Concetti Chiave
- Gli artisti e la società alternano la ricerca di espressività e bellezza tradizionale, influenzati da contesti storici.
- I canoni estetici si evolvono nel tempo, adattandosi a valori e condizioni storiche specifiche.
- Nel Cinquecento, l'ideale di bellezza femminile si basava su giovinezza, eleganza e grazia, riflettendo uno stile di vita urbano.
- Durante la Guerra dei Trent'anni, la bellezza femminile si orienta verso abbondanza e sinuosità, simboli di ricchezza.
- L'immagine della donna nell'arte cambia per esprimere un status sociale desiderabile attraverso caratteristiche fisiche.
L'evoluzione dei canoni estetici
Ci sono momenti della storia in cui gli artisti e la società hanno invece manifestato il bisogno di trovare ciò che è espressivo, ma non per forza “bello” nell’accezione classica del termine: immagini potenti sul piano della comunicazione e della trasmissione di sentimenti, sensazioni e suggestioni, mentre altre volte, di nuovo, hanno ricercato ciò che è tradizionalmente “bello”, seguendo un “parametro”, perché si conforma e segue dei canoni estetici condivisi e una classificazione di categorie estetiche comune.I parametri o canoni estetici dipendono quindi da fattori e contingenze storiche e sono destinati a modificarsi: per esempio, nel Cinquecento quando la vita era per lo più urbana e il vivere civile all’interno di una città era anche un fatto “estetico”, di gusto, di tendenze e di mode, la bellezza femminile e la sua rappresentazione si basavano sui valori della giovinezza, dell’eleganza, della grazia sofisticata e appunto “cittadina”.
Mutamenti durante la Guerra dei trent'anni
Circa un secolo e mezzo dopo durante la Guerra dei trent’anni, (1618 - 1648) a causa delle ristrettezze economiche e di approvvigionamento, la figura femminile e l’ideale di bellezza ad esso legato mutano e guardano ai valori dell’abbondanza, della sinuosità e di una certa ricchezza: l’immagine della donna nell’arte si fa più “piena”, “curvy” diremmo oggi e questa caratteristica ritorna ad avere successo nelle rappresentazioni artistiche, esprimendo con quella fisicità particolare uno status sociale privilegiato e quindi desiderabile.