Concetti Chiave
- Nei suoi ultimi mesi, Caravaggio visse un periodo turbolento tra Sicilia e Malta, culminato con un misterioso affronto che portò alla sua espulsione dai Cavalieri di Malta.
- Il capolavoro "Natività coi santi Lorenzo e Francesco d'Assisi" fu rubato a Palermo nel 1969, con teorie che suggeriscono il coinvolgimento della criminalità organizzata.
- Caravaggio si autoritrasse nel dipinto "David con la testa di Golia", riflettendo sulle sue condizioni dopo un'aggressione e inviando un messaggio al Papa per ottenere grazia.
- La morte di Caravaggio resta avvolta nel mistero, con teorie che spaziano dalla malattia alla possibile uccisione su mandato della principessa Colonna.
- Dopo essere stato imprigionato a Palo, perse i suoi quadri e, secondo una tesi, si diresse disperato a piedi verso Port’Ercole, dove morì in ospedale.
GLI ULTIMI MESI DI MICHELANGELO MERISI DA CARAVAGGIO
Indice
Il mistero del quadro rubato
Caravaggio è tutto un mistero. Ma negli ultimi mesi di vita ci sono due misteri che si incastrano uno nell’altro.
Ricostruiamo prima la sequenza biografica.
E’ un assoluto capolavoro. Esposto in una chiesa di Palermo (Oratorio di San Lorenzo) e rubato nel 1969. Questo è il primo mistero. Curiosamente di questo quadro non si è mai saputo nulla. Pare che sia stato rubato dalla criminalità organizzato. Un pentito ha detto che il quadro sarebbe stato passato dalla Mafia alla Camorra e sia andato distrutto nel terremoto dell’Irpinia del 1980. Una leggenda afferma che si trovi nello yacht di un qualche miliardario. C’è chi dice che sia in un nascondiglio segreto di un latitante.
La ricusazione di san Matteo
Sorte simile di un’opera precedente: la prima versione di San Matteo e l’angelo (1599) [pag. 134], distrutto durante la seconda guerra mondiale. L’opera venne rifiutata dalla famiglia dei committenti: i Contarelli. Primo esempio di ricusazione di un’opera. San Matteo è analfabeta, lo spirito santo infonde la conoscenza. L’angelo aiuta San Matteo tenendogli la mano, poiché egli non riesce a impugnare la penna.
La seconda edizione invece viene accettata ed esposta nella cappella Contarelli [pag. 135]. San Matteo è sempre umile (=piedi scalzi) ma non più rozzo. Ha l’aureola e scrive su un leggio, mentre l’angelo non tiene la mano del santo. La bravura di Caravaggio è testimoniata dall’abilità nella rappresentazione delle vene nelle mani del santo e dal panneggio dell’angelo che lascia presumere lo studio del cielo.
L'aggressione a Napoli
Intanto Caravaggio da Palermo si imbarca e il 20 ottobre del 1609, pochi mesi prima della sua morte, è a Napoli; finché nel novembre di quell’anno lo beccano all’uscita dell’osteria del Cerniglio e lo massacrano, essendo arrivati gli sgherri del cavaliere di Malta. Ma lui si salva, perché girava sempre armato (tanto che da questo momento in poi dormirà sempre vestito e sempre con la spada a fianco) e grazie all’intervento degli amici della locanda.
Ma l’immagine di quest’assalto è rilevabile nel quadro: David con la testa di Golia (1609-1610). Il volto di Golia è un autoritratto fatto allo specchio. I critici dell’arte hanno fatto delle diagnosi su questo volto: evidentemente ha preso una bastonata in fronte che gli ha rotto i muscoli dell’occhio, quindi gli occhi sono strabici e uno cade. Caravaggio, quindi, si è autoritratto e ha rappresentato le sue condizioni dopo l’aggressione. La testa mozzata allude alla sua condanna per decapitazione. Il quadro è spedito a Roma ed è un messaggio per avere la grazia dal Papa. Caravaggio medita sulla sua stessa morte; si chiede quale sia il punto di trapasso. I critici inoltre si interrogano sull’identità del Davide; una cronaca del tempo dice che si tratti del Caravaggino: o uno dei ragazzi che lo accompagnavano oppure un suo autoritratto da giovane a memoria. Quindi anche nel momento più disperato della sua vita la luce emanata dal petto del giovane è luce di speranza. Caravaggio rappresenta la vita com’era e la vita com’è diventata, la salvezza possibile e la maledizione che è arrivata.
Il mistero della morte di Caravaggio
Entriamo nel secondo e gigantesco mistero: la morte di Caravaggio.
Si dice che Caravaggio morì di disperazione a Port’Ercole. La principessa Colonna, infatti, a Napoli lo avrebbe convinto ad andare in barca a Civitavecchia per rientrare a Roma e ottenere la grazia. Quindi parte in barca con tre quadri a bordo: due San Giovanni Battista e una Maddalena, ambitissimi dopo la sua morte. Ma la nave fa scalo a Palo, dove viene imprigionato nel castello degli Odelscachi, ma quando lo rilasciano la nave è già partita. Avendo perso i suoi quadri, preso dalla disperazione, va a piedi da Palo fino a Port’Ercole. Viene ricoverato in ospedale, come attesta un documento ritrovato, dove muore. Questa è la prima tesi: morte di malattia e disperazione.
L’altra tesi afferma che Caravaggio in realtà è stato ucciso. Quindi la principessa Colonna è una traditrice, convincendolo a partire per Civitavecchia. O nel castello Odescachi lo uccidono e lo buttano in mare, oppure è ucciso durante il viaggio e poi buttato in mare. Quindi lui non è mai arrivato a Port’Ercole. Questa tesi è la più plausibile, considerando l’improbabilità che Caravaggio nelle sue condizioni sia riuscito a fare a piedi circa 200km da Palo a Port’Ercole.
Domande da interrogazione
- Quali sono i due misteri principali legati agli ultimi mesi di vita di Caravaggio?
- Cosa si sa del dipinto "Natività coi santi Lorenzo e Francesco d'Assisi"?
- Come Caravaggio ha rappresentato se stesso nel dipinto "David con la testa di Golia"?
- Quali sono le due tesi principali sulla morte di Caravaggio?
- Qual è il significato del dipinto "David con la testa di Golia" per Caravaggio?
I due misteri principali sono il furto del dipinto "Natività coi santi Lorenzo e Francesco d'Assisi" e le circostanze della morte di Caravaggio, che rimangono avvolte nel dubbio tra morte per malattia e disperazione o omicidio.
Il dipinto è stato rubato nel 1969 e si presume che sia stato coinvolto la criminalità organizzata. Non si sa con certezza dove si trovi, con ipotesi che vanno dalla distruzione nel terremoto dell'Irpinia del 1980 a un nascondiglio segreto.
Caravaggio si è autoritratto nel volto di Golia, mostrando le sue condizioni fisiche dopo un'aggressione, con occhi strabici e un occhio cadente, alludendo alla sua condanna per decapitazione.
La prima tesi sostiene che Caravaggio morì di malattia e disperazione a Port'Ercole, mentre la seconda tesi suggerisce che fu ucciso, forse tradito dalla principessa Colonna, e gettato in mare.
Il dipinto rappresenta una meditazione sulla sua morte e un messaggio al Papa per ottenere la grazia, con la luce emanata dal petto di Davide che simboleggia la speranza e la salvezza possibile.