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Concetti Chiave

  • Il caso di Pienza rappresenta una trasformazione estetica, combinando architettura e paesaggio in una città-immagine.
  • Pienza non è solo un esempio di città estetizzata, ma include anche un paesaggio concepito come immagine, integrato nel suo progetto urbano.
  • La Libreria Piccolomini a Siena, creata da Enea Silvio Piccolomini, è unica per la sua assenza di immagini religiose nella cappella di famiglia.
  • Invece di elementi cristiani, la cappella ospita un gruppo scultoreo delle Tre Grazie, simbolo di un culto estetico piuttosto che religioso.
  • La disposizione della cappella Piccolomini suggerisce uno spazio museale, enfatizzando l'estetica rispetto al tradizionale culto religioso.

Indice

  1. Il caso-Pienza e il paesaggio
  2. La cappella di famiglia a Siena
  3. Il culto estetico delle Tre Grazie

Il caso-Pienza e il paesaggio

Il caso-Pienza è due volte straordinario, perché alla svolta estetica dell’architettura unisce la nascita del paesaggio come categoria estetica: il passaggio dalla cosa all’immagine avviene in questo caso sul doppio versante simultaneo dell’architettura e del paesaggio. Infatti essa, oltre ad essere una città-immagine, cioè una città alleggerita del suo peso e ridotta a immagine (come una città estetizzata), include anche un paesaggio-immagine nel progetto stesso della città.

La cappella di famiglia a Siena

L’intensità estetica di Enea Silvio Piccolomini emerge altrettanto chiaramente nella cappella di famiglia che egli fa realizzare a Siena e che verrà poi chiamata Libreria. Non si era mai vista prima una cappella di famiglia totalmente priva di immagini religiose: non c’è una sola immagine che si riferisca al culto cristiano.

Il culto estetico delle Tre Grazie

L’unica immagine di culto è rappresentata dal gruppo scultoreo delle Tre Grazie che troneggia in mezzo alla cappella e che comunque non segna un ritorno del paganesimo in grande stile. Esse non rappresentano, infatti, nessun eroe o dio greco, ma le Grazie: il culto a cui la cappella è consacrata è il culto estetico. L’effetto finale che si prova di fronte al gruppo statuario non è lo stesso che di fronte ad un vero simulacro pagano, ma ci viene più naturale vederlo «in vetrina», esposto come in un museo. Se il culto religioso diventa un culto estetico, il luogo di questo culto tende a divenire uno spazio «museale».

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