Concetti Chiave
- Il capolavoro di Andrea Mantegna, Cristo morto, è noto per il suo audace utilizzo della prospettiva nell'anatomia umana e per l'intensa espressione emotiva.
- L'opera è caratterizzata da una visione ravvicinata e realistica, con dettagli drammatici come i buchi dei chiodi e il livore delle carni di Cristo.
- La scena è illuminata da una luce posta in basso, creando un effetto visivo dove l'osservatore sembra sovrastare il corpo di Cristo.
- Il punto di fuga è collocato molto in alto, fuori dal dipinto, influenzando la percezione delle proporzioni anatomiche del corpo di Cristo.
- Malgrado le correzioni, ci sono sproporzioni evidenti: i piedi appaiono troppo grandi rispetto alla testa e il torace è eccessivamente ampio.
Il capolavoro di Andrea Mantegna
Il vertice degli studi prospettici applicati all'anatomia umana e della ricerca espressiva di Andrea Mantegna è rappresentato dal capolavoro Cristo morto, in cui la maestria dell'ardito scorcio del corpo disteso sulla pietra dell'unzione è pari a quella dell'intensità emotiva.
Dettagli tecnici e emotivi
Discusse sono la destinazione e la datazione dell'opera. La forte carica patetica è creata dalla visione ravvicinata e dal realismo: è come se l'osservatore, in piedi in una stanza illuminata solo da una luce posta in basso a destra, sovrastasse il corpo di Cristo, su cui i buchi dei chiodi sono drammaticamente veri e il livore delle carni è protagonista silenzioso della scena, mentre nell'angolo a sinistra lo piangono con umanità l'anziana madre e san Giovanni.
Composizione e prospettiva
Il punto di fuga è posto molto in alto, fuori del dipinto e sopra il punto di vista dello spettatore: il corpo di Cristo risulta comunque un pò troppo contratto, nonostante le correzioni anatomiche volte a evitare un effetto grottesco: i piedi sono sproporzionati rispetto alla testa, il torace è troppo grande e le braccia lunghe.