta popolata da figure esotiche, dimostrando la vivacità e popolarità della manifattura di Capodimonte.

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