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Sintesi

La Volta della Cappella Sistina di Michelangelo Buonarroti



L’arte è l’incontro inatteso di forme e
spazi e colori che prima si ignoravano.
(Fabrizio Caramagna)

La Cappella Sistina è stata costruita tra il 1475 e il 1483 per volere di Papa Sisto IV, infatti, è proprio da quest’ultimo Papa che essa prende il nome. Le pareti della Cappella tra il 1481-82 sono state affrescate da Pietro Perugino, Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Cosimo Rosselli, Luca Signorelli con le rispettive botteghe, che includevano il Pinturicchio, Piero di Cosimo e Bartolomeo della Gatta.
Nel 1508 il Papa Giulio II delegò a Michelangelo Buonarroti ad affrescare la Volta della Cappella Sistina, sostituendo quindi l’affresco stellato di Pier Matteo d’Amelia.
Il 10 maggio del medesimo anno il Michelangelo inizia ad aggiustare i ponteggi, ove quest’ultimi saranno tolti per la seconda volta il 31 Novembre del 1512, quando il Michelangelo sarà soddisfatto di tale opera; la dott. Ssa Pina Ragionieri afferma: << […]. Da quel momento il passato viene spazzato via d’un colpo. Si “spezzarono” tutte le raffinatezze artistiche del ‘400. Arrivando a una concezione spaziale e pittorica quasi tridimensionale, assolutamente innovativa>>.
Per affrescare la Volta della Cappella Sistina il Michelangelo impiega circa quattro anni ed utilizza la tecnica dell’affresco.
Estratto del documento

2

Sibille , le cui figure di quest’ultime categorie di

“personaggi” sono più grandi rispetto a tutte le altre e sono

poste ai lati dell’opera. Michelangelo decide di creare

queste figure di dimensioni più ampie perché voleva dare

un senso cronologico alla lettura degli affreschi. Essi

rappresentano l’inizio della narrazione pittorica, poiché è

dalle loro visioni e dai loro racconti che scaturiscono le

scene raffigurate nei riquadri centrali. Michelangelo

raffigura questi personaggi come degli uomini e delle

donne con un corpo armonico che sono intenti a leggere, a

scrivere, a disputare mentre altri sembrano essere

‘incantati’ da una soave voce interiore.

Gli arconi e la cornice ripartiscono l’area centrale in nove

riquadri precipui, dove sono narrate le scene della Genesi.

Nell’opera si può notare che Michelangelo inizialmente

realizza dei personaggi di forme molto piccole, come

accade nel Diluvio universale per poi andare avanti man

mano sempre con figure di proporzioni maggiori, l’artista

compie questa fase poiché aveva intuito che realizzare le

figure di proporzioni piccole richiedeva più tempo di

quello previsto.

Nel riquadro principale che s’intitola “Dio separa la luce

delle tenebre” possiamo notare che la scena di Dio si trova

all’interno della cornice di una cornice. Guardando la

scena con il volto rivolto verso l’altare, c’è il Signore che

divide con il palmo della mano sinistra le tenebre che sono

rappresentate con un cromatismo scuro, mentre con il

2“[F]igure […] che secondo un’antica tradizione predissero la venuta

di Cristo ai pagani” (E H. G , La storia dell’arte,

RNEST OMBRICH

Mondadori, Milano 1995, p. 308). 3

Fig. 1

palmo della mano destra separa la luce che è rappresentata

con un colore bianco. La figura di Dio di questa scena è

stata studiata minuziosamente poiché secondo alcuni studi

il corpo nella sua posizione rappresenta alcune parti del

cervello umano. Nella fig. 1 possiamo notare una

riproduzione del tronco dell’encefalo, della superficie

ventrale del midollo e del chiasma ottico nella Separazione

della Luce dalle Tenebre. Se noi analizziamo la piega della

veste che copre la coscia di Dio (freccia gialla, fig. 2)

vediamo che la sua forma rappresenta il profilo del quarto

ventricolo (freccia nera, fig. 3) in uno studio RM del

cervelletto, mentre se si guarda attentamente il velo di

Fig. 2 Fig. 3

Dio possiamo

constatare che la sua forma sembra circoscritta in un

corpo calloso (fig. 4). 4

Fig. 4

La seconda scena che l’artista affresca è quella che

s’intitola “Dio crea il Sole, la Luna e la Terra”, la scena fu

dipinta dal Michelangelo in sette giornate, con la tecnica

dell’incisione diretta. In questa scena l’artista utilizza dei

colori che vanno dal violaceo a un grigio-bianco perlato,

con eccezione del sole che invece ha un cromatismo giallo

dorato, secondo alcuni studi il Michelangelo utilizzata

prevalentemente il colore viola e le sue sfumature poiché

il pigmento rappresenta il colore della Quaresima e

dell’Avvento, due tra le solennità più importati celebrate

dalla corte papale nella Cappella. L’affresco può essere

suddiviso in due scene non assimetriche nello spazio; la

scena di sinistra –guardando l’opera rivolti verso l’altare-

rappresenta dio che crea la Terra, si può notare che il

Cristo e semi-vestito poiché l’artista fa vedere la parte dei

glutei scoperta, su tal motivo c’è un aneddoto dove si

afferma che il Michelangelo aveva fatto una scommessa

dicendo che egli avrebbe dipinto nella Volta della Cappella

Sistina il Signore con i glutei scoperti. Nella scena di

destra, c’è il Signore che con la mano sinistra crea il Sole

mentre con la mano destra crea la Luna, in questa scena

possiamo osservare che fra il velo c’è la corte angelica che

forse si riferisce allegoricamente ai quattro elementi

(fuoco, aria, acqua, terra).

La terza scena prende il nome di “Dio separa le terre dalle

acque”, nel riquadro l’artista applica una particolare

attenzione alla prospettiva. La scena è interamente

occupata da Dio in “volo”, sembra che egli abbia spiccato

il volo da sinistra, inoltre possiamo notare il dinamismo

del Signore nel movimento e al di dietro è presente la

corte angelica. Michelangelo in questa scena realizza in

modo minuzioso la mimica del volto e inoltre riveste un

ruolo precipuo –a mio parere- la posizione delle mani.

La quarta scena che Michelangelo affresca prende il nome

di “Creazione di Adamo”. Quest’affresco è quello più noto

in tutto il mondo poiché si può notare tutta l’officina

artistica di Michelangelo. L’artista nell’affresco 5

rappresenta Adamo e Dio un momento prima di

congiungersi con la falange dell’indice della mano sinistra.

Michelangelo rappresenta Adamo in una posizione supina,

sdraiato su un prato verde, con la gamba sinistra piegata

ove poggia l’avambraccio sinistro con la mano in

direzione di quella del Cristo. Adamo è raffigurato ignudo

ed ha un corpo perfettamente armonico, ciò avviene

rappresentato minuziosamente poiché Michelangelo aveva

appreso a Firenze con la dissezione dei cadaveri la forma

del corpo umano e dei suoi apparati. Il volto di Adamo ha

dei caratteri somatici molto fluidi, infatti, si può notare che

si tratta di un volto adolescenziale e che viene posto in

contrapposizione a quello di Cristo che invece presenta dei

caratteri più marcati con i cappelli e la barba grigia. Sia

Adamo che Dio hanno un movimento fluido e dinamico. Il

paesaggio è molto scarno poiché ancora la folta

vegetazione dove crescere. Dio è circondato da un velo, un

nimbo angelico, ove all’interno ci sono diversi personaggi,

la forma del velo secondo alcuni studi rappresenta la

forma di un cervello, forse Michelangelo decide di

rappresentare il panneggio con questa forma poiché voleva

rappresentare metaforicamente l’intelletto di Dio nel aver

creato Adamo (fig. 5).

Il quinto affresco prende il nome di “Creazione di Eva”.

Fig. 5

La scena raffigura la benedizione di Eva da parte di Dio,

nell’affresco troviamo tre personaggi; Eva al centro, che

secondo alcuni studi la posizione è spiegabile con la 6

lettura simbolica delle scene come prefigurazione del

Nuovo Testamento: il Vasari scrive: “fé il suo cavar della

costa della madre nostra Eva, nella quale si vede quegli

ignudi l'un quasi morto per essere prigion del sonno, e

l'altra divenuta viva e fatta vigilantissima per la

3

benedizione di Dio” . Adamo ignudo è adagiato per terra e

sembra che si trova in un sonno profondo, da come si può

notare dall’espressione facciale, tra l’Adamo della scena

della “Creazione di Adamo” possiamo notare molte

differenze soprattutto nel corpo che questa volta non è

armonico.

Dio a differenza delle altre è raffigurato con della

scene

barba gialla. La composizione dell’affresco si presenta in

modo armonico per un gioco di linee perpendicolari e

parallele.

Il sesto riquadro principale che Michelangelo affresca

prende il nome di “Peccato originale e cacciata dal

Paradisio Terrestre”; l’affresco è diviso in due parti

dall’albero della conoscenza, ove al tronco c’è il serpente

con una forma sinuosa e seducente, che in realtà è una

bellissima donna. Il “serpente” nella scena di sinistra da un

4

fico ad Eva mentre Adamo è attento a cogliere il frutto

direttamente dall’albero. Nella scena di sinistra i due sposi

sono raffigurati con un corpo armonico mentre nella scena

di destra quando l’angelo li scaccia dal Paradiso hanno dei

volti vecchi e raggrinziti per il peccato commesso. Il

paesaggio di sinistra è molto più articolato, con la

presenza delle rocce, mentre a destra il paesaggio è scarno.

Il settimo affresco che il Michelangelo realizza prende il

nome di “Sacrificio di Noè”. La scena che il Michelangelo

affresca rappresenta il sacrificio di Noè dopo il Diluvio

con la riappacificazione con Dio. L’affresco segue lo

5

schema dei rilievi antichi “Suovetaurilia” al cento vi si

trova il sacrificio mentre ai lati convergono in modo

dinamico e ordinato gli inservienti con gli animali, ci

sono: due arieti, un toro, due cavalli, addirittura un

elefante, appena visibili sullo sfondo. Il patriarca con la

3 G V , Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e

IORGIO ASARI

architettori (1568), cap. Michelagnolo Buonarruoti.

4 Non è una mela, come è spesso rappresentata, poiché mela è

un'errata traduzione del termine ebraico che significa frutto.

5 Il sacrificio dei suovetaurilia (o suovitaurilia) era un rito di

purificazione a carattere anche apotropaico praticato nell'antica Roma,

ma di origine indoeuropea: con esso si intendeva invocare la

protezione delle divinità. 7

veste rossa è affiancato dalla moglie, quest’ultima

affrescata sicuramente dagli allievi del Michelangelo

poiché presenta dei caratteri rigidi. Come accade per la

moglie del patriarca anche la donna di sinistra è stata

affrescata forse dagli allievi; la donna è intenta a dare una

mano per accendere il fuoco con una torcia, mentre con

l’altra mano si ripara il volto dal fuoco.

In primo piano nella scena si vede un ragazzo a destra che

porta un fascio di legna da ardere mentre un altro ragazzo

ignudo è rappresentato seduto su un ariete appena

sgozzato e sta prendendo da un altro ragazzo delle

interiora di un animale per vaticinare. Infine troviamo un

altro ragazzo ignudo, inginocchiato, che è posto con la

testa rivolta verso il fuoco.

Il penultimo affresco principale della Volta prende il nome

di “Diluvio universale”, l’affresco preserva il maggior

numero di personaggi che il Michelangelo ha affrescato in

un solo rinquadro, infatti, sono circa sessanta e di

dimensioni relativamente piccole. L’artista per realizzare

l’affresco “forse” si basa sull’episodio di Ugo da San

Vittore, il quale aveva dato un’interpretazione sulla

classificazione delle persone in tre gruppi: i giusti

nell’affresco michelangiolesco si trovavano nell’arca,

ovvero nella chiesa; i reprobi tentano di assalire la chiesa

e sono presenti anche sulla ‘barchetta’ centrale che litigano

per impedire che salgano altre persone mentre i perduti

sono le persone che cercano di salvare le proprie cose

terrene.

I perduti sono la serie di persone che sono viste in primo

piano nell’opera, nella parte sinistra ci sono alcuni

personaggi che salgono sugli alberi mentre altri prendono

sulla schiena i propri figli oppure c’è chi porta i beni

terreni come la figura semi-centrale che sta salendo sulla

collina; a destra troviamo un anziano genitore che porta

sulla spalle il proprio figlio ormai stremato.

Sull’arca troviamo un gruppo di persone che cerca di

salire con una scala mentre altri cercano di rompere lo

scafo con un’accetta, ma ciò non desta nessun turbamento,

infatti, possiamo notare Noè che si affaccia per vedere il

segno divino di un raggio di sole al centro del cielo, come

un disco dorato, inoltre c’è la discesa della colomba dello

Spirito Santo. Michelangelo affresca i personaggi, quasi

tutti nudi, utilizzando una serie di diagonali che 8

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